Capitolo 12

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Miriam si svegliò. Che ore erano? Non importava... Voleva solo superare quello strano livello, e magari, tornare a casa. Non voleva più stare lì. Miriam si alzò ed iniziò a camminare. Si considerava fortunata a non essere stata uccisa da qualche strano mostro durante le sue ore di sonno. Vide un altro essere umano "No aspetta, ci sono altri esseri umani qui?" Rimase scioccata. Era una ragazza poco più alta di lei, molto magra e con dei capelli castani ben curati. I suoi occhi erano viola "Magari sono delle lenti a contatto" pensò. Aveva una larga felpa nera e dei jeans aderenti azzurri. Miriam si avvicinò alla ragazza e le disse "Ciao!" Lei la guardò negli occhi per qualche secondo, fino a quando Miriam non distolse lo sguardo. Non riusciva a guardarla negli occhi, cosa strana dato che era una ragazza molto estroversa. "Ciao." Disse la ragazza in risposta. "Come ti chiami?" Disse la più bassa e la ragazza misteriosa rispose con "Non ricordo il mio nome..." e Miriam disse "Oh, tranquilla. Lo ricorderai presto; è solo una questione di tempo." La ragazza dalle lenti viola sgranò gli occhi e saltò addosso a Miriam. Una delle maniche si strappò leggermente lasciando intravedere un'altro braccio. Miriam era terrorizzata. Non c'era più dubbio; quella non era una ragazza, ma un'entità. Miriam ricordò di avere un coltellino nella tasca, non ricordava dove lo avesse preso ma lo uscì e pugnalò l'entità. L'entità dagli occhi viola cadde a terra e perse molto sangue, proprio come se fosse un essere umano. Per un attimo Miriam pensò di star per morire, ma a causa di qualche miracolo era ancora lì, viva e vegeta. Sentì un'ondata di gioia. Non provava gioia da così tanto tempo. Allora in quelle stanze si potevano davvero provare emozioni positive. Non avrebbe mai pensato di poter provare ancora una volta un'emozione come la gioia.

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