9. «Fermate la cerimonia!»

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Jungkook.



Aprii gli occhi lentamente, era la sesta volta che mi svegliavo a causa di fitte stilettate allo stomaco, mi girava tutto e mi sembrava di essere totalmente senza forze. Non sapevo quanto tempo fosse passato, sicuramente giorni, riconoscevo il cambio delle ore solo grazie alla luce e al buio che entravano dalla finestra.

Taehyung era in pericolo, questa era l'unica sensazione chiara, l'unica cosa di cui ero assolutamente sicuro e dovevo andare da lui, dovevo alzarmi dal letto, arrivare al confine, andare a prenderlo a casa sua anche se non avevo la più pallida idea di dove vivesse. Il problema? Avevo provato ad alzarmi dal letto più volte senza ottenere grossi risultati, provavo dolore dappertutto. Un pomeriggio mi ero svegliato con alcuni segni violacei sui polsi e non capivo come me li fossi procurati dal momento che non mi ero mosso, erano scomparsi dopo un paio di ore e a me era tornato in mente quando Taehyung mi aveva raccontato che Seojoon lo legava al letto. Non comprendevo perché fossi in grado di provare quelle sensazioni, come fosse possibile per me essere collegato a lui fino a questo punto. Provavo dolore dove probabilmente lo stava provando anche Taehyung, male alla pancia, mal di testa, segni sui polsi, nausea...Seojoon lo stava torturando ed io non potevo lasciare che continuasse così, dovevo salvarlo.

Sapevo di essere in stato confusionale, ero debole, mi sembrava di aver cominciato a sentire le voci perché nella mia mente risuonava la sua voce che mi chiamava. -alpha, alpha aiuto, alpha-. Mi sembrava di star impazzendo.

«Tae...» Mugugnai, voltandomi sul lato per essere in una posizione che mi facilitasse i movimenti che avrei dovuto fare per alzarmi. Provai a prendere dei respiri profondi, chiusi gli occhi, pensai intensamente a lui, alla sua risata. Avevamo passato insieme una notte soltanto eppure provavo qualcosa per lui, un qualcosa di talmente intenso da sentirlo fin dentro le viscere, non mi ero mai sentito così nei confronti di nessun omega prima d'ora. Volevo solo poter stare con lui.

Mi misi seduto, tenendomi la testa con entrambe le mani e continuai a respirare. Dovevo focalizzarmi su di lui, aveva bisogno di me, dovevo raggiungerlo. Ero un cazzo di Alpha, ero il legittimo erede a diventare Alpha Superiore, non potevo lasciare che un po' di dolore fisico mi fermasse. Cercai la determinazione e la forza che mi mancava dal mio lupo, proprio lui che anelava la presenza del lupo di Taehyung e aveva bisogno di ricongiungersi con lui. Mi alzai in piedi, dapprima con gambe tremanti, appoggiandomi al muro pur di mantenere l'equilibrio e poi mettendomi in posizione eretta. Strinsi i denti perché mi resi conto di provare dolore ovunque ma non potevo fermarmi, non dopo aver capito di essere rimasto bloccato a letto per quattro giorni e mezzo. Seojoon stava torturando Taehyung da quattro fottuti giorni e mezzo. Adesso basta.

Mi trascinai fino alla porta di casa, la aprii e presi un paio di respiri profondi, lasciai che ossigeno puro e pulito mi invadesse i polmoni, mi arieggiasse il cervello e poi mi misi in cammino, direzione? La reggia.

Per quanto avessi fretta di trovare Taehyung, dovevo poter avere la sicurezza di potercela effettivamente fare e viste le mie condizioni fisiche forse era meglio non rischiare di andare da solo. Seojoon era un alpha, era più grande di me e temevo che la mia determinazione non potesse essere sufficiente vista la mia prestanza fisica e la mia debolezza momentanea.

Quando arrivai alla reggia, entrai dal portone principale e mi diressi velocemente verso la sala del Consiglio, sentivo centinai di odori, alpha per lo più ma ancora di più potevo ascoltare la voce di mio padre parlare e proprio lui dovevo cercare.

Non bussai neanche, spalancai il grosso portone in legno di mogano, quello cigolò appena e tutti i presenti si zittirono, osservandomi.

«Dobbiamo andare dai Red Shadow.» Dissi semplicemente, la mia voce uscì rauca. Era la frase più lunga che avevo pronunciato negli ultimi quattro giorni, avevo la gola secca. Fissai mio padre che si era alzato in piedi. Sentii gli occhi preoccupati di Yoongi e Namjoon addosso, sapevo avrebbero voluto venire da me, aiutarmi a mantenere una posizione più dritta ma temevano la reazione di mio padre, dopo tutto era lui a comandare.

Purple eyes shine for you | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora