Cap VI

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"Y/n, so che è difficile da credere, ma è la verità. Qui sei al sicuro. Ti daremo del tempo per riflettere," afferma il giovane dai capelli argentei, mentre Jin esce dalla stanza.

Ha ragione.

Sembra tutto inventato, una storia per spaventare i bambini. Ma conoscendo il mondo per quello che realmente è, appare tutto vero. Quei dettagli inquietanti mi convincono che nulla sia finto e, in effetti, molte cose coincidono.

Non posso fare altro che dargli retta per ora. Cos'altro potrei fare? La risposta sarebbe morire. Come ho già detto, una parte di me vuole ancora vivere e perciò mi impedisce di intraprendere questa scelta.

"Noi ci fidiamo di te, quindi ti libereremo da queste fottute corde," dice il moro, camminando verso di me con delle forbici affilate.

Allungo le braccia e zac, Jin taglia il filo che stringeva le mani tra di loro. Accarezzo la pelle rossa e irritata dei polsi per alleviare il bruciore.

Stessa cosa succede con le caviglie, zac. Per fortuna, la pelle lì è meno delicata e quindi ne ha risentito meno.

Finalmente libera, o quasi... ma è già qualcosa. Posso muovermi liberamente e questo mi fa stare... bene.

"Credo che per prima cosa avresti bisogno di una bella doccia calda per distrarti e rilassarti," consiglia Namjoon sulla soglia della porta, pronto ad andarsene.

"Il bagno si trova proprio qui accanto a sinistra. Se hai bisogno di noi, siamo al piano più in basso," dice Jin, dirigendosi verso il giovane più alto.

"Ah, un'ultima cosa: non fare cavolate. Riposati per bene, tesoro," completa il moro, chiudendo la porta dietro le sue larghe spalle.

Cazzo che caos...

Forse hanno ragione, ho bisogno di rilassarmi e farmi una bella doccia.

Mi alzo dal letto facendo un sospiro profondo.

Apro la porta e controllo fuori dalla stanza. Sembra tutto tranquillo, questo corridoio è silenzioso.

Di fronte a me c'è un lungo parquet e, alla fine di questo, ci sono delle scale che portano a un piano inferiore. Ai lati ci sono delle porte, più esattamente due porte per ogni fianco del muro.

Mi avevano detto di andare a sinistra, se non sbaglio. Che bello, non vedo l'ora di farmi una bella doccia bollente e passarci le ore.

Con fretta afferro la maniglia della porta portandola verso il basso. Apro la porta e...

"SCUSA, NON PENSAVO FOSSE OCCUPATO," grido e dall'imbarazzo copro gli occhi con le mani, ma avevo già visto abbastanza.

Capelli corvini bagnati che fanno cadere alcune gocce d'acqua sulle spalle e sul viso liscio del ragazzo. Occhi neri che danno l'impressione di essere senza una fine, ma che regalano uno sguardo che metterebbe KO chiunque. Un naso carino come quello di un coniglietto innocente.

Indossa solo un accappatoio blu scuro che lascia slacciato, facendo intravedere i boxer neri, ma soprattutto degli addominali scolpiti che nessuno ignorerebbe (questo lo rende meno innocente). Ma tornando al viso, ci sono delle labbra meravigliose che rendono irresistibile la voglia di...

"Tu dovresti essere Y/n, giusto? Beh, ben svegliata allora."

Cazzo ha parlato e ora che dico? Mi sento così a disagio e improvvisamente sento la temperatura della stanza alzarsi. La mia faccia è ricoperta di color rosso fuoco per l'imbarazzo.

"Tranquilla, ora mi sono coperto meglio, puoi smetterla di essere così impacciata," dice con voce calma, ma con un pizzico di superiorità.

Tolgo le mani dal viso e noto i suoi occhi osservarmi, che anche se neri, sembrano contenere un oceano.

"Sono Jungkook, è un piacere conoscerti," un ghigno si forma sul suo viso.

Da quanto mi ricordo, Nam aveva detto che era il più piccolo.

Ok Y/n, devi mostrarti superiore o tutti e 7 prima o poi ti metteranno i piedi in testa, e diciamocelo, sei sopravvissuta a un incendio, ce la puoi fare.

"Piacere, io volevo farmi una doccia, ma meglio se torno dopo," gli sorrido e proprio mentre mi volto la sua voce mi ferma.

"No, tranquilla, io ho finito," conclude con un sorrisino compiaciuto.

Prende un paio di vestiti poggiati sul lavabo del lavandino, ma prima di uscire mi rivolge un'ultima frase rimanendo di spalle.

"Ah, ho visto che hai la pelle dei polsi irritata, puoi usare la mia crema, è vicino al sapone." Detto questo esce e chiude la porta, lasciando nella stanza un profumo inebriante.

Mi spoglio completamente e attraverso il vetro dello specchio leggermente appannato mi specchio. Anche se non fanno male, i graffi sulle braccia e sulla schiena danno subito nell'occhio.

Preferisco non ricordare i brutti momenti. Ora ho bisogno di semplice quiete.

La doccia è abbastanza spaziosa e, raggiunta la temperatura perfetta, inizio a bagnarmi il corpo. Le gocce calde che cadono sul corpo rilassano i muscoli e la mente. Le piccole ferite creano un pizzicorio che si allevia con il passare dei minuti.

Doccia finita, prendo il primo asciugamano piegato e lo avvolgo al petto, coprendo fino alle ginocchia.

Prendo la crema consigliata da Jungkook e la spalmo delicatamente sui polsi. Ha un profumo delicato e al tatto è liscia e morbida.

Prendo in mano la mia maglietta, ma noto che è terribilmente sporca e rovinata.

Dato che non ho altri vestiti, mi tocca mettere questi stracci.

Speranza Sotto Tiro [ʏ/ɴ x ᴊᴋ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora