Cap XIV

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La donna mi porge la mano e io la stringo con quella opposta. La sua mano è fredda, ma di quel freddo che vorresti riscaldare con il cuore.

La mia mano tremolante tradisce la mia agitazione, e lei lo nota immediatamente.

"Tranquilla, siamo solo io e te," dice stringendo ancora più forte la mia mano. Il calore della sua mano cresce, mentre il suo sguardo deciso sprofonda nei miei occhi, riempiendomi di una speranza inaspettata.

"Meglio se ci accomodiamo su una panchina," propone la signora, e io la seguo senza esitazione, cercando un posto isolato dove parlare in tranquillità.

Dopo pochi minuti di camminata, troviamo una panchina perfetta: il legno leggermente rovinato, al sole, e isolata da tutto e tutti.

Mi siedo e lei fa lo stesso, con movimenti eleganti che rivelano il suo potere e la sua autorità.

Rompe il silenzio per prima. "Scusami se ho chiesto di incontrare te, ma non potevo certo incontrare i ragazzi. Sarebbe stato troppo pericoloso per loro," spiega, guardando in lontananza dei bambini che giocano con una palla.

Vorrei tanto essere lì con loro, senza pensieri struggenti. Forse anche la signora Kang lo desidera.

"Lo capisco perfettamente..." annuisco, troppo timida per aggiungere altro.

"È arrivata l'opportunità perfetta per voi," dice, riferendosi inevitabilmente al piano per eliminare il Boss.

È normale che una moglie voglia far fuori suo marito? Mi chiedo tra me e me. Davvero non c'è qualcosa sotto?

"Mio marito sta organizzando un gala per venerdì. Il tema è in maschera," interrompe i miei pensieri.

È davvero l'occasione perfetta.

"Perché organizzare una festa in maschera?" chiedo, cercando di nascondere il mio sospetto.

"Naturalmente per esibire il proprio potere, cara. E poi è in maschera perché mio marito adora i temi sfarzosi," risponde con sicurezza.

La sua convinzione è talmente forte che riesce a convincermi di qualsiasi cosa. Potrebbe dirmi l'ipotesi più assurda del mondo e io probabilmente le crederei. Ora capisco perché è stato proprio un Boss mafioso a sposarla.

Non sapendo cos'altro dire, continua lei. "Sarà alle 19, vestitevi eleganti. Questi sono gli inviti falsi che ho preparato," mi porge delle buste di carta, raffinate e curate nei dettagli. Le prendo in mano e le scruto mentre lei continua a parlare con la sua voce ammaliante. "Esattamente alle 23 e mezza, durante le cerimonie, mio marito si reca nella stanza delle videocassette. I ragazzi sanno dove è collocata. Quello sarà il momento adatto per assassinarlo."

Quelle sue ultime parole mi fanno realizzare la gravità della situazione. Tra cinque giorni e qualche ora, dovremo uccidere una persona.

No, non è umano. Ma al tempo stesso è colui che ha ucciso tutta la mia famiglia. Questo è ciò che si merita, se non peggio.

Mi schiarisco le idee in pochi secondi. Sono decisa nel farlo.

La donna si alza in piedi e mi lancia uno sguardo risoluto. "Bene, credo di aver detto tutto," conclude.

"Grazie mille, signora Kang, davvero," mi alzo e mi chino per rispetto e gratitudine.

"Io conto su di voi," dice prendendomi nuovamente la mano, questa volta in un gesto di incoraggiamento.

L'accompagno all'uscita e le nostre strade si separano letteralmente.

Speranza Sotto Tiro [ʏ/ɴ x ᴊᴋ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora