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Il motore cessò di brontolare all'istante. Hayley sfilò le chiavi da quadro e le infilò in tasca, ma non scese dall'auto. Si abbandonò contro lo schienale, come se raggiungere Quiet River fosse stata un'impresa che non credeva avrebbe portato a termine. Da quando Gary le aveva rivelato il segreto che Ted Greyson aveva portato con sé dal Michigan, non aveva più proferito parola. Si era limitata a guidare con le mani salde sul volante e gli occhi sgranati. Il suo sguardo era così vacuo e terrorizzato che per tutto il tempo Gary si era domandato se davvero vedesse la strada. Alla fine, erano giunti a destinazione.

Il cartello all'incrocio che avevano appena superato indicava Klondike Road, una via anonima di una zona defilata, con una decina di abitazioni in fila e nessun esercizio commerciale. Se non avesse visto le luci accese dietro le finestre, avrebbe potuto scambiarla per uno di quei piccoli sobborghi del Midwest abbandonati a loro stessi e ormai disabitati dopo che i residenti avevano deciso di tentare la fortuna in città.

Non c'erano altre auto parcheggiate in strada, né a Gary era parso di vederne passare. Se la polizia e i volontari erano ancora in giro a cercarlo, di sicuro non lo stavano facendo in quella zona. Il suo trucchetto reggeva ancora, anche se presto qualcuno avrebbe cominciato a porsi domande scomode. La sua riconoscenza nei confronti di Savannah non faceva che crescere.

«È questa?» chiese indicando con un cenno la casa alla loro destra. Non era molto grande, ma aveva due piani e persino un garage, fotocopia delle altre lungo la strada. Col buio era impossibile dirlo, ma sembrava che fosse stata tinteggiata di azzurro e sul retro spiccava un albero alto ed esile non più ammantato di foglie. Non molto, ma decisamente più di quanto qualsiasi insegnante di scuola elementare potesse permettersi altrove.

«Sì», deglutì Hayley. Sembrava sul punto di vomitare.

«Non sei costretta a venire con me», provò Gary. «Anzi, forse sarebbe meglio non farci vedere insieme, siamo ancora in tempo.»

Hayley scosse la testa. «Non dopo quello che mi hai raccontato. Non dopo la... verità. Busserò io, tu resta qui. Se è tra quelli che pensano che tu sia l'assassino, allora dovrò convincerla del contrario.»

«Hayley, non devi...»

«Resta qui» ripeté lei seccamente. Aprì la portiera e scese dall'auto. Gary la guardò salire i gradini e suonare il campanello. Non aveva idea di quali pensieri stessero affollando la mente della ragazza. Anche lui era sconvolto e si stava imponendo di non crollare soltanto perché sapeva di essere l'unico in grado di fermare Greyson e la sua scia di sangue. La sola ipotesi di finire in galera e lasciare a quell'uomo campo libero lo faceva raggelare. Per l'ennesima volta da quando erano partiti, controllò il cellulare per leggere eventuali messaggi di Root o Corvini. Aveva affidato loro un nuovo incarico e li aveva pregati di contattarlo non appena avessero avuto ciò che aveva chiesto. Era difficile, lo sapeva, ma vite innocenti dipendevano dalla loro rapidità. Erano già in ritardo, e non riusciva a perdonarselo.

D'istinto, si abbassò un po' sul sedile quando la porta della casa si aprì. Sulla soglia apparve una donna che doveva avere una quarantina d'anni. La vide abbracciare Hayley come se non si vedessero da secoli. Con la mano indicò l'interno, invitandola a entrare, ma Hayley restò ferma dov'era. Gary non riusciva a sentire cosa si stessero dicendo, ma sperava che la signora Goodwin fosse abbastanza ragionevole (o quantomeno curiosa) da ascoltare una versione differente da quella che aveva sentito urlare in strada o nei bar in quei giorni.

Le labbra della signora Goodwin si mossero soltanto per disegnare sul suo viso un'espressione incredula, come se Hayley le stesse raccontando di aver avvistato un sasquatch nei boschi. Poi, gli occhi della donna scivolarono sull'auto. Forse non riusciva a vederlo, ma era chiaro che si stesse chiedendo se credere o meno a Hayley e lasciare entrare in casa sua un uomo che, fino a prova contraria, era accusato di omicidio e ricercato dall'intera città.

Il segreto di Ted GreysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora