CAPITOLO 10

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Alla ragazza dal cuore più grande dell'infinito universo che ci aspetta oltre questo mondo.

12:00 pm

Amavo provocare le persone e vedere nei loro occhi la gelosia.
Percepire la loro rabbia crescere nell'animo e la frustrazione farsi spazio nelle loro menti.
Mi ero ripromessa che avrei giocato al suo stesso gioco, che non avrei mai permesso ad Aidan di averla vinta.
Essendo io una donna di parola, decisi di sfoderare alcune mie carte vincenti. Per cominciare mi sedetti sulle gambe di Nate, vicino a Lily e Bryan.

I divani erano di un rosso accesso ed erano posizionati intorno ad un grosso tavolino di cristallo, sopra al quale vi erano numerosi bicchieri, bevande alcoliche e sigarette.

"Ragazzi facciamo un gioco?" squittì Samantha con una voce talmente fastidiosa che avrei voluto gettarla fuori dalla finestra.
Era ancora posizionata su Aidan, il quale le aveva cinto la vita con un braccio e con l'altra mano le accarezzava le cosce nude.
Samantha lo guardava con passione e lussuria, mentre Aidan la osservava indifferente, come se ormai il suo corpo fosse un oggetto banale.
Aidan, ad ogni modo, stava giocando sporco, e questo suo comportamento mi stava facendo impazzire.
Decisi di prendere la mano del cameriere e di posizionarla sulla mia pancia, poco sopra alla mia intimità. Nate non era così male infondo, non era il mio tipo, ma era un ottimo amico e un bravo ragazzo.

"Si certo. I soliti giochi cliché delle storie Wattpad, vero?" dissi alzando gli occhi al cielo.
"Ci mancava solo di giocare a obbligo o verità" pensai tra me e me.
"Nessuno ti ha interpellata" ribatté Aidan, che nel mentre aveva iniziato a guardare incredibilmente male me e il ragazzo che mi teneva.
Io sorrisi compiaciuta.
La lingua che stava usando per zittirmi era la stessa che poco prima viaggiava sul mio corpo.
Ironico vero?
Samantha sorrise e cominciò a baciare il collo tatuato di Aidan.
Scocciata mi alzai e afferrai la mia borsa.
"Hai ragione, nessuno mi ha interpellata. Nate, ti va se andiamo via da qui?" dissi girandomi verso quest'ultimo,
"Mh certo" rispose sorridendo.
Si alzò, lo presi per mano e ci dirigemmo verso un angolino della sala.
La musica stava iniziando ad essere troppo forte per i miei timpani e le luci cominciavano a darmi fastidio.
Mi avvicinai al volto di Nate e feci scontrare le nostre labbra.
Volevo che Aidan guardasse, volevo che sapesse che io non appartenevo a nessuno.
Il bacio durò a lungo, le mani di Nate afferrarono il mio sedere e io gli cinesi il collo con le braccia.
Cazzo, era davvero bravo.
L'atmosfera era piena di elettricità.
Mi staccai per riprendere fiato e notai mio fratello di fronte a noi.
"Figlio di puttana, levale le mani di dosso" gridò spingendola violentemente a terra,
"Andrew fermati, sei impazzito?" urlai,
"Ti fai palpare dal primo che capita, eh? Ora torniamo a casa. Stai diventando una troia del cazzo" rispose con tono agghiacciante,
"Tu sei matto da legare, sono io che l'ho baciato, sono abbastanza grande per decidere da chi farmi toccare. Chiaro?" sbraitai furiosa,
"Non importa Grace, io vado, ci si vede in giro" rispose Nate alzandosi da pavimento, sistemandosi la camicia e andandosene via.
"Vedi non sa nemmeno affrontarmi. Tu con i ragazzi hai chiuso. Non so chi tu sia, ma non sei mia sorella. Prima bevi fino a vomitare, poi ti fai tipi a caso. Cazzo Grace, il rispetto per te stessa non lo hai più?",
il mio viso diventò rosso di rabbia,
"Parla quello che si scopa mille ragazze al giorno, tu non sai nulla di me, sei solo una testa di cazzo" dissi cercando di rallentare il battito cardiaco,
"Non parlami in questo modo" mi ordinò afferrando il mio polso,
"Ti odio cazzo" urlai a quest'ultimo e decisi che la conversazione sarebbe finita lì.
Mi divincolai dalla sua presa, corsi fuori da quella casa, e mi nascosi sul prato dietro quest'ultima.
Il giardino era pieno di ragazzi ubriachi e fatti, ma ero troppo arrabbiata per prestare attenzione a chi avessi intorno.

Il clima era fresco e il cielo tempestato da stelle luminose.
Iniziai ad osservare lo spazio infinito che mi sovrastava la testa.
"Grace, quando sarai triste ripensa alle stelle, alle comete, alle mille vite che ti aspettano" me lo ripetevo sempre da quando ero piccolina.

𝐋𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora