Έτσι, δεν γνωρίζω,
~So di non sapere ~
(Socrate)
Raggiunsi Andrew.
“Entra. Muoviti”.
Era incazzato, che bello!
“Oggi vi vengo a vedere giocare.” Dissi, cercando di alleggerire l’aria pesante che si era formata in macchina.
“Ok”
Decisi di non dire più nulla.
Arrivata a casa mi misi subito a fare i compiti fino alle 6:00 pm circa.
Infilai un paio di leggings, la felpa di Aaron e uscì di casa, diretta verso la scuola.
I ragazzi erano già in campo che si allenavano.
"Perché ho accettato” pensai, portandomi una mano sulla fronte.
Quando Bryan mi vide sugli spalti mi salutò, attirando l’attenzione di tutti i componenti del gruppo su di me.
Vidi Aidan squadrarmi.
Mio fratello era il capitano della squadra ormai da anni, e sulla sua maglietta spiccava il numero 1.
Nella squadra vi erano Andrew, Aidan, Travis, Dylan, Bryan, Jaydan, e altri di cui però ignoravo il nome.
La porta della palestra si aprì ed entrò Lily.
"Menomale", pensai.
Si sedette vicino a me e guardammo i ragazzi giocare a basket.
Mio fratello, Aidan e Travis erano sicuramente i più dotati.
La divisa della squadra era blu e bianca, come i colori della nostra scuola.
“Passa la palla Evans” sentì urlare il coach.
Poi vidi l’allenatore scrutarmi per poi salutarmi vivacemente: “Evans due, come stai? Giovedì giocherai a pallavolo?”
Io dagli spalti urlai: “Certo coach, ha saputo che la squadra di cheerleader sta organizzando uno spettacolo pre-partita?”
“Si, l’ho saputo. E’ merito tuo?” chiese lui e io feci spallucce,
“Chi lo sa” lui mi sorrise e tornò ad allenare i ragazzi.
Era da qualche mese che passavo musiche e mi divertivo a creare qualche coreografia per le cheerleader, dove, sfortunatamente, vi era anche il gruppo di Samantha.
“Grace”, mi sentii chiamare dalla mia amica.
“Dimmi Lily”
“Tra due settimane facciamo la gita al mare, giusto?”
io annui e lei riprese a parlare,
"Ecco, dobbiamo suddividerci le cose da portare"
“Certo, poi ci organizziamo per bene. Deve essere tutto perfetto” risposi volgendole un caloroso sorriso.La gita al mare.
Una tradizione che noi Evans avevamo inventato qualche anno fa. Stare in spiaggia a divertirsi tutti insieme fino al sorgere del sole.
Oltre a farla d'estate, la organizzavamo anche a metà settembre.
Mentre a dicembre vi era la fantomatica gita in montagna.“Non vedo l’ora” disse euforica,
“Anche io” conclusi.Gli allenamenti finirono un'ora e mezza dopo.
Finalmente aggiungerei.
Presi le mie cose e inizia a scendere i gradini degli spalti.
Arrivata all’ultimo,
non so come,
non perché,
non so per quale fisica terrestre,
ma la mia caviglia cedette e io caddi come una pera cotta.
“Evans, strano che sei per terra. Stai bene?”
mi chiese il coach, mentre io mi rialzavo un po' dolorante e spaesata Poi sorrisi: “Finchè non vede sangue non si deve preoccupare” dissi in tono scherzoso.Appena mi girai mi resi conto della figura di merda che avevo appena fatto.
Tutta la squadra stava morendo dal ridere per la mia plateale caduta.
Io però mi ero fatta seriamente male.
“Sisi molto divertente" bonfocchiai dirigendomi verso di loro.Erano tutti più alti del metro e settantacinque.
Io al loro confronto sembravo un nano da giardino, tipo quelli di biancaneve.
“Bryan, sei stato bravissimo” dissi allungandomi un po' per battergli il cinque.
“Eh io scusa?” Chiese Travis aggrottando la fronte,
“Certo anche tu Trav” dissi abbracciandolo.
Quanto mai l’avessi fatto.
Mi staccai subito, “Che schifo, puzzi” proclamai tappandomi il naso e togliendomi dalle mani il suo sudore,
“A differenza tua che sai solo cadere, noi facciamo qualcosa” rispose Aidan. Alzai gli occhi al cielo.
“Non alzare gli occhi al cielo, mi dai fastidio ragazzina” disse
Io scoppiai a ridere ignorandolo.

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𝐋𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞
RomanceGrace, una normalissima adolescente, ha un passato un po' contorto. Vive insieme a suo fratello in una favolosa villa con piscina, infatti i loro genitori non sono mai a casa a causa del lavoro. La vita di Grace si complica notevolmente quando suo...