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Dopo un paio d'ore passate più o meno a dormire mi risvegliai.

Erano le 5 di mattina. Ero stesa sul divano con pezzi di vetro ricoperti di sangue sopra il comodino a alcuni sopra di me. Faceva malissimo , le braccia, gli occhi, le guance la testa tutto. Con fatica mi alzai e andai a farmi una doccia veloce. Dopo essermi cambiata e fatto tutto andai da Mori, non potevo essere rimpiazzata così, magari se avesse visto che riesco a fare tutto mi avrebbe tenuto. Una volta arrivata Mori mi disse di andare i via xxx per fare un agguato a un signore. Mi disse che ci sarebbero dovute essere più o meno una centinaia di persone tutte guardie del corpo di quel signore, e che l'obbiettivo era di farle fuori tutte.

Era la mia occasione per il semplice fatto che doveva essere una missione per Nakara ma visto che arrivai prima io la diede a me. Magari si fidava ancora di me e gli servo ancora.

Era un lavoro a singolo, avrei dovuto occuparmi di una centinaia di persone da sola. In una situazione normale avrei detto che ce la avrei fatta senza problemi ma ora come ora mi reggevo a mala pena sulle mia stesse gambe però non potevo non farlo.

Andai nel luogo dettatomi da Mori e aspettai, dopo una decina di minuti arrivarono tutti. Era giusti come aveva detto, una centinaia.

Mi abbassai di più e osservai le loro mosse. Al cento c'era il 'capo' presupponevo che parlava circondato da uomini in smoking nero che ascoltavano. Attaccare direttamente quello in centro sarebbe stato troppo difficile anche perché non conoscendo la potenza ne del 'capo' ne delle guardie era meglio agire di nascosto.

Presi il coltello nella destra e nella sinistra la pistola. Mi avvicinai, sempre di nascosto, dietro a un uomo e gli chiuso la bocca con la mano e con l'altra con il coltello lo presi al cuore. Andai avanti così fino a fare fuori una decina. Sarebbe stato troppo semplice sennò.

uno delle prime file, quelle più lontane da me, comincia a spararmi con una pistola. Non colpendomi.
Se in quel momento dovevo pensare a qualcosa lo feci. Pensai a perché avesse accettato o meglio perché Mori mi avesse proposto di compiere questa missione; non sono come il rosso o non so chi che riesce a spaccare testa schioccando le dita. O meglio lo avrei potuto fare ma come dire fino a pochi mesi prima ero una studentessa delle superiori bullizzata da i suoi stessi compagni. Mi sono distratta troppo un proietti di quel tipo mi aveva quasi colpito al braccio.  

Anche tutti gli altri uomini si erano mobilitati per uccidermi mentre in vece il loro 'capo' in centro si era fatto prendere dalle spavento e non si muoveva non ascoltando le sui guardie del corpo.
Era l'occasione.
Presi velocemente la faccia dell'uomo davanti a me è la tirai verso il ginocchio tirandogli una ginocchiata.
Mi feci spazio tra i diversi uomini avvicinandomi sempre di più al centro.

Uno mi prese per le braccia tirandomi verso l'alto.
Uno mi tirò un pugno in pancia e non voglio neanche dire o ripensare al dolore che provai, forse mi aveva rotto una costola ma non potevo fermarmi in quel momento.

Feci girare la pistola tra le dita facendola girare nella direzione di quello che mi teneva per le braccia e gli sparai mollando la presa. Feci lo stesso con l'altro e un'altra decina di uomini.
In totale quelli che mancavano erano un' ottantina.  Però se avessi capito come avessi fatto quella volta magari sarebbe più facile.
Strinsi il coltello più forse alla mano e lo infilzai nel petto di qualcuno.

Il tempo sembrava non trascorrere e gli uomini non finire. Ero sporca. Le mani, i capelli, i vestiti, il pavimento e i corpi ammassati, uomini che cercavano di uccidermi un'altro che urlava spaventato. Avevo un dolore terribile alla testa.
Dovevo farlo tacere. 
Mi avvicinai di scatto all'uomo che  di sua risposta aumentò l'urlo, indietreggio fino a toccare il muro con la schiena, alzai a pistola ma mi buttai subito a terra per il dolore. Cosa accadde? Uno si era evidentemente spostato dalla massa mentre anch'io ne uscivo, e mi sparò al fianco. Non aveva colpito nessun organo da essere sparati non è come si può dire una sensazione piacevole.
Con una mano appoggiata al fianco mi tenevo la ferita, per non fare uscire troppo sangue, e con l'altra mirai a quest'ultimo alla testa. Cadde di colpo causando un tonfo fortissimo. Girai l'arma e uccisi colui che avevo davanti.

Feci due respiri profondi e ripensai a quel momento, in quel momento l'unica cosa a cui pensavo era di fermare in qualche modo quel proiettile. Magari il pensare di fermare questi uomini avrebbe funzionato.

Mi avvicinai velocemente a uno e lo presi per il collo, ma questi non fece come il proiettile, quell'uomo come esplose. Il suo sangue schizzo via di colpo ed era l'unica cosa rimasta di lui.
C'ero riuscita. Ero riuscita a fare qualcosa di buono.
Rinfoderai il coltello e la pistola e corsi verso altri due uomini toccandoli e questi fecero come il precedente. 


Erano rimasti solo una decina di uomini ero distrutta ero sul momento da lì a poco di svenire e restare per sempre addormentata.
Ma non potevo mollare, non adesso che ero arrivata fin lì.

T/n: " bastardi andate tutti all'inferno a bruciare"

Loro aveva delle facce serie immischiate insieme a paura e violenza.
Mi buttai di colpo seduta per eterea con la schiena al mero e presi meglio la mira. Sparai a due tipi e poi a un terzo.

Tre uomini solo tre mancavano. Non c'è la facevo più  tenevo la pistola su a mala pena. Fuori un'altro, sul punto di togliere anche l'ultimo mi cadde dalle mani la pistola sparando un colpo a vuoto dando la possibilità a quegli ultimi due di prendermi e lanciarmi contro un muro.

X1: " che c'è non fai più la superiore! "

X2: " spaccale la testa "

A quelle parole uno mi prese buttandomi a terra iniziando a schiacciarmi il piede con il suo.

X1: " sarà una cosa lenta e dolorosa quindi vedi di prepararti "

Iniziò a premere più forte salendo anche sopra la caviglia. Quelle ossa erano definitivamente rotte.
Urlare era l'unica cosa che potessi fare insieme a piangere per il dolore. Riuscivo a tenere gli occhi aperti a mala pena era difficile pensare a cosa fare ma non ci arrivai totalmente da sola.
Mentre girai la testa per il dolore vidi una pistola e allungai leggermente il braccio per prenderla e una volta presa sparai.
Sparai fino a finire tutti i colpi in carica.

Avevo finito ora sarei dovuta tornare da Morì per digli che avessi finito ma ero troppo stanca e anche se avessi voluto la gamba mi faceva troppo male. Però non era rotta almeno quello che sembrava a me. Deciso così di scriverli un messaggio.

-
: finito.
    via xxx
-
 
Appoggiai il telefono a terra con anche il mio corpo e chiusi gli occhi.

amore tra pistole (Dazai x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora