32. «I tuoi occhi sono viola.»

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Jungkook.





Mi svegliai di soprassalto, quasi soffocando e quando aprii gli occhi, mi resi conto di avere alcuni vestiti sul viso. Li rimossi e mi misi a sedere, preoccupato che stesse accadendo qualcosa di strano ma ciò che vidi fu Taehyung in piedi, di fronte al nostro armadio che continuava ad estrarre per lo più miei indumenti, li annusava e poi se li lanciava alle spalle, facendoli atterrare sul letto. Mi scompigliai i capelli e mi grattai gli occhi per svegliarmi meglio prima di alzarmi e provare a raggiungerlo ma quando fui abbastanza vicino, lui si voltò di scatto e mi ringhiò. Io pietrificai sul posto.

«Tae? Che succede?»

«Vattene!» Gridò ed io ero davvero confuso.

«Cosa? perché?»

«Fuori.» Disse ancora, spingendomi verso la porta della camera ed io proprio non ce la feci ad oppormi, i suoi feromoni emanavano un odore strano, era buono, non stava male però c'era qualcosa di strano e non volevo rischiare che reagisse male ad una mia imposizione. «Alpha aspetta fuori.» Pronunciò prima di sbattermi la porta in faccia e chiuderla a chiave. Io rimasi confuso e frastornato ad osservare quella superficie liscia.

Il pomeriggio prima lo avevo evidentemente distrutto. Si era addormentato tra le mie braccia poco dopo esserci lavati e sistemati, gli avevo tamponato la ferita del morso e lui se l'era osservata tutto contento allo specchio, passandoci sopra le dita e lamentandosi per il leggero dolore che aveva provato. Gli avevo detto che sarebbe durato poco, le ore necessarie affinché il suo corpo e il suo lupo accettassero il marchio, poi non avrebbe più provato alcun tipo di dolore e anche l'arrossamento sarebbe migliorato. Non ci eravamo neanche chiesti se sarebbe stata una buona idea completare il mating bond mentre lui era ancora incinta, non avevo la minima idea se quello sarebbe stato nocivo per i piccoli però ero l'alpha padre quindi in teoria non ci dovevano essere problemi, Taehyung sembrava stare bene anche se mi aveva spiazzato con questo risveglio burrascoso.

Era crollato quasi subito, aveva dormito talmente profondamente da non riuscire a svegliarlo neanche per cena e così avevo deciso di lasciarlo semplicemente riposare. Mi ero preparato qualcosa di veloce da mangiare perché io, a differenza sua, avevo consumato energie e avevo anche avuto bisogno di rimpinzarmi però mi ero portato la cena a letto perché sentivo il bisogno fisico di stargli vicino. Anche rimanere in cucina mezz'oretta appena mi era sembrata una tortura e sapevo essere un effetto del marchio. Il mio lupo necessitava la presenza dell'omega, doveva avere il controllo della sua salute, sapere che andava tutto bene, che non c'erano stati effetti collaterali. Ecco anche perché, dietro quella porta chiusa, cominciai a sentirmi agitato, non potevo vedere cosa stava facendo, non potevo odorare i suoi feromoni perché evidentemente li aveva abbassati per non farmi comprendere ciò che stava accadendo e avrei davvero voluto buttare giù quella porta e tornare a stendermi a letto con lui però dovevo attendere, aveva detto che alpha doveva aspettare fuori quindi prima o poi mi avrebbe dato il permesso di rientrare ed io non potevo fare altro se non rispettare la sua richiesta.

E dopo un tempo che si sembrò fin troppo lungo ma in realtà forse non erano stati neanche quindici minuti, la serratura venne sbloccata, la porta si aprì ed un fresco, sorridente e bellissimo Taehyung comparve da dietro lo stipite.

«Ho finito.» Mi disse, battendo le mani eccitato e poi afferrandomi per il polso, trascinandomi nuovamente dentro la nostra camera da letto.

Ero una persona ordinata, mi piaceva che ogni oggetto rimanesse al suo posto, avevo la fissazione che determinati vestiti dovevano stare piegati o appesi in un determinato modo affinché non si stropicciassero e soprattutto odiavo mischiare indumenti che avevo indossato anche solo una volta con quelli puliti e quindi anche nell'armadio avevo suddiviso le zone. Quindi quando notai la baraonda che c'era sul letto e per terra, tutte le ante del nostro armadio aperte, mensole e appendini vuoti, i vestiti sul letto e i cuscini a formare una sorta di tana, congelai sul posto e avrei voluto urlargli addosso. Poi però lui si aggrappò al mio braccio, letteralmente si appese e mi guardò con occhi grandi e aveva le stelline che gli brillavano nello sguardo, mi sorrideva e rilasciò feromoni eccitati ed io mi sciolsi, diventavo debole per lui.

Purple eyes shine for you | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora