Capitolo 12- Caramelle

285 15 4
                                    


Il punto di vista della storia torna a Theo, dopo aver accompagnato Fortuna a casa, buona lettura :)

Appena lo sportello della macchina si chiuse, il mio telefono squillò.
-Pronto.-
La tecnologia impedisce il normale avvenire degli eventi, se potessi farne a meno butterei il mio telefono in una pozzanghera.
- Dove cazzo sei? Ti ha dato di volta il cervello?-
- Sto tornando a casa mia, cosa vuoi Roi?-
- Cosa voglio? Cosa voglio? Loren trova un modo per presentarci a una major, la cosa a cui stiamo lavorando esattamente da due anni e tu mi chiedi cosa voglio? Instagram è impazzito per colpa tua. Migliaia di fan si sentono tradite dalla "presunta ragazza misteriosa". -
- Non ho ancora aperto i social sta mattina.-
- Ti stiamo aspettando, ne parliamo meglio dopo.-

Appena buttai giù, aprii la home di instagram; fui travolto da numerose notifiche di varie pagine di gossip e i commenti sotto le mie foto erano pieni di "Mi sento tradita".
Sentivo le vene della mia fronte gonfiarsi e appena capii di essere sovraccaricato da troppi stimoli, buttai fuori un urlo di disperazione.
Essere un idolo per le ragazze mi faceva sentire apprezzato, in qualche modo rassicurava il mio ego di giorno in giorno. Non mi sentivo mai all'altezza e molte volte pensai di non meritare l'amore che ricevevo. Non ero bravo a dimostrare affetto, eppure continuavo ad essere idolatrato, forse, più per la mia estetica che per la mia musica.

La cosa era parecchio frustrante, anche per questo, a volte mi accusavano di fare di testa mia e non rispettare le regole che mi venivano imposte. Il problema di avere una fanbase femminile era che non sapevano capire il limite tra il personaggio e me. Mischiavano le carte creandosi delle idee in testa, realizzando relazioni a senso unico. Questo era comune per tutte le Boy Band. Loren ci aveva avvisati, ci aveva detto che parte del nostro successo era dovuto a quella fascia di pubblico e che per arrivare nelle orecchie di sempre più persone, avremmo dovuto accontentare le loro esigenze. Amo fare musica, ma scendere a questi compromessi di merda è probabilmente la cosa che mi fa odiare chi lavora in questo mondo.

Stavo sfrecciando sulla mia audi superando di molto i km/h di velocità imposti dai cartelli, e quando me ne resi conto, pensai che non ne potevo più di dover sacrificare me stesso, solo perchè l'unica cosa che so fare, da quando mia madre decise che partorirmi fosse meno complicato che liberarsi di me, è suonare la chitarra. Arrivai a casa in un batti baleno, Roi, Loren e Lean mi stavano aspettando sul ciglio della porta.
Scesi dall'auto consapevole delle urla che avrei dovuto sorbire, e per frenare i miei sensi di colpa misi gli occhiali per evitare di incrociare i loro sguardi.

- Credevo di essere stato chiaro! Una settimana... Manca una fottuta settimana a un momento che forse ti cambiarà la vita, ma tu che fai? Mandi potenzialmente tutto a puttane per una figa che potrebbe denunciarti per pedofilia?-
Roi parlava guardandomi dall'alto in basso, aumentando la dose di sdegno ad ogni parola.
- Non mi pare che tu sia la persona adatta per giudicare le mie azioni.- Replicai
- Almeno io non do spettacolo, sono sempre discreto, non mi pare che ti si chieda molto, stupida zucchina.-

Il mio livello di sopportazione era al limite massimo, sentivo dei sudori freddi iniziare a scendere dalla fronte e l'aria mancare dai polmoni. Un secondo prima di assecondare l'impulso di scaraventare Roi a terra sentii una voce autoritaria risuonarmi nelle orecchie.

- Ragazzi, ragazzi. Calmiamoci un attimo. Abbiamo lavorato duro, giorno e notte per arrivare dove siamo oggi, cerchiamo di mantenere un contegno. La situazione della ragazza è già stata risolta, ho parlato con alcune testate web e la notizia uscirà stasera. La versione ufficiale è che "la cugina americana" non riusciva a comunicare con i bodyguard per raggiungere Theo e lui, da bravo e premuroso ragazzo, era semplicemente andato a prenderla, fine del discorso.-

Poi mi guardò fisso negli occhi e continuò puntandomi un dito sul petto:

- E tu, togliti dalla testa questa storia, perchè non la rivedrai più. Ci ha già creato molti casini ed essendo pubblico il suo volto, non possiamo rischiare che la versione della storia vacilli. Tutto chiaro?-

La mia mente era offuscata, dilaniata da un mostro nero che stava prendendo possesso del mio corpo. Non ero più cosciente, mi limitai ad annuire, come facevo sempre quando percepivo che, le unghie dell'ombra che spesso mi veniva a trovare, avevano trafitto la mia mente. Era tornata quella sensazione di apatia, di incapacità di oppormi al normale flusso delle cose che accadevano e mi sentivo soffocare. Per pochi, pochissimi istanti mentre ero con Fortuna sono stato in grado di cacciarla via, di sentire qualcosa, di nuovo, dopo troppo tempo;
Adesso, il tutto mi era stato portato via con una facilità tale, da pensare che lei non meritasse una persona che non è in grado di lottare per un briciolo di felicità.

Dall'altra parte, la questione non riguardava più solo me, riguardava me, Roi, Lean... Se gli altri finalmente fossero riusciti a trovare un senso a questa vita sarebbe stato comunque un successo.
Mi sentivo morto, di nuovo, dentro la fossa che io stesso scavavo e coprivo tutte le volte che non sapevo oppormi a una situazione.
Comunicai che non l'avrei più rivista, poi mi rifugiai in camera mia fissando un pacco di "caramelle" che non toccavo da un po'.

La mia attenzione si spostò verso qualcosa che luccicava sul ciglio del mio letto.
Era una bracciale con il ciondolo di una tarantola. Fortuna mi aveva detto di essere aracnofobica e che portare dietro la sua paura più grande, l'aiutava a sconfiggerla un po' ogni giorno. Capii che doveva esserle sfilato la sera prima, ma evitai che le immagini di quanto fosse successo quel giorno potessero riaffiorare per colpirmi.
Lo guardai prima di indossarlo e dissi sottovoce:
- Non posso trascinarti quì dentro con me, piccolo ragnetto, è freddo, è buio, non c'è aria e tu meriti di stare in superficie-.

Poi aprii il pacco di caramelle e selezionai le pasticche più scure, pensai di non meritare di bruciare il mio esofago con qualcosa di colorato e le buttai giù senza pensarci due volte.

LinoleumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora