Capitolo 4 - Il concerto (Parte 1)

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Dopo circa cinque minuti io e Flam arrivammo al Rocket. La fortuna di girare con un mezzo che cade a pezzi, ma che ha due ruote, è quello di trovare parcheggio anche se abiti a Milano.

-Bene, eccoci quì!- Esclamò Flam, mentre liberava la sua chioma bionda dal casco che le aveva arruffato i capelli.

-F-Flam voglio andare a casa- Farfugliai a voce bassa.

-Ma sei impazzita? Dopo tutta sta fatica? E perché mai poi? Sarà un sabato come tanti, dopo qualche Tennent's non la penserai più così.- Mi convinse

-Si... Ma sai che non amo i posti pieni di gente, guarda che fila! Ci vorrà almeno un'ora per entrare lì dentro e il concerto sarà già finito, tanto vale andar...- Non feci in tempo a concludere la frase

-Ma per chi mi hai presa? Quando mai ti ho fatto fare la fila per entrare nei locali? Riccardo ci sta già aspettando all'entrata e ti dirò di più, ci ha riservato dei posti davanti insieme a lui. Gli amici più stretti e i familiari stanno in una zona riservata tipo "mini golden pit".

-Mi stai dicendo che che saremo in prima fila?-In quel momento fui travolta dall'agitazione, ma allo stesso tempo sentii un brivido scendere lungo la schiena.

-Non ringraziarmi, entriamo dai.- Concluse Flam prima di strattonarmi per il braccio e trascinarmi davanti l'entrata del locale.

Mentre stavamo raggiungendo l'ingresso, Flam mi chiese di stringere le bretelle del corpetto che stava indossando; solo dopo capii il motivo...

- Scusi signore, noi dovremmo entrare.- Spiegò al bodyguard

-La fila inizia laggiù- La fermò lui

-Ma noi sia...- Flaminia non riuscì a concludere

- Senti ragazzina, sarai la centesima persona che oggi è la sorella del cantante X, fidanzata del manager Y e via dicendo... Non farmi perdere tempo- Terminò il bodyguard. Aveva la stessa aria sfinita di mia cugina Maria dopo che partorì i suoi due gemelli.

All'improvviso un ragazzo riccio, non troppo alto, sul metro e settantacinque, spuntò dall'ombra e disse:

- È tutto a posto Bro, loro sono con me.- Dedussi che quel ragazzo fosse Riccardo Mengoli. Era un po' diverso dalle foto; Su Tik Tok amava mettere in mostra i suoi addominali mentre faceva workout e questo era bastato per farmelo etichettare come "egocentrico senza cervello".

-Menomale che eri all'entrata ad aspettarci! Stavamo per andare via.- Gli comunicò Flam con atteggiamento infastidito.

-E dai su! Non fare l'isterica come sempre! Ero andato un attimo a pisciare. Se siete in ritardo non è colpa mia.- Affermò il ragazzo mentre mi strizzava l'occhio. -Immagino che tu sia Fortuna, piacere, io sono Riccardo, ma tu puoi chiamarmi Ric.-

-Piacere- Risposi. - Ma ci conviene entrare, stiamo bloccando la fila.- Terminai. Mi ero accorta che un gruppo di ragazze dietro di noi stava cominciando ad agitarsi e per evitare ulteriori problemi, cercai di sollecitare la situazione.

Mentre stavamo percorrendo il corridoio d'accesso all'interno del locale Riccardo esclamò:

-Ragazze io prendo da bere, voi avviatevi, dovrebbero iniziare a suonare tra poco. Gin Tonic?-

-Ma siamo a un concerto! Direi di iniziare con le birre, i Gin Tonic... Magari dopo.- Gli dissi con fare forse un po' troppo autorevole per i miei canoni.

-Hai ragione amica. Come si dice? Si sale, ma non si scende? Io sono già brillo, quindi andrò di Gin Tonic, ma a voi prendo le birre. Aspettatemi prima del separè che divide il "parterre" dal palco- Finì Riccardo. Poi sparì tra la folla che sia era accumulata davanti al bar. Va sempre così in questo genere di serate, la gente tenta di dimenticare i giorni passati della settimana, affogando le insoddisfazioni personali nell'alcol.

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