17. Smettila

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POV:PLOY

Iniziare la giornata con un bel cappuccino è la cosa migliore, accompagnato volendo da qualche biscotto.
Finito metto la tazza nel lavello, i biscotti al loro posto e vado a vestirmi.
Ho paura di sporcare gli abiti da lavoro, quindi ho il vizio che prima faccio colazione con il pigiama e poi mi cambio.

Stretta la coda esco dal bagno, prendo: chiavi della macchina, borsa, occhiali da sole ed esco.
Aperta la porta una brezza di vento calda mi trapassa, guardo il cielo come mio solito fare e prospera bene per la giornata. Così decido di andare in ufficio a piedi.
Durante il tragitto i cinguettii degli uccelli appena svegli e il motore di qualche macchina mi accompagnano.
Il bello di uscire presto è fare una camminata con la quiete che ti circonda.

...

Arrivo davanti alľ azienda e un usciere apre la porta in vetro.

-Grazie.

-Non c'è di che, signora Diaz. -risponde ľ uomo.

Continuo la mia avanzata e ogni dipendente mi saluta o quasi perché altri hanno paura di farlo, dato il mio sguardo sempre alto e di superbia.
Nelľ ufficio tempo di sedermi, che poi bussano alla porta.

-Avanti. -dico mentre metto la firma su alcune scartoffie.

-Buongiorno signora Diaz. -alzo lo sguardo.

-Buongiorno, mi dica signorina Way.

-La riunione che deve tenere alle
12 è stata posticipata per la prossima settimana allo stesso orario, ma in compenso oggi alle 16:30 un agenzia vorrebbe parlarle.
Ah e mi scusi la persona con cui parlerà si chiama Paul Javik. -mi informa.

-La ringrazio. Questo vorrà dire ch dalle 12 fino alle 14 sarò libera giusto?

Annuisce.

-Allora gradirebbe la mia compagnia per andare al ristorante che ha aperto da poco, qui vicino?

-Se non le reco disturbo. -chiude ľ agenda.

-Lei non reca mai disturbo Way. -faccio ľ occhiolino.

-La ringrazio per ľ invito e ora se non le dispiace io mi congedo. - dice con voce nervosa.

-Ci vediamo dopo alle 12:30, Ne -tossisco. -Signorina Way. -mi sorride ed esce dalla stanza.

...

Guardo ľ orologio sul polso e segna le 11:30, manca solo un'ora, sono entusiasta.
Finisco di firmare e di parlare con alcuni capi di azienda.

-Si, d'accordo organizzo una riunione e le... -bussano al porta e mi blocco.
-Mi scusi stavo dicendo che la richiamerò per ľ orario e il giorno, buon lavoro. -metto giù il telefono e dò il permesso di entrare alla persona dietro la porta, intanto mi appunto di dire ad Isabel dell' incontro.
L'ignoto chiude la porta ed alzò lo sguardo.
No no no no!

-Heyy, amore come va? -dice Clayton.

-Smettila. Non tornare come se non fosse successo nulla, mi fai solo provare dolore, lasciami stare. -impreco.

-Dai piccola fai la seria! -si avvicina troppo.

-Allontanati ora! -indietreggio verso il muro.

-Come vuoi, ed io che volevo essere gentile. -sbuffa. Mi si para davanti, ma con un espressione di rabbia e malizia.
Mi da uno spintone facendomi sbattere sulla parete, blocca i polsi con delle manette, non so da dove siano uscite ma le posiziona le mie braccia in alto, bloccando la catennella delľ oggetto con una mano e con ľ altra mi prende il volto, fa delle leggere carezze sulla guancia e mi bacia insinuando nella mia bocca anche la sua lingua, facendomi salire la nausea.
Provo a dargli un calcio e la prendo sul lato del ginocchio, facendola gemere dal dolore e lasciare entrambe le prese.
-Cosa pensi di fare. -ride.

-Questo. -gli sferro un pugno sulla tempia e sviene.
Per fortuna che ho seguito un corso di autodifesa tempo fa, chissà cosa avrebbe potuto farmi.
Ma ora non so cosa fare...

Continua...

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