Cap XIII

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La luce dell'alba raggiunge la stanza e strofino gli occhi per il fastidio che mi causa. Nonostante l'imbarazzo di dormire accanto a Jungkook, devo dire che ho dormito bene.

Mi stiracchio, allungando gambe e braccia, e sbadiglio così forte da far tremare i muri della stanza.

"Che maniere da principessa," dice Jungkook con un sorriso malizioso, seduto al lato del letto. Sorride mentre sorseggia una tisana che scalda le sue grandi mani.

Lo fisso con occhi penetranti, sentendo il disagio ricoprirmi il corpo. Dopo ciò che stava per succedere nello sgabuzzino, non riesco a mantenere il contatto visivo con lui per più di tre secondi.

Ma che mi era saltato per la testa? Stavo per baciare uno dei miei rapitori. Anche se mi ha salvato la vita, e devo ammettere che è proprio un bel ragazzo.

Ho tanta confusione nella testa, questo è sicuro.

Un imbarazzante silenzio cala sulla stanza, interrotto solo dalla domanda di Jungkook. "Sei pronta per oggi?"

Faccio un grande sospiro e guardo a terra. "Non lo so," rispondo fiaccamente. Ho l'ansia di incontrare quella donna.

Jungkook capisce il mio stato d'animo e senza pensarci due volte si alza dal letto per sedersi accanto a me.

Anche se sorpresa, non mi sposto di un centimetro. Jungkook mi fa questo effetto, non riesco a ragionare quando è vicino.

Guardiamo entrambi il vuoto. Le mie emozioni sembrano rispecchiarsi nelle sue. Istintivamente, poggio la testa sulla sua spalla. Dopo un attimo, sento la sua mano sul mio fianco che mi stringe a lui e la sua guancia che accarezza la mia fronte.

Questa volta non provo nessun turbamento. La sua sola presenza mi consola.

"Vedrai che andrà tutto bene," mi rassicura con la sua voce candida, accarezzando il mio fianco.

Il fatto che quelle parole siano state pronunciate da Jungkook le rende subito veritiere nella mia mente.

"Raggiungiamo i ragazzi?" dico a malincuore. Sarei rimasta in quella posizione per l'eternità, ma purtroppo si era fatto tardi e tra qualche minuto avrei dovuto incontrare la signora Kang.

Jungkook acconsente, forse anche lui abbattuto dalla mia proposta, ed esce dalla stanza, lasciandomi sola con i miei pensieri.

Che palle, è successo di nuovo. Quando sono con lui, non penso ad altro che a lui. Questo mi infastidisce, ho sempre agito razionalmente, ma quando i sentimenti mi sopraffanno, tutto ciò che mi dice la mente va a farsi fottere.

Mi preparo, osservando la mia pelle piena di cicatrici. Questi sono i segni della mia vita. Ne ho passate tante, e tante ancora ne devo passare.

Raggiungo il salone dove, come mi aspettavo, sono tutti riuniti.

I ragazzi mi rassicurano più che possono, sembra che ci tengano veramente a me. Le loro dolci parole mi danno coraggio. Mi accingo ad uscire, quando due braccia avvolgono il mio ventre.

Mi basta il profumo per capire che è Jungkook. Un sorriso involontario si forma sul mio volto. Mi sussurra nuovamente le stesse parole di prima e allenta la presa lasciandomi andare.

Un attimo dopo torno in me e il sorriso scompare.

Ma che vuole? E io, stupida, glielo lascio fare.

Con il volto impacciato esco definitivamente dall'edificio.

I ragazzi mi hanno detto che nei dintorni c'è un parco e io dovrei aspettare la signora all'ingresso.

Passo dopo passo, mi ritrovo davanti all'entrata di un enorme parco, pieno di verde e piccoli negozietti. I bambini giocano senza pensieri, e i genitori li osservano da lontano, parlando dei problemi più futili.

A osservare questa gente, mi tornano in mente i ricordi di quando ero piccola. Una sensazione di malinconia e mancanza penetra nel mio cuore.

Ad un tratto, sento una voce sussurrare il mio nome da dietro. Senza dubbio è lei.

È molto coperta. Indossa un cappello, una sciarpa e degli occhiali che le coprono parzialmente il volto. Si avvicina, e i tacchi a spillo rimbombano sul pavimento. È vestita elegante, ma non tanto da attirare l'attenzione.

La sciarpa copre le sue labbra, ma dai suoi zigomi alzati si nota il suo sorriso.

"Che piacere vederti," esclama.

Speranza Sotto Tiro [ʏ/ɴ x ᴊᴋ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora