6. Confessioni

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Simone aveva iniziato la terapia già da qualche settimana per poter riprendere a camminare e lo avevano spostato di reparto il che significava che Manuel non aveva più la complicità di Paola, quindi doveva davvero attenersi agli orari di visita e alle regole e ne soffriva, molto.

Ma, visto come stava andando la terapia, non doveva mancare molto prima che Simone venisse dimesso.
La vita di Manuel aveva ripreso ad essere normale, lui aveva ripreso la sua routine, credeva di non essersi mai sentito meglio.

Proprio mentre stava uscendo dalla doccia il telefono prese a squillargli: Simone lo stava videochiamando.
Si affrettò a mettere l'accappatoio, il suo cuore balzava sempre quando vedeva il suo nome sullo schermo, gli erano mancate anche quelle piccole cose.
Rispondeva sempre con un tono di preoccupazione nella voce, aveva paura Simone lo chiamasse perché aveva bisogno di qualcosa.

«Oh, è successo qualcosa?» chiese subito dopo aver accettato la chiamata

Simone vedendo Manuel con i capelli bagnati avvolto nell'accappatoio sorrise, gli sembrò più bello del solito «Scusa, ti ho disturbato»

«Nun me disturbi mai, lo sai» disse Manuel sedendosi sul water chiuso «Allora? è successo qualcosa?»

«No, ti ho chiamato così» disse Simone «Mi andava di parlarti, di vederti... deve per forza succedere qualcosa?»

Manuel sorrise «No, no» scosse la testa «È che mi preoccupo, lo sai»

«Pure troppo mò» disse Simone ridendo «Com'era la frase? Ah sì, tu pe' me manco esisti, giusto?»

«Va bene, d'accordo. Il diritto de sfottermi pe' come me so' comportato ce l'hai» ammise Manuel roteando gli occhi

Simone rise «Ho letto il quaderno»

Manuel rimase in silenzio.
Non si sentì violato nonostante qualcuno avesse scoperto una delle sue parti più intime ma sentì comunque una sensazione strana allo stomaco.
Era felice che Simone adesso sapesse - quasi - tutto ma aveva un po' paura di cosa avrebbe iniziato a dire dopo.

«Sono meravigliose le cose che hai scritto»

«Meravigliose 'sto cazzo, Simò. Soffrivo come a un cane» scherzò

«Vero ma sono comunque bellissime» ammise «Ed era bello leggerle e sapere che fossero per me» confessò

«Ne ho poche cose belle ma quelle che c'ho te le voglio regalà tutte, Simo» disse spontaneamente

Simone provò un balzo nel petto e non riusciva a non sorridere a quelle frasi che Manuel gli diceva.
Era come se stesse continuando a sognare ad occhi aperti.
L'ultima volta che aveva parlato con lui avevano litigato di brutto mentre adesso aveva letto tra i pensieri di Manuel ed erano tutte parole d'amore per lui, anche quelle appena dette lo erano e gli sembrava incredibile.

«Sei sicuro, sì?» Simone provò a smorzare l'atmosfera che fra loro non era mai seria per troppo tempo

«E certo che so' sicuro, che me ne faccio io delle cose belle se nun posso condividerle co' te?»

Simone dovette distogliere lo sguardo, non voleva sembrare troppo coinvolto da quelle frasi, un po' si imbarazzava anche ma sentiva le guance andargli a fuoco e il cuore battergli fortissimo.

«Stasera vieni?»

«Pure mò, se vuoi» rispose Manuel

«Ma ora non possiamo stare assieme»

«Se te faccio uscì in giardino sì»

«Hai delle regole tutte tue» Simone rise

«Non stai mica in carcere, te vedo quando voglio»

Quando eri via || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora