Dieci minuti dopo, Gary era nella piazza di Quiet River, a pochi passi dal municipio. A lui però non interessavano gli uffici dei funzionari pubblici della cittadina. Quello che cercava era esattamente sul lato opposto della strada ed era ancor più piccolo del municipio di un paesino di poche anime, ma molto più interessante.

La Quiet River Library era stato uno dei primi luoghi che aveva visitato non appena trasferitosi. Quiet River non era ricca di negozi o attrazioni turistiche, ma possedeva una discreta collezione di volumi. La signorina Rowland, la direttrice, gli aveva detto che possedevano anche un'ala (in realtà una stanza non più grande di uno sgabuzzino) riservata alle edizioni rare, quelle che di solito finiscono ad abbellire le librerie di pomposi collezionisti.

Nel giro di pochi giorni era diventato il loro cliente più affezionato, tanto che la signorina Rowland gli aveva proposto di lavorare lì. Era impegnato nella lettura de Il giovane Holden, quando la donna gli si era avvicinata di soppiatto chiedendogli di darle una mano come scaffalista, ovviamente con una paga settimanale inferiore a quella che riceve un ragazzino delle medie dai genitori.

Lui aveva rifiutato. Non per i soldi, sebbene non fossero sufficienti neppure a pagare le bollette del riscaldamento, ma a causa di Barrett. Il capitano aveva già iniziato la campagna di logoramento nella speranza che accettasse di unirsi alla sua squadra. Nonostante ciò, la signorina Rowland non l'aveva presa a male e si era sempre mostrata molto cordiale nei suoi confronti.

Gran parte dei libri che riempivano l'enorme libreria nel suo salotto provenivano proprio dalla Quiet River Library e avevano superato la data di restituzione da un pezzo. La direttrice lo sapeva, ma non gli aveva applicato nessuna multa, sebbene ne avesse tutti i diritti. Anzi, gli aveva detto che era contenta di sapere che i suoi cari romanzi si trovassero nella casa di una persona che li sfogliasse con tanta cura. Gary si era limitato a ringraziare. Sin dalla sua prima visita aveva compreso che era uno dei pochi a mettere piede lì dentro e a tenerle compagnia. Spesso persino l'unico.

Salì con un balzo i quattro gradini che lo separavano dall'ingresso ed entrò nell'edifico.

Il contrasto dei colori caldi, quasi cupi, lo disorientò per un attimo. La biblioteca, di fatto un unico stanzone, era esattamente come ci si aspetta sia un edificio pubblico con sessant'anni di storia che ha smesso di ricevere fondi dopo i primi quindici. Il banco informazioni non era altro che una lunga scrivania con un antidiluviano computer fisso col monitor ammaccato e da cui proveniva un fastidioso ronzio.

Cinque corridoi divisi da scaffali era l'estensione massima di quel labirinto della cultura. Per raggiungerli bisognava salire un altro paio di gradini rivestiti da un'orrenda moquette color muschio che ricopriva l'intero pavimento e superare l'area di lettura comune, ovvero due enormi tavoli in legno massiccio.

Gary fu lieto di notare che neppure una delle sedie era occupata. Se avesse trovato anche un solo studentello delle medie intento a leggere Le avventure di Huckleberry Finn per una ricerca avrebbe lasciato perdere. Una parte di lui era ancora convinta che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi e non trovava saggio ciò che aveva in mente. Se qualcuno l'avesse visto e si fosse incuriosito avrebbe potuto chiedere in giro, e la voce sarebbe giunta alle orecchie sbagliate. In un posto come Quiet River era fin troppo probabile.

Si guardò attorno, cercando la signorina Rowland. Batté il palmo sul campanello del bancone. Niente. Forse era uscita per prendere un caffè. Di sicuro non correva alcun rischio lasciando la biblioteca incustodita, e Gary non riuscì a non pensare quanto fosse triste quella desolazione.

Meglio per me, si disse cercando di vedere il lato positivo.

Si allontanò dalla scrivania. Le sue scarpe lasciavano sulla moquette vecchia e avvizzita orme come se stesse camminando sulla neve fresca. Superò il primo tavolo, controllando che anche i corridoi fossero deserti. Ciò che gli interessava non era sugli scaffali, ma nell'angolo in fondo, dove c'era un'altra scrivania che dava sul muro. Era più lunga e spaziosa di quella della signorina Rowland, abbastanza da contenere due postazioni da computer. Anche gli apparecchi erano migliori. Certo, non erano l'ultimo modello di Mac (e neanche il penultimo) ma neppure il rudere all'ingresso. Niente monitor ammaccati, niente ronzii e, soprattutto, erano dotati di una connessione internet.

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