sogni in una parola

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Feci uscire dalla mia bocca la domanda che mi assillava dal primo momento della giornata ''Dazai, mi odia vero?''. Questa era una delle domande che mi proponevo verso ognuno che mi conosceva o sapeva il mio nome. Ero preparata a un qualsiasi genere di risposta, dopotutto, anch'io mi odiavo. Mente aspettavo una risposta spostai nuovamente il mio sguardo verso il bicchiere davanti a me; portando le mani ad avvolgerlo facendo congelare le mani. Mente una lacrima rugava il mio viso perennemente abbassato.

''No''.

Una sola parola. Non avrei mai pensato che una sola parola avrebbe potuto provocarmi una tale felicità. Senti un calore in contrasto con quello gelido del ghiaccio, avvolgendomi completamente come una coperta. Raccolsi le forze e con occhi rivolti a un sogno mi girai dalla parte dell'emittente di quella parola.

''Per quanto ne so, Dazai, ha una personalità estremamente complessa, e l'entrare nella Port Mafia l'ha solo reso più difficile''.

Ero completamente paralizzata dalla gioia. Non trovavo parole con cui esprimermi. Una lacrima scese di nuovo, ma era diversa da tutte le precedenti, era di gioia. Come una parola, una lacrima, non pesavo avrebbe potuto contenere cosi tante emozioni.

''Penso che tra qualche tempo riuscirai a vederlo cambiato''.

In quel momento non avevo ancora capito le sue vere parole che mi riempivano di felicita ma forse un giorno, probabilmente si.

Skip-time 1 day

Mi trovavo un'altra volta in quell'ascensore che conduce all'ufficio del diavolo. Come sempre, non sentivo alcun rumore prima di fare un singolo movimento in quella stanza. Nonostante non volessi entrare, presi due respiri e mi spinsi dentro con forza.
Come molte altre volte il mio sguardo che era rivolto verso il pavimento, lo portai su Mori. Ci furono degli attimi di silenzio prima che qualcuno dicesse una parola. Come sempre fu proprio Mori a iniziare il discorso. Dopotutto mi aveva convocato lui.

Mori:" T/n, come stanno andando il controllo sul tuo potere?". Domanda scontata, Mori sapeva perfettamente come andava. O per meglio dire, all'interno della mafia lui sapeva tutto, ogni singola azione o pensiero di ogni singolo individuo.
Mori:" Sai mi sono fatto riportare uno dei filmati di quando l'hai usato e ho pensato a un nome". L'argomento non mi interessava più di tanto per me importava solo non mi sere abbandonata di nuovo. "The touch of a God". "Nelle storie di molti Paesi ed etnie esistono diverse divinità, tra cui una che mi ha colpito particolarmente, questa distruggeva tutto ciò che toccava a suo piacimento.  Non ti ricorda niente per caso quieta storia?".   Ci riflettei un attimo, sicuramente si riferiva a qualcuno con una storia simile a me, si riferiva a qualcuno che sicuramente ho conosciuto grazie alla mafia.  Il primo che mi venne in mente fu Chuuya Nakahara.

T/n: "Si riferisce a Chuuya Nakahara per caso?".

Mori: "Che ragazza perspicace.  La storia dovresti saperla no? beh penso per te sia una cosa simile.  Ora come ora vorrei che ti concentrassi ad aumentare la forza, la precisione e per prima cosa il controllo su questa".  Risposi con un semplice annuire di testa, in tutte quelle situazioni dove ero in quel luogo non mi venivano grandi parole o pensieri. Per quanto la sua foce fosse tranquilla e calma, dentro non riuscivo a percepirla così.

In precedenza mi è successo di incontrare  persone che parlavano con una voce calma e tranquilla e mi appariva al contraro.  Ho sempre pensato che queste mentissero, mi intimidivano, ne avevo paura.  Forse perché non sapevo cosa pensassero davvero, ma con Mori era diverso.  Di lui avevo paura proprio perché capivo cosa avesse in mente, molto probabilmente perché ne conoscevo il contesto. Avevo capito la posizione che in cui era e quella in cui ero io con lui.  Lui comandava un'intera associazione Mafiosa e io ne rispondevo direttamente agli ordini; ciò non era da poco, significava che in caso di errori rispondevo direttamente a lui.

Mori continuò successivamente dicendomi che da lì a poco avrei perso il posto di semplice subordinato e sarei salita di grado al livello di Dazai. 

Uscendo da quella stanza ripensai alle sue prime parole. "Non credi sia ora di iniziare ad aumentare questo tuo potere e controllarlo a tuo piacimento? "   Tornai subito dentro correndo ricordando " Se hai capito dimmi il luogo   ". 

T/n: ''Nel magazzino abbandonato vicino al canale sul lato est''.

Mori: ''Perfetto, giusto in tempo, per questo che sei utile qui''.   Questa volta uscì veramente dalla stanza e mi incamminai per andare a casa.  Nella strada intravidi una sagoma per me indistinguibile.  Un cappotto nero lungo con dei pantaloni neri, capelli mori e delle chiazze bianche che comparivano da sotto le maniche, sul collo e un lato della faccia.

Accellerai il passo fino ad arrivare davanti a casa mia.  Entrai , nascosi le armi entro l'armadio, appesi il cappotto e andai in camera, presi dal''armadio dei vestiti diversi da quelli di sempre e tornai alla porta d'ingresso.  L'ora di mangiare era passata da un paio d'ore ma non chiusa.  Era da non so quanto che non mangiavo qualcosa di 'decente' chiamiamolo e visto che oggi sarebbe stato un giorno speciale decisi di andare fuori dalla solita area.

Alla fine trasformai il giorno dove tutti solitamente lo trascorrono con amici e familiari a mangiare una torta per ricordarsi il passato e il futuro a un'eliminazione del mio orribile passato.

amore tra pistole (Dazai x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora