CAPITOLO 2

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Dicono che le amicizie prima o poi finiscano, ma noi eravamo l'eccezione alla regola

Tornai in classe con passo svelto.
Dio quel ragazzo era snervante.
Nell'aula vidi Lily seduta di fianco a Elicha (una nostra compagna) mentre al mio fianco aveva preso posto Bryan.
Finalmente dopo sei ore estenuanti, suonò la campanella e tutti ci dirigemmo verso la mensa.
In realtà non avevo fame, ma da quanto i ragazzi avevano cominciato a controllare se mangiavo, ero inevitabilmente costretta a farlo.
“Un insalata grazie” dissi alla cuoca,
“Anche un pezzo di cotoletta” sentì una voce dietro di me: era Theo.
“Eii, io non la volevo la cotoletta” gli dissi puntandogli un dito sul petto.
“Non mi interessa, da quanto il tuo “amichetto” mi ha detto che fai fatica con il cibo, decido io cosa devi mangiare”.

Era da un po’ che avevo un brutto rapporto con il cibo.
Mi guardavo allo specchio e mi facevo schifo. Così iniziai a non mangiare o comunque a vomitare quello che ingerivo.
Non ero mai stata ricoverata né altro, non ci davo peso anzi, me ne fregavo altamente. Ero sempre riuscita a tenere questo problema a bada.

Così presi il mio pranzo senza ribattere e insieme a Theo ci dirigemmo verso il nostro tavolo: “Ragazzi vi prego oggi facciamo qualcosa, potremmo andare al cinema"  disse Alec alzando leggermente la testa appoggiata sulle sue braccia. Io gli sorrisi e mi voltai verso Theo.
“Ho una domanda" lui alzò gli occhi color nocciola al cielo e disse:
“Che novità”
Lo spinsi leggermente minando con la bocca un "Cretino" per poi continuare:
“E’ stato Aaron a dirti del cibo?”
“Si, l'altro giorno me lo ha scritto, perché?”,
“No così, tranquillo, semplice curiosità".

Ovviamente chi poteva essere stato se non Aaron Anderson. Lui era il mio migliore amico, eravamo praticamente cresciuti insieme. Suo padre era un avvocato ed era anche il migliore amico di mio padre, così ci hanno allevati insieme. Aaron aveva cinque fratelli, uno più bello dell’altro: Adrian, Jaycob gemelli Jaxon e Jason e infine Asher. Aaron era il più piccolo di tutti loro. La loro mamma Camila morì in un incidente automobilistico quando Aaron aveva un anno circa e così impararono presto quanto la vita poteva essere crudele. Mentre con gli anni poi mio fratello si era allontano dagli Anderson, intraprendendo altre strade, io ero rimasta con loro e infatti li consideravo come una seconda famiglia.

“Ohhh, nessuno ha risposto alla mia domanda” disse Alec
“Amore mio bello, oggi devo andare da Aaron” gli dissi guardandolo con occhi dispiaciuti, ma anche divertiti.
Tutti alzarono gli occhi al cielo tranne Lily.
Era incredibile come quasi ogni amico di sesso maschile che avessi era geloso e protettivo nei miei confronti.
Sentì qualcuno toccarmi le spalle e per poco non mi strozzai con l’acqua, i miei amici iniziarono a ridere come dei matti. Mi girai e vidi Aidan, Jaydan (un loro amico) e mio fratello in piedi dietro di me con le braccia conserte.
“Stavo per morire, non si arriva alle spalle di una persona, soprattutto se sta bevendo” dissi io sbigottita
“O che peccato sei ancora viva, oggi non ti posso riaccompagnare, prendi l’autobus”
Mio fratello era un simpaticone.
“Tranquillo, mi viene a prendere Aaron, vado a casa sua”.
“Certo il tuo grande amico Anderson” feci roteare la lingua nella guancia. Mi stavo veramente arrabbiando.
Mio fratello odiava, per qualche ragione a me sconosciuta, tutti gli Anderson, ma di certo non aveva il diritto di comportarsi così.
Mi alzai e gli diedi una leggere spinta
“Ma che problemi hai? Fatti una vita, rimbambito”.
Il suo amico si mise a ridere facendomi incavolare ancora di più “Tu perchè ridi, anzi non mi interessa, andate a farvi qualche troia o a fumare nel parco, che va sempre bene”.
"Hai il ciclo per caso?" chiese divertito Jaydan. Io lo guardai esasperata.
"Ma che? No, non ho il ciclo testa di cavolo. Siete voi che mi fate girare le palle che non ho" dissi mettendomi nuovamente seduta.
Grazie a Dio, Bryan si intromise:
“Dai ragazzi andiamo, oggi pomeriggio abbiamo delle cose importanti da fare” Bryan fece cenno anche a Dylan di andare con loro.
Così salutando Lily con un dolce bacio a stampo, uscirono tutti e cinque dalla mensa.
“Grace lasciali perdere davvero sai come sono fatti” la mia migliore amica cercò di rassicurarmi,
“Lo so Lily, però mi fanno incazzare” lei mi sorrise
“Lo so Grace ora l’unica cosa che conta è la festa di inizio anno”
Me ne ero del tutto dimenticata, cavolo.
“Dopo domani andiamo a comprare dei vestiti super sexy ci stai?” proposi io.
Avevo davvero voglia di divertirmi.
“AAAA ok va bene ci sto, andiamo al centro commerciale ok?”.
"Certooo" risposi euforica.

𝐋𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora