Capitolo 14 - Fluorescent Adolescents

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Fortuna point of view:

Erano le 8:02, la sveglia continuava a suonare imperterrita, nella speranza che mi degnassi almeno di spegnerla. Sarei voluta restare a letto per sempre, ma avevo già consumato tutti i miei bonus "credo di avere la febbre" e Adelaide non mi avrebbe permesso di fissare le lesioni del soffitto per un altro giorno. Misi i primi vestiti che trovai sulla sedia e mi trascinai sul bus, sperando che nessuno notasse che sarebbe bastato un piccolo pugnetto, affinchè cascassi sul pavimento. Mi sedetti al solito posto, quando vidi Davide passare con le cuffie sulla testa e la sua nuova felpa di Octopus. Era entrato in fissa con quella marca da qualche mese, e devo dire che, quel polpo viola stampato sul retro, gli dava un'aria da duro, che lo rendeva attraente. Mi chiesi cosa stesse ascoltando, quando notai un'enorme voglia, che non avevo mai visto prima, spuntare sul collo, quando si girò verso il finestrino. Non sono un'esperta di dermatologia, ma quella macchia, o gli doveva essere venuta per la sua incessante ricerca del profumo perfetto, che lo spingeva a spruzzarsi quintali di fragranze diverse, o era un succhiotto. Lo so che mi ero comportata di merda, che non ero un'amica rispettabile e che probabilmente avrebbe dovuto mandarmi a fanculo, ma lui era il pilastro della mia esistenza e da quando si era spostato, stava andando tutto allo scatafascio. Non ci pensai troppo e feci una soffiata.
- Oh Please, Please, Please Let Me Get What I Want...- Pronunciai, lui si voltò verso di me e fece spallucce.
- Non è da te.- Dissi
- Che vuoi?- Rispose indispettito
- Accertarmi che sia tutto ok... Questo cambio da Capo Plaza agli Smith, mi pare eccessivo.-
- Forse non mi conosci come pensi.-
- Da...- Mentre cercavo di pronunciare il suo nome, le lacrime erano iniziate a scendere da sole sul mio viso e mi paralizzai. Odiavo farmi vedere fragile dagli altri, ma lui aveva visto la parte peggiore di me, aveva conosciuto i miei mostri, ci aveva familiarizzato e mi aveva detto che non erano così antipatici come li descrivevo. Io invece, sentivo di non fare mai abbastanza per lui, ma mai, come questa volta, avevo abbandonato i miei doveri di amica ed ero stata così egoista. L'idea di perderlo mi annodò la gola e non fui in grado di dire quello che volevo.
- Hai visto il nuovo episodio di Demon Slayer?- Quella domanda mi riportò al presente...
- No. Non ho avuto molto, sai...- Risposi
- Tempo, intendi? L'ho notato.- Cosa potevo replicare? Era comprensibile il fatto che volesse chiudere la nostra amicizia... Non avrei augurato a nessuno di avere una stronza come me come amica.
- Avevi ragione... Io sono un'idiota. Tu hai solo cercato di mettermi in gua...- Non riuscii a finire la frase che mi ritrovai un paio di vans sulle gambe.-
- Stasera devo andare ad una festa all'Old. Passo a prendere te e quell'altra sciagurata alle dieci in punto, così beviamo qualcosa.- Avevo esaurito le lacrime, mi girai a guardarlo fisso negli occhi, piena di riconoscenza. Anche in una situazione in cui avrebbe, almeno dovuto farmi pagare le pene dell'inferno per il mio comportamento, mi evitò l'umiliazione profonda di dover ammettere i miei errori e riconoscere che lui avesse capito la situazione fin dall'inizio.
- In che senso DEVI andare all'Old?-
- Vado a trovare la mia ragazza.- Quell' affermazione di spiazzò. Davide, il bambino con cui ho fatto gli esperimenti di scienze più usciti male, giocato a mamma e papà, testato i miei nuovi trucchi di Nabla, adesso aveva spiccato le ali e aveva trovato qualcuno con cui passare il tempo.
- E chi diavolo è questa tipa?-
- Allora... Vedi di non spaventarla ancor prima di conoscerla.-
- Oddio Da, ma sto esplodendo di gioia, ma chi è?-
- Si chiama Elena. Non è di scuola nostra. Lei... Ehm, E' più grande-
- OMG non vedo l'ora di conoscerla. Scrivo un messaggio a Flam, prepariamoci da lei come i vecchi tempi questa sera, dai.-
- Mmm... Affare fatto, ma fatti una doccia, perchè fai veramente schifo.- Scoppiai in una risata lancinante, di quelle che ti bucano le budella; ritrovare il mio migliore amico mi aveva fatto dimenticare ogni male subito e per un attimo pensai che almeno, dovevo darmi l'opportunità di viverla la vita.

Contro ogni aspettativa Flam paccò. Non mi spiegò i motivi, ma immagino che Riccardo c'entrasse in qualche modo. Non mi addentrai nel sapere i dettagli, stavo meglio, mi sentivo meglio e mettersi alle spalle il mondo che la mia amica stava continuando a vivere, mi sembrò la scelta più saggia per accelerare il processo di guarigione.
Incredibilmente, dissi anche la verità ad Adelaide, che con mio stupore non si oppose, anzi disse che uscire mi avrebbe fatto bene.
Davide mi raggiunse alle 19; dato che ero appena uscita dalla doccia, lo accolsi con solo un telo addosso, e lui esordì con:
- Vedo che hai seguito il mio consiglio.-
- Và in camera mia, abbiamo solo tre ore per prepararci.-
- Non dobbiamo andare a una sfilata, cosa cavolo dobbiamo fare in tre ore?-
- Hai detto che è a tema Euphoria questa festa, no? Hai idea di quanto sia difficile spalmare tutti quei glitter sulla faccia? E poi voglio fare un bel lavoro anche su di te, Elena dovrà pensare di stare con il ragazzo più figo di tutta Milano.-
- Difficile pensare questo, quando sei circondata da modelli ogni giorno.-
A quanto pare la ragazza di Davide, posava spesso con altri coetanei per pubblicizzare gli eventi.
- Ne riparlaremo quando avrò finito. -
Non so se fossero i glitter, l'eye-liner o se il riposino dopo pranzo avesse giovato, ma finito di prepararmi mi vedevo bella, come non accadeva da tempo.
Anche Davide era un fregno pazzesco. Non eravamo ai livelli di Alexa Demie e Jacob Elordi, ma comunque stavamo bene.

Arrivati all'Old la fila si sprecava; Tantissimi ragazzi, vestiti in modo estroso come il nostro aspettavano di rimpire la sala. Non ero una fan dei colori o delle feste di quel tipo, ma forse nella mia situazione, brillare come una winx avrebbe aiutato a distrarmi.
- C'è Elena all'entrata. Andiamo- Di fronte a me si presenta una ragazza bionda, con i capelli lisci e tirati a balestra, gli occhi da gatta e un abito increbile che cambiava tonalità in base all'angolazione che assumeva.
- Ciao Ele, sei bellissima.- A Davide brillavano gli occhi, vederlo così mi dava speranza.
- Ciao Baby. Tu devi essere Fortuna.- Il tono di Elena nei miei confronti non parve particolarmente gentile, ma finsi di non notarlo.-
- Ciao, ho sentito molto parlare di te, sono felice di conoscerti.-
- Mmm sarà.- Terminò lei, poi si rivolse verso un ragazzo che le stava di fianco.
-Momo lei è Fortuna... perchè non la porti a fare un giro?- Rimasi interdetta, davanti ai miei occhi si palesò un ragazzo asiatico, dagli occhi neri e capelli lunghi e scuri. Era vestito con una camicia bianca inserita perfettamente dentro un paio di pantaloni neri, tenuti sù da una cintura che li stringeva fin sopra la vita. Capii subito, che l'intento di Elena era quello di sbarazzarsi di me nel più breve tempo possibile, ma mentirei se il sorriso caldo di Momo e il tocco della sua mano non mi avessero provocato una scossa lungo la schiena. Così mi lasciai trascinare dalla sua presa, nei meandri di una folla intenta a dimenarsi tra la musica assordante.
Senza accorgermene mi ritrovai al privè della discoteca, senza nessun viso familiare pronto a rassicurarmi. In sottofondo Break my heart di Dualipa aveva appena generato una gara di twerking tra due ragazze.
- Hai proprio un bel nome sai?- Momo era indubbiamente un bellissimo ragazzo; i suoi lineamenti sembravano scolpiti e il suo suo sorriso era travolgente come il vento d'autunno.
- Ti ringrazio... Anche tu hai un nome bellissimo. Cosa vuol dire?-
- E' difficile da spiegare, ma direi che potrei semplificartelo con "Invincibile".-
- Ti si addice.-
- Si? Ti sembro invincibile?-
- Hai l'aria di uno che non si fa mettere i piedi in testa in questo mondo.- Dopo quella mia affermazione, Momo sfoderò un altro dei suoi sorrisi a denti pieni e poi disse:
- Ti va di ballare?- Non so come riuscii a sostenere quella situazione senza bere nemmeno una goccia d'alcol, ma per qualche strano motivo, con lui mi sentivo al sicuro e riuscivo ad essere meno impacciata del solito, perciò senza starci a pensare troppo risposi:
- Perchè no?-
La mano di momo, stretta tra la mia, mi trascinò in pista; Stava passando You and I di Justin Bieber e Skrillex. Non sono mai stata fan del genere, ma la potenza con cui le casse facevano vibrare il pavimento, creava un'onda che dal terreno percorreva il mio corpo facendolo vibrare all'unisono con il resto dell'ambiente. Le sue falangi incontrarono di nuovo le mie, non casualmente, dato che dopo aver fatto un giro su me stessa, mi ritrovai di spalle, con la schiena contro il suo petto. I suoi lunghi capelli lisci mi sfioravano la pelle come seta. Sentii le sue mani scendere sui miei fianchi e il fiato del suo collo avvicinarsi al mio orecchio...
Da lì in poi ricordo solo una folata di vento fortissima, Momo a terra, pieno di sangue, sovrastato dalla sagoma di un Joker dagli occhi spiritati.

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