Un mese e una settimana.
L'attesa diventava sempre più estenuante.
Manuel era stato costretto a tornare a scuola, sia da Dante che da Anita, o avrebbe perso l'anno.
Dante provava a mettere una buona parola durante i consigli di classe, spiegando loro che era un periodo difficile per Manuel visto ciò che stava accadendo ma non serviva molto, soprattutto per Lombardi che non perdeva occasione per umiliarlo, per mettergli un voto basso.Ma a Manuel non importava: lui non vedeva l'ora di uscire da scuola e andare a trovare Simone, passare del tempo con lui attraverso il vetro della porta che li divideva: aveva preso coraggio e adesso lo guardava da lì, era già abbastanza doloroso vederlo da lontano e non aveva la minima intenzione di andare oltre.
A volte andava a prendere la madre a lavoro e, con il professore, pranzavano vicino l'ospedale per poi andare lì tutti insieme.
Manuel non vedeva l'ora di porre fine a quelle "tradizioni" che si stavano creando, non gli piacevano affatto.Quel giorno, mentre il professore era dentro la stanza, Anita sulle panche di ferro e Manuel davanti la porta, arrivò un dottore che, dopo essere entrato, chiuse la porta lasciando lì Manuel.
«Ma che stà a fà questo?» chiese, agitato
«Magari deve visitare Simone» rispose Anita
«E non lo poteva fà co' la porta aperta?»
«Entra e vedi» disse lei alzando le spalle
«No.. non voglio entrà»
«Da lì lo vedi comunque, cosa cambia se entri in stanza?»
«Cambia mà, nun te lo spiegà ma cambia»
Manuel aveva paura di avvicinarsi a Simone e non sentire più il calore della sua pelle, il suo profumo - dato che quel posto odorava solo di disinfettante e medicine -. Aveva paura di entrare e sentire il suo respiro in modo leggero, al contrario di come lo aveva, solitamente, durante la notte quando avevano dormito insieme. Aveva paura di crearsi nuove sensazioni legate alla vicinanza di Simone e lui voleva ricordare solo quelle passate, le vere sensazioni.
Dopo qualche minuto, uscì il dottore seguito dal professore che sembrava sconvolto. Manuel capì che doveva trattarsi di una brutta notizia.
«Che succede, professò? Che voleva quello?» chiese andandogli dietro
«Mi ha detto che i valori sono stabili» disse Dante passandosi una mano sul viso
«Eh beh, non è 'na brutta notizia» disse Manuel, tirando un sospiro di sollievo
«Ma non migliorano, sono stabili da un mese e potrebbe continuare così per anni»
«Anni?» chiese Manuel, sentì di non star respirando più e dovette concentrarsi per farlo «Nun je sanno dì altro? Solo questo?»
«Se i valori non migliorano, o peggiorano, dobbiamo solo aspettare e non sanno per quanto»
Anita si alzò per offrire un dolce abbraccio a Dante, che era distrutto in viso.
Manuel si appoggiò al muro e si passò una mano tra i capelli. Sembrava un loop infinito, ormai. Tutti i giorni identici e odiava non avere nessuna notizia positiva, odiava sentire di star esaurendo anche quei piccoli bricioli di speranza che gli restavano.
Un mese era già abbastanza senza Simone, ma anni? Come avrebbe fatto a continuare quella vita per anni? Lui lo rivoleva indietro, subito. Non voleva aspettare più.
Doveva esserci un modo per farlo tornare, dovevano trovarlo. Si sentiva tanto impotente e inutile.
Si accasciò a terra e si portò le gambe al petto. Contava da uno a dieci, poi da dieci a venti ma il respiro non tornava e lui non si era mai sentito così: era paralizzato, sentiva di star tremando, sentiva come se i polmoni si stessero restringendo provocandogli un dolore al petto. Stava pensando troppo, stava pensando a troppe cose e nessuna di quelle gli piacevano. Si scostò il colletto della maglietta ma non servì a nulla, i respiri diventavano sempre più corti.
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Quando eri via || Simone x Manuel
FanficÈ passato un mese dall'incidente: Simone è ancora in coma e Manuel non lo lascia da solo tranne che per necessità estreme. Dorme anche lì, su quelle panche di ferro e, da quando quell'inferno è iniziato, fa sempre lo stesso sogno: un bambino sta se...