Chapter 2: Mr. Wonka

431 20 6
                                    

- Amy's POV -

Willy: Perdonami se sono stato così brusco, sono Willy Wonka, il proprietario della fabbrica di cioccolato in cui ti trovi -

In quel momento mi resi conto di avere il cioccolatiere più famoso del mondo davanti a me.

Amy: Mi scusi Mr. Wonka ma dovrei tornare a casa. I miei...

Willy: Mi dispiace molto cara, ma tu non te ne andrai da qui fino a che la febbre non ti si sarà abbassata e non mi spieghi un paio di cose.

Amy: Mr. Wonka la prego mi lasci andare - dico cercando di nascondere gli occhi lucidi

Willy: Mia cara...

Amy: Amy, mi chiami Amy Mr. Wonka 

Willy: Amy, mi dispiace ma per la tua salute non posso lasciarti andare e, presumo, anche per la tua sicurezza. - io continuo a fare segno di negazione con la testa.

Continuo a ripetere "la prego mi lasci andare, la prego" ma era un osso duro e non dava segni di cedimento. 
Dopo poco Willy Wonka mi propone un patto:

Willy: Facciamo così. Tu mi spieghi un paio di cosette a partire dalle bende che ti ho cambiato mentre stavo dormendo fino ad arrivare al perché eri coperta solo da un cappotto discretamente pesante

Amy: Mr. Wonka la prego...mi lasci andare... - comincio a piangere del tutto. Lo sento alzarsi dalla poltrona su cui era seduto ed avvicinarsi al letto su cui ero seduta per accomodarsi affianco al mio fianco

WillyAdesso calmati Amy, sei agitata e devi respirare profondamente... - mi prende le mani e mmi guarda attentamente negli occhi -  adesso con calma mi racconti che ti è successo - 

Più lo guardavo più mi intrigava, mi attirava, mi piaceva. Lo guardo fisso negli occhi e comincio a raccontare cosa mi è successo, comincio a raccontare dei miei genitori e del trattamento che mi riservano ogni qualvolta combinassi qualcosa di sbagliato o non facessi cose che i miei mi "chiedevano" di fare. 

Gli racconto degli abusi subiti da mio padre, dalle sberle e delle varie violenze subite da mia madre durante gli anni post-scolastici; gli racconto anche che a scuola, nonostante mi sia diplomata a pieni voti, i miei compagni mi facevano scherzi di cattivo gusto e le mie compagne, le più stronze presenti in questa terra, mi abbiano disprezzato e sminuito per farmi arrivare a pensare che nella vita non concluderò mai niente, che ero una persona inutile raggiungendo il pensiero di disprezzo e odio nei miei stessi confronti. 
Gli confesso che ho tentato il suicidio un paio di volte ma puntualmente venivo disturbata da qualcuno o da qualcosa

Amy: Nessuno importa di me, non voglio più vivere, sono stanca di tutto ciò - dico piangendo disperatamente. Il cioccolatiere mi abbraccia cominciando a cullarmi come se fossi la cosa più importante

Willy: Non dire così cara, qualcuno importerà di te oltre a quegli esseri che chiami genitori

Amy: No! Non ho nessuno

Willy: Sai... - comincia a parlare ma poi si ferma come se stesse ragionando su qualcosa per poi ripartire -  quando sono triste e comincio a pensare a cose orribili faccio quello che mi viene meglio, ovvero creare nuovi dolci. Ti piacerebbe provare a creare un dolce?

Amy: Certo mi piacerebbe molto Mr. Wonka

Willy: Per favore cara lasciamo perdere le formalità, dammi del tu e chiamami Willy. Va bene?

Amy: Certo Willy - dico rivolgendogli un sorriso bagnato. Mi ricambia il sorriso e devo dire che vederlo sorridere mi ha messo un po' di farfalle nello stomaco, ma che dico, uno sciame di farfalle. Si alza dal letto per prendermi una sua vestaglia pesante e mentre me la porge arriva un Umpa Lumpa con un bicchiere d'acqua e una pastiglia viola

Willy: Prima di andare, però, prendi queste - mi porge la pillola e il bicchiere 

Amy: Cos'è?

Willy: Una medicina che ti farà stare meglio. Adesso prendila e non fare la bimba che fa i capricci - mi ha chiamata bimba, MI HA CHIAMATA BIMBA, ok Amy devi stare calma. Senza fare storie la prendo 

Amy: Adesso posso sapere che cos'era quella pastiglia che mi hai dato?

Willy: Calmanti. Ogni tanto le prendo anch'io quando non riesco a dormire o mi agito per qualcosa e, devo dire, che funzionano molto bene. Adesso ti chiedo, per cortesia, di indossare una delle mie vestaglie e di venire con me

✴ - ✴ - ✴ - ✴ - ✴ - ✴ - ✴ - ✴ - ✴ - ✴

- Willy Wonka's POV -

Quello che mi ha raccontato è stato alquanto infelice; Una ragazza come lei non avrebbe mai dovuto passare delle cose del genere. Naturalmente i genitori devono prendersi cure dei propri figli e non abbandonarli come ha fatto mio padre o maltrattarli come hanno fatto i genitori di Amy.
Senz'altro anche io ho passato dei momenti della mia vita abbastanza infelicemente, l'inizio della mia carriera da cioccolatiere è stata durissima, la realizzazione della mia umile fabbrica, i furti delle mie ricette segrete e delle mie invenzioni e l'abbandono da parte di mio padre.

Willy: Prima di andare a fare esperimenti, cara Amy, che ne dici se ti faccio vedere la fabbrica?

La nostra storia di cioccolato  // Willy WonkaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora