27

33 14 29
                                    

Franklin seguì malvolentieri Barrett nel suo ufficio. Il capitano si accasciò sulla poltroncina sfondata dietro la scrivania e chiuse gli occhi, sospirando come se avesse tra le dita una sigaretta e stesse tentando di creare piccoli anelli di fumo. Aveva ancora il giaccone addosso e l'aria esausta. Aveva sempre provato rispetto per lui, ma non era affatto d'accordo su come stesse gestendo la faccenda e nelle ultime ore glielo aveva ripetuto un'infinità di volte.

Dopo aver lasciato Stanford nei pressi dell'abitazione di Greyson erano tornati sulla scena del crimine per l'ennesimo, inutile sopralluogo, dopodiché erano entrati in casa di Kora. La donna li aveva ricevuti in camera da letto, di nuovo, visto che quella mattina non era nelle condizioni di muoversi, sotto lo sguardo vigile di Callen, preoccupato per le condizioni fisiche (oltre che psicologiche) della zia. Eppure, tra i due era stato il ragazzo a scoppiare in lacrime, mentre lei aveva mantenuto un contegno ammirevole nonostante avesse appena appreso che avevano sfondato il cranio dell'uomo con cui aveva condiviso cinquant'anni della sua vita.

A detta di Kora e Callen, le domande di Barrett non erano state diverse da quelle che avevano posto Russell e Melton. Quesiti standard con risposte standard. Come mai Alec fosse uscito di casa subito dopo pranzo, dove fosse diretto, se prima di salutarlo avesse notato qualcosa di strano nel suo comportamento, chi poteva aver motivo di fargli del male.

L'ultima domanda, in particolare, aveva animato una discussione tra Kora e il nipote. Lei non riusciva a immaginare chi potesse avercela con Alec (sebbene avesse avuto l'impressione che mentre lo diceva gli stesse lanciando un'occhiata gelida); suo marito era conosciuto dall'intera città. Era cresciuto insieme a Quiet River, al punto che poteva quasi essere considerato uno dei padri fondatori. Nessuno avrebbe mai avuto neppure la folle idea di comprare altrove il salmone pur di non ferire i suoi sentimenti, figurarsi ucciderlo.

Callen, invece, era di tutt'altra opinione. Per la seconda volta quel giorno ascoltarono la storia di come la settimana precedente Stanford fosse entrato nell'affumicatoio poco prima della chiusura e gli avesse chiesto in tono secco dove fosse lo zio.

«Avreste dovuto vederlo», aveva detto. «Aveva l'aria di uno che cerca un tizio al solo scopo di prenderlo a pugni. E credo avesse il giaccone sporco di sangue. Ne sono quasi sicuro, dopotutto ne vedo tutti i giorni quando pulisco e sfiletto il pesce». Era un dettaglio nuovo, che non aveva raccontato quando avevano parlato quella mattina. Aveva detto che gli era tornato in mente soltanto ore dopo, mentre parlava con Russell.

Lui sapeva bene di chi fosse quel sangue e anche come fosse finito sul giaccone di Stanford, ma non si era intromesso. Non avrebbe dato una mano a quel bastardo che voleva soffiargli il posto di capitano, e di sicuro non avrebbe rivelato di essere stato atterrato come una femminuccia.

Callen aveva anche aggiunto che temeva di aver commesso un errore a dirgli che Alec si trovava al Quiet Cafè, perché il giorno dopo gli era stato riferito che, dopo una breve discussione, Gary lo aveva aggredito sotto gli occhi di tutti. Aveva anche tentato di intimidirlo per chissà quale motivo. In molti lo avevano sentito dire ad Alec che si stava mettendo nei guai e che doveva ricordarsi di avere una famiglia a cui pensare.

Mezz'ora più tardi, Hayley e Flick Shachtman, che aveva allungato la propria pausa pranzo mettendosi a parlare proprio di questo con alcuni amici e che era presente la sera dell'accaduto, avevano confermato l'accaduto e anche le parole usate da Stanford. Avevano già ascoltato anche Hayley, ma Barrett voleva confermare la natura delle presunte minacce di Stanford e altri dettagli. Non aveva menzionato la macchia di sangue (per non condizionarli, aveva spiegato in auto mentre tornavano in stazione), ma era dell'idea che se l'avesse fatto, Hayley avrebbe comunque mentito. Era un pensiero che odiava. Flick, forse sull'onda di quanto detto dalla ragazza, si era limitato ad annuire. Non capiva per quale motivo lei – la donna che un giorno sarebbe diventata sua moglie – facesse tanto la civetta con quel fallito. Vederla arrossire al solo nominare Stanford gli faceva venir voglia di andare a prenderlo e sparargli in testa.

Il segreto di Ted GreysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora