CAPITOLO 6

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Electa Powell era veramente una pessima bugiarda.

"Adesso hai risvegliato la mia curiosità."

Cercando un diversivo, lei indicò in basso.

"Guarda, non è fantastico?"

Haroon si lasciò distrarre. La Strip cominciava ad illuminarsi mentre Las Vegas si preparava per la notte.

"Oh, e guarda laggiù!"

Lui seguì il suo dito. Tre fontane circolari erano emerse dal lago di fronte al Bellagio. Un'occhiata ad Electa gli rivelò che era estasiata.

"Vedremo le fontane da vicino durante la cena."

Haroon aveva prenotato un tavolo da 'Picasso', in modo che lei potesse godersi lo spettacolo.

"Da quassù si ha un'altra prospettiva. Questa torre è identica a quella che ho visto in cartolina. È sbalorditivo."

Haroon osservava le varie emozioni che si dipingevano sul suo volto. Meraviglia... Eccitazione... E per un momento, cercò di immaginare i suoi lineamenti in preda al desiderio... Vide i suoi capelli ramati sparpagliati sul cuscino... Chiuse gli occhi per scacciare quella visione.

"Sei mai stato a Parigi o a Venezia? Vorrei visitarle tutte e due."

Lui respirò di sollievo quando la sua voce interruppe le sue focose fantasie.

"Non a Venezia," rispose, con voce più roca del solito. "Ma sono stato spesso a Parigi... Mia madre amava la città. Ha frequentato l'École Nationale Supérieure Des Beaux-Arts."

"Wow... È un'artista?"

"Era... Mia madre è morta."

"Mi dispiace, Haroon. Non intendevo riaprire..."

Vide il rimorso sul volto di Electa e si affrettò a replicare.

"Non ti preoccupare. Parlarne non mi sconvolge. È passato tanto tempo."

Era contrario ad ogni sua necessità parlare della madre, ricordare com'era stata. Piena di talento... Di vita... Amorevole.

"Anche mio padre è morto."

"Ti devono mancare tutti e due."

I ricordi di suo padre erano molto più ambivalenti. Ma non era necessario che Electa scoprisse che cosa si nascondeva sotto la maschera che non lo abbandonava mai. Perciò, si attenne ai fatti.

"I miei si sono conosciuti a Parigi."

"Molto romantico..."

Era la conclusione che lui aveva previsto... No, quella a cui voleva portarla. Anche sua madre lo riteneva romantico. Per suo padre, era il fato. Alla fine, né il romanticismo, né il fato erano stati sufficienti.

"Era primavera."

Le parole gli uscirono a forza dalla gola contratta.

"Mio Dio... Ancora più romantico."

Senza guardarla, Haroon continuò a raccontare quella che era diventata una leggenda di menzogne da rotocalco.

"I miei sono tornati a Sharjah per un matrimonio sfarzoso ed io sono nato meno di un anno più tardi."

Quella era stata la fine del romanticismo e, per sua madre, l'inizio della dura realtà. Avendo avuto l'erede maschio che voleva, suo padre non era più obbligato a corteggiare la moglie. Il dovere, piuttosto che il piacere, aveva tenuto insieme i suoi genitori fino alla morte.

SCELTA D'AMORE NEL DESERTO (5 LIBRO- LA SAGA DEI POWELL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora