La relazione tra i due continuava e, anche se a volte si scontravano, sapevano sempre come fare pace e ritornare tra le braccia dell'altro.
Tutti subito si rendevano conto quando tra i due qualcosa non andava, soprattutto Dante e Anita che vedevano i due stare distanti, guardarsi - perché gli occhi non riuscivano mai a toglierseli di dosso, li usavano per urlarsi "sei un coglione, ma non riesco a non amarti" - ma non parlarsi.
A volte era Simone a sbagliare, e quando era così lo riconosceva subito e andava a chiedere scusa e, fortunatamente, quello bastava a fare la pace.
Altre volte sbagliava Manuel e lui, che non aveva mai chiesto scusa a nessuno - se non alla madre - , che faceva fatica a riconoscere i propri errori, aveva bisogno di più tempo ma, da quando stava con Simone, stava imparando ad ammetterli e a chiedere scusa perché teneva più a lui che al suo orgoglio.Quel giorno erano a scuola.
Durante la ricreazione Manuel era uscito a prendere il caffè mentre Simone era in classe, stava ripassando per l'interrogazione di latino che avrebbe avuto subito dopo e Matteo e Chicca erano lì con lui perché anche loro sarebbero stati tra le vittime.Mentre stavano ripetendo insieme, confrontandosi e cercando di spiegarsi le cose a vicenda, Manuel entrò in classe correndo.
«Simò, Simò!» corse verso di lui
«Che è successo?»
«C'ho un lavoro» disse, era felice
«Che lavoro?» spaventato per la risposta che avrebbe ricevuto visti i precedenti
«Niente de illegale, giuro» Simone gli tolse il bicchiere di caffè dalle mani per berne un sorso «È 'ncollega de mi madre, c'ha bisogno de sistemà la macchina sua e lei gli ha dato il mio numero e m'ha chiamato poco fa»
«Ma è bellissimo, Manu» Simone sorrise, sapeva quanto significasse per Manuel guadagnare dei soldi e sentirsi utile in casa, aiutare la madre
«Me dai 'na mano, sì?»
«Ma io non so' capace a sistemà le macchine»
«Ma l'abbiamo già fatto»
«Eh ma facevi tutto te, io ti passavo le cose e basta»
«Eh, me passi le cose e basta»
«Se dividemo i sordi e t'aiuto io, Manuel» intervenne Matteo
«Ma nun se ne parla, i sordi so' miei» si rivolse di nuovo verso Simone, voleva a tutti i costi che gli desse una mano, era una scusa per passare del tempo insieme da soli «Dai, me dai 'na mano sì o no?»
Simone sospirò, alla fine a lui non costava niente ed era, appunto, un modo per stare insieme. Annuì «Sì, certo che te do una mano»
Manuel sorrise «Quindi je dico sì?»
«Non l'hai ancora fatto? Sbrigati, digli di sì» Simone lo incitò
Manuel, istintivamente, prese il viso di Simone tra le mani e gli diede un bacio sulle labbra «Grazie, je chiamo subito» dopo uscì correndo dalla classe
Simone rimase senza fiato al suo posto, con il bicchiere vuoto di caffè tra le mani e il cuore che gli batteva a mille.
Nonostante tutti sapessero della loro relazione, Manuel lo baciava solo davanti ai loro genitori o quando erano da soli, non l'aveva mai fatto davanti ad altri perché ancora, nonostante avesse accettato di essere bisessuale, pensava troppo prima di agire.
Quella volta non l'aveva fatto, si era comportato come quando erano soli.
Solitamente in classe stavano insieme ma non si scambiavano mai effusioni di nessun tipo. Simone non faceva mai un passo verso Manuel perché vedeva che lui non si trovava molto a suo agio. Quando stava insieme a Chicca passavano le ore a baciarsi davanti a tutti, con Simone non l'aveva mai fatto e quest'ultimo aveva capito fosse perché aveva bisogno ancora di altro tempo e così aveva aspettato, senza dire nulla.
STAI LEGGENDO
Quando eri via || Simone x Manuel
FanfictionÈ passato un mese dall'incidente: Simone è ancora in coma e Manuel non lo lascia da solo tranne che per necessità estreme. Dorme anche lì, su quelle panche di ferro e, da quando quell'inferno è iniziato, fa sempre lo stesso sogno: un bambino sta se...