Che fossi io l'errore

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Mi trovavo in un vicolo pieni di cadaveri uccisi da me. Un vicolo chiuso dal mondo e buio di cui probabilmente nessuno ne sapeva l'esistenza e a cui nessuno importava.

Come prima immagine di riferimento mi vengo in mente da sola. ahah. Che schifo che faccio riesco pure a paragonarmi a un vicolo. Forse era vero facevo veramente schifo e quando pensavo di essere riuscita ad avere una svolta ecco mi crolla di nuovo tutto a dosso.

Sono ancora sdraiata a terra con la schiena appoggiata a un muro e una mano che mi tiene fermo il fianco per cercare di non fare usciere troppo sangue. Ho ancora la vista offuscata e un fortissimo dolore alla testa ma sento delle voci o meglio una voce che parlava da solo, forse al telefono.

X: ''Oi ce la fai?''

All'inizio non aveva capito bene i chi fosse quella voce ma dopo che i si avvicinò capì subito che era Nakara Chuuya.

T/n: ''si si'' avevo una voce tremante e insicura che persino un cieco avrebbe capito che non era così.

Cercai di alzarmi, inutile dire che caddi a terra sulle ginocchia facendo cadere delle gocce di sangue dalla bocca.

Il ragazzo senza dire nulla mi sollevò e mi portò in una macchina facendomi salire mettendosi dalla parte opposta.

Sentivo una luce pulsare su i miei occhi, che non riuscivo ancora ad aprire bene, sentivo anche che ero sdraia su un letto abbastanza rigido e scomodo; c'erano delle voci che non riuscivo a distinguere, era tutto confuso mi sentivo debole, avevo un senso di nausea in tutto il corpo, un dolore tremendo alla testa persistente. Più tempo passava più riuscivo a mettere a fuoco con gli occhi dove mi trovassi... Ero in una stanza dove avevo l'impressione di essere già stata, infatti era così. Pareti bianche con luci accecanti, le voci anch'esse si stavano iniziando a fare più chiare fino a quando non le distinguessi, una era quella del medico della prima vota l'altra era quella del rosso, Nakahara. Subito dopo che smisero il rosso usci dalla porta e il medico si avvicino a me.

xx: ''Non va bene non puoi continuare così. Ho già messo tutte le bende e prima di andare te ne darò altre''.

Mi sedetti sul lettino e rimasi ad ascoltare. Dopo un lungo discorso mi diede degli antidolorifici e le bende, a seguito che mi diede tutto, mi diede anche delle raccomandazioni su avessi dovuto evitare di fare. Una volta uscita da quella stanza mi diressi subito verso casa cercando di non incontrare nessuno. Lasciai le bende e gli antidolorifici in bagno e mi stesi sul letto a peso morto. un dolore mi pervase tutto il corpo, mi ero buttata con troppa forza sul letto. Il sole entrava dalla finestra e finiva puntato come una torcia sul mio volto, nonostante ciò riuscì ad addormentarmi comunque.

Mi svegliai dopo non so quanto tempo, il cielo era diventato scuro e buio, erano le 3 di notte, andai in bagno per farmi una doccia ma una volta spogliata vidi d'avanti allo specchio il mio corpo coperto di bende, le braccia, il busto, il ventre, fino a scendere. Con calma tolsi tutto e vidi il peggio, un corpo rovinato, sbagliato, non mi piaceva. Entrata nella vasca sprofondai dentro l'acqua per non pensarci. Dopo qualche minuto uscì dalla doccia e rimisi tutte le bende. Nonostante tutte le cure datemi dal medico c'erano ancora ferite parzialmente aperte e non coprirle le avrebbe fatto infezione. Mi vestii e usci di casa. Mi incamminai per i vicoli della città, non c'era nessuno a quell'ora, solo qualche spacciatore sparso per i vicoli più brutti. Passando per quei vicoli c'erano molti che si picchiavano a sangue o cose simili, quando ci passavo vicino la testa scoppiava sempre di più. Quello che veniva picchiato urlava come un matto e l'altro gli rideva in faccia. Gente spregevole, ma a essere onesti prima di entrare nella Port Mafia come agente era così anche per me.

Senza rendermene conto ero arrivata davanti al porto dove il canale finiva. Scesi fino ad arrivare al fino dell'acqua per poi guardare nell'acqua il mio riflesso. Affiancato al mio c'era la luna, una sfera splendente che con l'acqua si muoveva e s'andava a sovrapporre al mio viso. Che fosse l'ironia della sorte, forse neanche al destino importavo. Forse sarebbe stato tutto più semplice se mi fossi suicidata in quel momento, anche la mia coscienza me lo stava dicendo, sarebbero statti tutti più felici senza di me o forse per altri neanche sarebbe cambiato niente. Io ero una dei secondi, vivere o non vivere non mi cambiava niente.

In quel momento non ci sarebbe stato nessuno che mi avrebbe fermato, e come avevo detto, in quel momento, sentì un'urlo provenire da dietro di me. Sembrava provenire da un magazzino abbandonato me ne sarei fregata se non fosse che volo un corpo sopra la mia testa che andò a finire dentro il canale. Mi alzai e di corsa andai nella direzione da cui proveniva il corpo. Osservai la scena da una fessura della porta. Da quel punto potevo vedere diverse persone, un'uomo con un cappello tipico russo e un'altro con dei capelli lunghi scuri. Ma non stavano parlando tra di loro sentivo altre voci, quelle di una ragazza e un'altra. Parlavano di accordi su soldi e su un certo incontro che non sarebbe stato lontano da quella data. Pronunciarono anche il nome di Mori e discussero anche sul fatto che avesse ucciso il capo precedente a lui.

Dall'entrata opposta entrò un uomo sulla trentina, sembrava spaventato e non per ciò successo prima di entrare ma dopo essere entrato e avere visto il ragazzo con il cappello. Si inchinò davanti a lui e in fretta e furia iniziò a parlare.

xx: ''Vede signore io o meglio noi non siamo riusciti a trovare alcuna informazione sulla figlia di T/c soltanto che è viva e lavora per la Port Mafia. Nient'altro oltre a ciò che sapevate già. Mi scusi.'' disse con delle interruzioni fatte da singhiozzi per il pianto.

L'uomo con il cappello si abbasso all'altezza del signore appoggiandogli una mano sulla spalla. A ciò l'uomo si spaventò ancora di più. Il ragazzo gli disse di stare calmo e che non gli fosse successo niente ma subito dopo che ebbe staccato successe l'immaginabile. Come avesse fatto non ne avevo idea ma ciò che successe fu una situazione orribile. L'uomo era come esploso per colpa di una bomba. Il suo sangue era ovunque.

amore tra pistole (Dazai x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora