Capitolo 5- Kurt Cobain (Parte 1)

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Ric camminava davanti me e Flam come se fosse la nostra guardia del corpo.

Si atteggiava spavaldamente, indirizzandoci verso la via dei camerini delle star della serata.

Avevo l'impressione che lui non fosse in grado nemmeno di proteggere se stesso, dato che dalla tasca dei suoi pantaloni fuoriusciva un'esorbitante quantità di panetti di fumo. Tuttavia, sembrava un bravo ragazzo, forse un po' troppo su di giri per i miei gusti, ma lo vedevo bene con Flam. Potevano essere due fuochi che si alimentano a vicenda; non so se questo sarebbe stato un bene o un male, ma probabilmente lo avrei scoperto da lì a breve.

Finalmente entrammo nel backstage.

L'ambiente era composto da una grande stanza con le pareti color Bruno Van Dyck adornate da scritte di varie dimensioni, che erano state impresse con l'uniposca.

Tutti i migliori artisti sono passati da quel luogo e avevano firmato il muro .

- Fratellino, ma quanto sei bello? Alzi il livello della famiglia, ma, ma perché hai tre occhi?.- Disse Lean biascicando.

Ecco, di fronte a me il primo membro dei Weirdos: Leandro Mengoli in arte Lean.

-Leandro, ma quanta roba ti sei calato?- Riccardo scrutò il fratello; sembrava decisamente non in grado di intendere e di volere e gli fece il segno del tre con la mano per accertarsi che fosse almeno in grado di contare.

- Dai piccoletto, mi sto solo divertendo un po'...- Rispose Lean a quel gesto.

- Mamma, durante il parto, deve aver fatto uscire prima le tue gambe, invece di quella testa vuota che ti ritrovi, altrimenti non si spiega.- Disse Ric un po' sarcasticamente, ma allo stesso tempo preoccupato per il fratello.

Non è che lui dovesse essere messo benissimo; aveva sicuramente bevuto più di me e io a mala pena mi reggevo in piedi; eppure, non lo dava a vedere per niente.

Improvvisamente, una voce ruppe quella scenetta fraterna:

-È tutto ok bro, lo accompagno io. Ha preso una molly di troppo.-

Da un angolo spuntò Roi, era stato lui a parlare.

Così da vicino, era ancora più bello che in foto. Se non fosse stato per quella acconciatura appariscente, avrei detto che potesse tranquillamente sfilare per Abercombrie e Fitch. Ma d'altronde, con quel viso poteva permettersi anche di farsi la testa a strisce pedonali e poi quel look stravagante che aveva scelto, identificava l'immaginario emo-dark di cui si stavano facendo portavoce.

-Leeean! Quando la smetterai di fare il coglione e capirai i tuoi limiti? Le droghe le prendi soltanto se sei in grado di non rovinare la serata agli altri.-

Riconobbi subito quella voce; ci girammo tutti immediatamente dalla parte opposta della stanza, dove Theo era seduto per terra con la sua chitarra appoggiata sulle gambe. Giocava con le corde di una vecchia acutistica e indossava un paio di occhiali da sole bianchi, che mi impedirono di capire, se anche lui avesse preso una sostanza stupefacente.
La sua presenza mi rese agitata, sentivo di poter svenire da un momento all'altro; però dovetti ammettere che, per il suo tono saccente e il modo di parlare intimidatorio, in quel frangente, mi fece in un certo senso antipatia.

Aveva l'attitude di una persona che sa, di non essere allo stesso livello dei terrestri con cui deve condividere l'aria da respirare.

Poco dopo, Lean vomitò sulle scarpe del fratello.

-Meerda, le mie nuove Jordan! E io che pensavo che mi avresti portato da qualche parte a fare casino. Vediamo di darti una ripulita. E le scarpe me le ricompri!-
Riccardo sembrò molto infastidito da quanto stesse accadendo.

-Ti do una mano.- Esordì Flam, mentre aiutava Riccardo a trascinare il fratello in bagno.

Solo quando uscirono da quella stanza, mi resi conto di essere rimasta totalmente da sola con Roi e Theo.

Mi si appannò la mente, per un attimo pensai che la sincope fosse imminente, ma cercai di resistere alla volontà del mio corpo di cedere per terra.

-P-p-er caso avete dell'acqua?- Domandai esitante, nella speranza che dei liquidi mi dessero un minimo di lucidità.

-Senti ragazzina, se vuoi drogarti, vedi di farlo fuori da quì. Manchi solo tu per concludere questa serata del cazzo in bellezza.- Sbottò Theo, che chiaramente dovette pensare che per trovarmi in quella circostanza, Breaking Bad dovesse essere la mia serie preferita.
Mi irrigidii di fronte alle sue parole, anche perché gli stavo mostrando la parte peggiore di me.

Cercai di non farmi mangiare dall'ansia e gli risposi:
- MA NO, NO! Non mi sono mai drogata in vita mia. Ho solo bisogno di idratarmi un po', ho bevuto qualche bicchiere di troppo.-

Roi, che fino a quel momento era rimasto attaccato allo smartphone, decise di inveire contro il suo amico:
-Ma come sei scortese! Il solito villano dalle cattive maniere, non fare caso a lui. È solo un cane che abbia, ma non morde. Ecco i tuoi croccantini.-
Gli tirò una bustina di pastiglie colorate, ecstasy probabilmente, ma Theo sembrò ignorare quel gesto e le lasciò per terra. Poi mi passò una bottiglietta d'acqua:

-Ecco l'acqua tesoro.-
Ero così assetata, che mi scolai tutto il mezzo litro, mentre Roi mi fissava con sguardo perplesso e anche un po' divertito. Immagino che sembrai un meme vivente in quell'istante.

-Ti va se andiamo via da quì? Quel Gollum lì per terra, rarefà l'aria di questo posto con la sua aura maligna. Prendo le chiavi della BMW e ci facciamo un giro.-

Capii subito le intenzioni di Roi. Probabilmente, se Lean non si fosse ridotto in quel modo, sarebbero già stati in un locale a rimorchiare qualcuno con cui finire la serata col botto; magari una modella o un'influencer dal valore di 200K follower per tetta. A causa dell'impedimento creato dall'amico e visto che, ero l'unico essere dotato di vagina in quella stanza, pensò che potesse accontentarsi di me.

Tantissime ragazze avrebbero voluto essere al mio posto, ma non sono mai stata una che va a letto con gli altri tanto per, anche se a chiedermelo era Enrico Romisi in arte Roi.

Non feci in tempo a inventare una soluzione per quella situazione sconveniente, che Theo intervenne dicendo:

-Broh, mi ha appena messaggiato Lisa... Sta venendo quì. Sicuro di voler andare proprio adesso?-

Ci pensò meno di mezzo secondo, poi Roi se ne uscì con: -Beh, in tal caso, non me ne volere mia cara, ma ho dei conti in sospeso da risolvere.-

Ero appena stata scaricata alla velocita della luce e ciò ebbe un impatto non indifferente sulla mia autostima; Infine, realizzai che la famigerata Lisa mi avrebbe evitato ulteriori imbarazzi e fui grata dell'esistenza delle sue ipotetiche poppe accalappia follower e rockstar.

Subito dopo, si sentì un clacson fuori dal parcheggio; Roi afferrò la sua giacca di velluto e prima di sparire esclamò:
-Au revoir! Roi se ne va.- Mi ricordò vagamente MiLord di Sailor Moon e quel pensiero si tramutò in un ghigno soffocato.

Nel backstage calò un silenzio tombale, si sentiva solo lo strofinìo delle corde della chitarra di Theo nel procinto del cambio di accordo. Non l'aveva mollata un secondo, quasi fosse una parte di sé.

Eravamo rimasti da soli, in un modo in cui la mia fervida immaginazione non era riuscita ad arrivare.

Improvvisamente si alzò da terra, indossò la giacca di pelle che aveva personalizzato con la vernice e si avvicinò verso di me.

Mi prese la mano e disse:
-Andiamo, la serata è finita.-

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