Capitolo 8

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Pov Sora

Ormai è passato del tempo dal mio arrivo e le giornate sono tutte uguali, tutto è monotono, ma c'è una cosa a cui non riuscirò mai ad abituarmi: i suoi occhi verdini freddi e penetranti che a volte incrociano il mio sguardo, anche se per brevi momenti, dato che quelle poche volte che accade non reggo e sposto la mia attenzione da un'altra parte; quegli occhi sono di Gaara l'uomo che devo proteggere anche a costo della vita per i prossimi 4 mesi.
Ogni sera dopo il lavoro e aver cenato insieme, andiamo su al crepaccio a parlare degli ultimi due anni, ma mai del nostro passato, non mi interessa chi era, ma chi è.
Come ogni sera dopo aver mangiato una buona ciotola di riso bollito, ci avviamo verso il crepaccio quando sentiamo un ragazzino urlare:
-Aiuto!-

Pov Gaara

-Aiuto!-
Io e Sora ci guardiamo e senza neanche parlare ci capiamo, così corriamo verso la direzione da cui arriva la voce.
I giorni da quando è arrivata Sora sono passati sereni, mi piace molto la sua compagnia e spesso parliamo, ma una cosa che adoro di più di lei e dei nostri discorsi è che non chiede nulla sul mio passato, si concentra su chi sono ora.

Pov Sora

Corriamo, Gaara rimane dietro di me e dopo una breve corsa arriviamo ad un vicolo, dove troviamo tre ragazzini prendere a calci un ragazzino.
Perché lo stanno facendo, che a fatto questo ragazzo per essere preso a calci, ma non posso neanche finire di pensare che uno dei tre ragazzi parla chiedendo:
-E tu chi saresti?
Non ti ho mai vista qui al villaggio-
-Sono Sora, da dove vengo non è affare loro, ora lasciate stare quel ragazzino e andateve-
-Disse la straniera.-
Abbassa la cresta,chi ti credi di essere per rispondere così?
Stanne fuori o potresti farti male-, mi dice un altro di loro, ma prima che gli rispondessi a tono Gaara rispondere per me:
-La guardia del corpo del Kazekage, ospite del Villaggio della Sabbia e non si minacciano gli ospiti, dico bene?-
-Kazekage Gaara?
Ci dispiace molto, non sapevamo che fosse con lei-
-Bene ora andate e che non accada mai più-.
Corsero via terrorizzati, adesso non faranno più del male a questo ragazzino dopo una lavata di testa dal capo villaggio.

Pov Gaara

Se ne sono andati, e quando non li vidi più spostai lo sguardo sull'altro ragazzo; ha molti lividi e una ferita sulla gamba che gronda di sangue, lo sguardo è sconsolato e dolorante, uno sguardo che ho avuto anche io.
Mi inginocchio davanti a lui e gli chiedo:
-Ti fa male eh?-
Non mi risponde, ma fa cenno con la testa di sì, allora mi strappo un pezzo di vestito e gli fascio la ferita e nel mentre chiedo:
-Come ti chiami?-, alza lo sguardo e mi risponde:
-Kohaku-
-Dicci Kohaku, come mai ti trattano tanto male?- chiede Sora:
-I ragazzi che erano qua prima sono i migliori studenti aspiranti ninja, ma oggi li ho battuti nei voti, anche se non faccio parte di un clan come loro e non ho delle grandi abilità così...-
-Capisco, ma tranquillo ora non ti infastidiranno più- risposi io e lo aiutai ad alzarsi e gli sorrisi ricambiato da un sorriso.
Poi zoppicando andò via.

Pov Sora

Non immaginavo Gaara così bravo con i ragazzi, chissà come mai, mi piacerebbe chiedere, ma non voglio rischiare di ferirlo con la domanda, magari riguarda il suo passato, meglio stare zitta.
Anche noi così ci riavviamo, finché i miei pensieri furono interrotti:
-Sora a cosa stai pensando?-
-A nulla di importante-
-Non sembra, hai la faccia corrucciata da quando abbiamo aiutato quel ragazzino-
Detto questo eravamo arrivati:
-Stavo solo pensando ad una domanda, però non vorrei essere invadente-
-Falla, tranquilla-
-Ti sei comportato in quel modo con il ragazzo per via del tuo passato?-.
Mi vergogno a chiederglielo, so che quando si ha un passato che si vuole dimenticare non ne si vuole parlare:
-Sì-, cosa?
Non pensavo che mi avrebbe risposto:
-Mi rivedevo in quel ragazzino, così il resto mi è venuto naturale.- mentre lo diceva il volto s'incupiva sempre di più:
-Mi dispiace non avrei mai dovuto chiedertelo, so quanto sia doloroso un passato come il tuo.
Allora per essere pari, fa a me una domanda.- e gli feci un sorriso smagliante, come quello di un bambino e a quel punto rividi il suo meraviglioso sorriso:
- Ok, allora dimmi...sei sempre rimasta sola?-
-No.
Nei primi 5 anni della mia vita no, era una persona davvero meravigliosa, poi se ne andò.
Dato che parliamo del nostro passato posso farti un'altra domanda?- per rispondere fece un cenno con la testa e così entrambi ci sedemmo e ricominciai a parlare:
-Perché ti sei fatto un kanji che significa amore sulla fronte?-
-Sai anche io avevo qualcuno di importante, ma mi tradì e quando morí, ecco...potrei avere utilizzato il suo sangue per tatuarmi il kanji, ma decisi di scrivere amore per ricordarmi che nessuno può amarmi tranne me stesso-
-Capisco, ma sai, non credo che nessuno ti ami.
L'amore si manifesta in diversi modi, come quello per un amico o per un fratello o per un caro parente o per i genitori, capisci?-non mi rispose e continuò a guardarmi negli occhi, anche se non vedeva niente dato che uno è coperto dalla maschera e l'altro dall' esterno pare completamente nero:
-E poi non credo che i tuoi fratelli ti odino, anche Naruto e... anche io ti voglio bene come amica.- dicendo questo mi alzai, guardai le stelle, arrossendo leggermente e sorridendo, ricambiata poi disse:
-Grazie Sora lo apprezzo molto.
Posso farti anche io un'altra domanda?-
-Certo-
-Come ti sei fatta quella cicatrice?-
-Oh!
Me la sono fatta in un combattimento, per questo è anche rotta la maschera-
-Mi dispiace-
-Oh, tranquillo, per fortuna non sono rimasta mezza cieca.
Posso farti ancora una domanda?-
-Sì-
-Come fai ad essere il capo di un villaggio che un tempo ti voleva morto?-
-Bè, non tutti quelli del villaggio mi hanno trattato male, mi faceva male, però quando sono diventato Kazekage avevo imparato una cosa molto importante.
Saper perdonare e dare una seconda chance come è stata data a me.
Quindi perché non poterla concedere anche agli altri?-
-E' molto bello quello che hai appena detto.
Dimostra coraggio, perché per perdonare  ne si ha bisogno, perché è più facile incolpare e portare rammarico.-
-Grazie Sora, nessuno me l'aveva mai detto- a quella affermazione arrossii e poi continuò dicendo:
-Posso farti di nuovo una domanda?- feci cenno di sì con la testa e lui allora mi chiese:
-Perché sorridi solo a me e non con gli altri?-
-Io sono sempre stata apatica con le persone, però è diverso con te perché...mi sento al sicuro, cioè come ti ho già detto noi due abbiamo un passato simile, quindi sento di poter mostrarmi vulnerabile o meglio la vera me- mentre le dicevo sentivo le guance andare a fuoco e notai che anche lui, che mi aveva guardata tutto il tempo del dialogo, distolse lo sguardo e arrossii leggermente.
La notte trascorse con domande e risposte fino all'alba in cui tornammo al suo ufficio e così ricominciò un'altra giornata.

Pov narratore

Quanto è bello l'amore tra amici eppure così fine è il confine tra amicizia e qualcosa di più.
Uno dei due cuori avrà sentito qualcosa oppure no?
Purtroppo le stelle si sono allineate per un destino tragico.
Quale cuore smetterà di battere per l'altro?

Un mostro per un mostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora