6. Tempesta

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La tempesta non accennava a fermarsi ma la nave sembrava reggere il colpo, il mare si agitava creando schiuma biancastra. Harry era al timone, veloce il legno gli scorreva tra le mani assecondando quelle onde implacabili, la ciurma si indaffarava sotto di lui, con maestria dirigeva la nave e motivava i suoi uomini.

Louis in quel momento lo vide, vide l'acqua salata, la tempesta, il mare, la leggenda, la vita e la morte, in quel momento vide il blu scorrere nella vene del riccio, percepì la potenza della distesa profondità in cui erano immersi e l'osservava, osservava quella forza dirigere la nave con sicurezza e esperienza. Non aveva paura, Harry, assecondava l'oceano come fosse un bambino, come fosse mansueto e inoffensivo, tutto sembrava venirgli naturale.

Lo raggiunse, e lo guardò in una tacita richiesta, il minore semplicemente si allontanò dal timone, rendendogli il comando. Louis si sentì persuadere da un'antica euforia, gli era mancato. Nessuno prestava attenzione loro, tutto era caotico.

-Perchè?-

Harry lo guardò sospirando. -Ne usciremo vivi Louis. Fidati.-

Il maggiore scosse la testa. -Io non credo tu ti renda conto, è pericoloso, mortale. Non puoi essere così cocciu..-

-Louis.- fece una pausa Harry stringendo con forza le spalle dell'altro.- So di cosa parli.-

-Ma le leggende Harry, cose indicibili.-

Harry. Suonava così dolce dalle sue labbra, quella voce roca sembrava accarezzare il proprio nome.

-Ci sono stato.- disse semplicemente il riccio. Gli occhi di Louis si sbarrarono.

-Come? Non puoi esserne uscito vivo.- sussurrò il liscio ragionando ad alta voce.

-Ci sono molte cose che non sai.- concluse il minore riprendendo il comando della nave.

Louis aveva guidato l'imbarcazione in una piccola insenatura dove il mare sembrava essere tranquillo, mancavano poche miglia per arrivare alla grotta, Harry decise di ancorare per prendere tempo, dare spiegazioni e possibilità di ripesamento ai propri uomini, prima di scatenare il panico, però, pensò fosse il caso di lasciarli riposare e riprendere per qualche ora.

Il riccio lasciò il ponte appena si fu assicuratò che la nave fosse immobile, scendendo verso le cabine. Un brivido gli percorse la schiena a ripensare a cosa era accaduto pochi giorni prima contro quelle assi umide. Non ne avevano parlato, ne niente del genere si era ripetuto, continuavano a sfiorarsi, a provocarsi, a spogliarsi con lo sguardo, Harry, per quanto avesse dimostrato di non essere ciò che sembrava, non era del tutto a suo agio con la situazione, di certo era bravo a fingere, il coraggio non gli mancava però non era del tutto sereno.

Punto primo, non era mai stato con un uomo, non che ne facesse un problema enorme, era cresciuto con i pirati e, per quanto la corona avesse potuto influire su di lui, sapeva ciò che voleva e di avere tutto il diritto di prenderselo, ma di certo comprenderete che l'inesperienza giocava un ruolo importante.

Punto secondo, se in primis lui non aveva esperienza con gli uomini, beh, Louis sembrava averne, molta, troppa.

Brivido, le mani del moro sulla sua pelle, stretta allo stomaco.

Punto terzo, non sapeva se effettivamente fidarsi dell'altro, non che credesse che per andare a letto con qualcuno ci fosse bisogno di fiducia, amore e stronzate varie, però era pur sempre qualcosa di nuovo e di cui sapeva, come già appurato, poco e niente.

-Siamo vicini, riccio.-

Eccola, quella fottutissima voce che lo stava facendo impazzire; Harry annuì fingendosi disinteressato, senza neppure spostare lo sguardo dall'oblò su cui lo teneva fisso. Era seduto dietro la scrivania, la sedia leggermente spostata, le gambe distese sul legno solido del tavolo davanti a lui e la testa rivolta all'indietro per osservare il mare.

Legends' keeper || Larry || A short pirate storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora