Le cicatrici sono solo un segno di chi,
per troppo tempo, a tentato di essere forte.Una leggera luce penetrava attraverso le tapparelle creando dei meravigliosi giochi d'ombre.
Aprii gli occhi, e sbadigliai.
Avevo la testa che pulsava e sentivo ancora la musica nelle orecchie.
Mi ricordavo tutto della sera precedente, specialmente le parole di mio fratello.
Non lo avevo sentito rientrare.
Forse era andato a dormire da un suo amico.
Decisi di alzarmi, ma ci misi qualche istante affinché la mia testa smettesse di girare.
Avevo bevuto decisamente troppo.
Andai in cucina e mi feci un buon caffè caldo.
Dio solo sa quanto amassi il caffè.
Mi vestii e truccai la mia faccia stanca per raggiungere casa Anderson.
Era tradizione infatti che la domenica a pranzo le nostre famiglie si riunissero per pranzare tutti insieme.
"Andrew sicuramente non verrà" pensai.
Sposati leggermente la tenda e guardai fuori dalla finestra.
Il tempo non era dei migliori. La pioggia cadeva fitta sull'asfalto e i tuoni risuonavano nel cielo grigio.
Non mi piacevano affatto i temporali, amavo il sole e i colori che creava tra le foglie, il caldo che entrava nelle ossa e che ti riscaldava nel profondo.
Il clacson di una macchina mi riportò alla realtà.
"Grace sono Aaron, esci" sentí gridare.
Era arrivato decisamente troppo presto. Pensavo di avere ancora un po' di tempo per meditare sulla mia vita, o su quel che avevo bevuto la sera prima.
Mi misi degli stivali neri impermeabili, una sciarpetta per la gola, visto che mi ammalavo sempre, e con sempre si intende due/tre volte al mese, e un impermeabile grigio.
Scesi le scale del vialetto, ma evidentemente la fortuna non era dalla mia parte: scivolai suoi gradini bagnati e picchia forte il sedere a terra.
La pioggia non aiutava di certo la mia goffaggine.
"Ahia porca miseria" urlai a terra, completamente zuppa.
"Grace stai bene?" vidi Aaron scendere di corsa dalla macchina.
"Che premuroso" pensai "Potrei star meglio, non importa aiutami ad alzarmi" dissi, mentre lui mi porgeva la mano.
"We madame" e con una facilità disarmante mi prese in braccio e mi adagiò in macchina.
"Come è andata ieri sera?"
io feci una smorfia disgustata,
"Ho bevuto un po' troppo, Aidan è pazzo, ho baciato un ragazzo, mio fratello lo stava per picchiare e alla fine abbiamo litigato. Mi ha riaccompagnata a casa un suo amico".
Dissi ripensando a Blake e alle sue parole.
Aaron riflettè a lungo.
"Sinceramente non so cosa dire. Sono scioccato da entrambi i comportamenti".
Cosa? Stava dicendo sul serio?
"Stai dando la colpa a me?"
lo vidi fare spallucce,
"No assolutamente, dico solo che baciare tipi a caso e ubriacarti non è un comportamento dalla Grace che conosco io. Sai com'è fatto tuo fratello e sai benissimo che comportandoti così lo provochi solamente. Prova a evitare di fare determinate cose davanti a lui e vedrai che andrà meglio tra di voi".
disse con voce pacata.
"Forse hai ragione. Ah siamo arrivati menomale ho una fame", esclamai toccandomi lo stomaco.
Provai a mettere giù un piede dalla macchina, ma niente da fare, oggi non era giornata.
Rischiai di spaccarmi 30 ossa, con una spaccata improvvisata.
"Ora sono arrabbiata, che ti ho fatto di male pioggia???". Gridai al cielo, che nel frattempo era diventato ancora più scuro.
Mi tolsi gli stivali e rimasi con le calze
"Sicuramente sono più stabile" pensai.
Iniziai a correre per arrivare in fretta alla porta, così da non bagnarmi più di quanto non lo fossi già.
Suonammo il campanello e aprí la cameriera.
"Buongiorno Mrs Evans, i signorini sono di la, vuole lasciarmi le scarpe e il cappotto?",
"Si grazie" risposi.
Andai velocemente in bagno e mi levai le calze completamente bagnate.
A piedi nudi corsi in sala dove si trovavano i ragazzi.
"Ho bisogno di un paio di calze" annuciai indicandomi i piedi.
"Cos'è successo alle tue?" chiesero in coro,
"Ho problemi con la pioggia".
Aaron scattò in piedi e corse in camera sua portandomene un paio della Nike.
"Grazie Aaron" dissi abbracciandolo.
Mi sdraiai sul divano morbido.
L'arredo della casa era composto da mobili in ciliegio scuro e divani e accessori prevalentemente neri.
Non feci in tempo a chiudere gli occhi che subito sentii il campanello suonare.
"È arrivato tuo fratello" la voce di Adrian risuonò nella stanza.
"No dai non ci credo, questa è sfiga" dissi sbattendomi le mani in faccia quasi in procinto di piangere.
"Buongiorno Anderson" disse mio fratello entrando in sala.
"Buongiorno un cazzo" risposi sotto voce.
"Se hai qualcosa da dire puoi dirla ad alta voce" ripettè Andrew guardanomi.
"Tranquillo, per oggi dovremo solo fingere di volerci bene" annunciai sedendomi in braccio ad Aaron, come se cercassi la sua protezione.
"Cosa si mangia?" chiese Jaycob
"Arrosto con patate" rispose la cameriera "Anzi se vi accomodate, è pronto" concluse sorridendo.
Quando entrai in cucina, il profumo di rosmarino misto a quello dell'arrosto mi fece venire ancora di più l'acquolina in bocca.
Il tavolo era lungo e di un legno massiccio. D'altronde con così tanti ragazzi ogni cosa doveva essere solida oppure ci sarebbe stato il rischio di rompere qualcosa al primo colpo.
Il pranzo fu delizioso, ma quasi nessuno proferí parola.
Mio fratello parlò con alcuni degli Anderson su quale macchina fosse meglio comprare, se una Tesla o una Lamborghini.
Io non avevo ancora la macchina, ma stavo finendo da poco la patente.
Per ora guidavo solo la moto, ma Andrew non era molto contento di ciò e quindi la usavo veramente poco.
Finito il pranzo ci alzammo tutti per andare in sala a vedere un film.
Caso vuole che il mio essere scordinata, mi fece scontrare con una persona. Indovinate chi?
MIO FRATELLO, ovviamente.
"Grace cazzo, ma sei cieca? Guarda dove cammini, l'alcool di ieri ti ha dato alla testa" disse riportandomi alla luce i ricordi della sera precedente.
"Ma cosa vuoi, togliti dai piedi" esclamai dandogli una spallata leggera.
"Ora basta, sono stufo di te Grace, non so cosa ti sia successo, ma non eri così prima, sei diventata una ragazza come tutte le altre, hai perso la luce che ti rendeva unica. Ti ubriachi, fai la scema, ma che cazzo ti prende eh?".
A sentire quelle parole sentì un pizzichio agli occhi, e capí che dovevo andarmene immediatamente se non volevo scoppiare a piangere davanti a tutti.
Corsi via da mio fratello e dagli altri e mi rifugiai nella stanza di Aaron.
Le emozioni erano davvero troppo forti. Non sapevo gestirle. Nessuno mi aveva mai insegnato a farlo.
Entrai in bagno velocemente.
Avevo trovato un modo per sfogarle. Un modo che lasciava dei segni sulla pelle. Non erano le cicatrici ha preoccuparmi, in fin dei conti avrei potuto coprirle, era la sensazione di non riuscire a controllarsi, di non essere in grado di sopportare e di essere forte. Era un senso di colpa che ti opprimeva da dentro, e due erano le possibilità, o mi chiudevo in me stessa oppure gridavo al mondo come stavo. Non sarebbe stato un bello spettacolo, quindi decisi che il silenzio era la scelta migliore.
Quando uscii dal bagno toccai leggermente il cerotto sul polso.
Sorrisi. Non era un sorriso di quelli che si fa quando si è felici, quando una cosa bella si presenta nella tua vita; era un sorriso di chi sa di fare delle cavolate, ma continua a farle.
Rubai una felpa celeste ad Aaron e cercai di dormire un po'. Volevo dimenticarmi dei miei problemi, di mio fratello e delle sue stupide parole.
E così mi addormentai, tra lacrime salate e brutti sogni.⚠️AVVISO IMPORTANTISSIMO⚠️
Amori miei, sono finalmente tornata.
Scusate per l'assenza che dura da più di un anno, ma ho avuto un bel po' di cose da fare e di problemi da affrontare.
Come state? Spero bene.
Se vi va raccontatemi un po'.
Questo capitolo è un po' cupo, ma tra poco ci sarà la gita al mare e chissà quali altri personaggi si riveleranno nella storia 🤷♀️.
Spero di avere ancora il vostro supporto.
Commentate, mettete stelline, e se viva il mio insta è _cri.spotti_ per sapere di più sulla storia.
Pubblicherò se tutto va bene, una/due volte a settimana.
Ditemi cosa ne pensate. A presto.
kisses kisses la vostra Cristina
STAI LEGGENDO
𝐋𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞
RomanceGrace, una normalissima adolescente, ha un passato un po' contorto. Vive insieme a suo fratello in una favolosa villa con piscina, infatti i loro genitori non sono mai a casa a causa del lavoro. La vita di Grace si complica notevolmente quando suo...