Blake adorava le feste, mentre suo cugino preferiva stare a casa a disegnare, senza dover dare retta a nessuno. Nel tempo libero Mason pensava a nuove idee per fare soldi, a come scappare dalla sua famiglia e a realizzare nuovi disegni che non avrebbe mai mostrato a nessuno.
Si vergognava delle sue capacità, perché non le reputava tali; i suoi disegni erano sempre pessimi schizzi ai suoi occhi, venuti fuori nei momenti più bui della sua vita, quando non aveva altra scelta se non quella di chiudersi in camera e lasciare libero spazio all'immaginazione.
Blake si stava preparando per l'ultima festa d'estate, organizzata dai suoi compagni di scuola, dove ci sarebbe stata anche Emily; forse, in quell'occasione, avrebbe trovato il coraggio per dichiararsi e lei avrebbe smesso di scopare con qualsiasi ragazzo le facesse gli occhi dolci in città.
"Dove vai stasera?" chiese Carmen, bussando alla porta già aperta, rimanendo lì davanti a guardare suo figlio, ormai vestito e profumato per la festa.
"Un party a casa di Liam" rispose vago Blake.
"A casa di Liam? Quel ragazzo che ti prende sempre in giro?" domandò lei sbigottita.
Non le andava a genio che suo figlio uscisse con gente di quel calibro, che reputava più simili a un ragazzo come Mason.
"Chi se ne importa? È una festa, ci vanno tutti, e poi non sono io la sua vittima preferita" asserì Blake, questo perché la vittima sulla quale Liam tendeva a puntare era Corey, ragazzo di diciassette anni arrivato da poco in città; i suoi genitori erano molto ricchi e spesso in viaggio per lavoro, Corey si era quindi abituato a non avere molti contatti umani nel corso della sua vita, trasformandosi piano in una persona introversa, timida, anche spaventata, a volte, il perfetto mix che attirava Liam e quasi lo pregava di trattarlo come un essere inferiore.
"Il fatto che abbia delle 'vittime', come le chiami tu, è disgustoso" disse Carmen.
Guardava suo figlio con un pizzico di paura ma anche con ammirazione; si stava trasformando in un uomo, si prendeva sempre più cura di sé, aveva eliminato le sopracciglia folte e si tirava indietro i capelli castani e folti con il gel.
"Va così al liceo, mamma, dovresti saperlo, anche se sono passati secoli dall'ultima volta in cui hai messo piede in una scuola" ribattè scherzosamente Blake.
Carmen spalancò la bocca è gli diede un colpetto sulla spalla, ridendo.
"Guarda che non tutti possono vantarsi di avere una madre appena quarant'enne mentre vanno all'ultimo anno di liceo."
Carmen aveva ventitré anni quando nacque Blake; non si trattò di un errore ma di un atto ingenuo compiuto da due persone che si amavano molto, incapaci, però, di gestire insieme quello a cui avevano dato vita.
"Se è per questo, non tutti possono vantarsi di avere un sindaco come madre" le fece notare.
"Hai ragione, sai? Dovresti vantarti molto di più di tua madre" rispose Carmen, riflettendoci su per gioco.
Blake sorrise un secondo e finì di sistemarsi la camicia.
Mentre lo faceva, Carmen continuava a guardarlo con amore.
"Mi dispiace che tu la stia vivendo male, intendo la cosa di Mason" parlò lei.
Blake si irrigidì e cercò di non arrabbiarsi di nuovo.
"Spero se ne vada il prima possibile" dichiarò freddamente.
"Forse sarebbe il caso che lo porti alla festa con te, io ho delle commissioni da fare stasera e..."
Blake perse immediatamente le staffe e sbottò: "Ma hai sentito cosa ho appena detto? Non lo voglio qui!"
"Ok ma è appena arrivato e non ha amici."
"Domandati perché."
Quella risposta tagliente fu l'ultima che diede a sua madre; uscì dalla stanza e corse in salotto, prendendo le chiavi della macchina.
Carmen era disperata ma sapeva di non poter costringere Blake a fare come lei voleva.
Si diresse di fronte alla camera di suo nipote ma si fermò prima di bussare, sospirando.
"Ehi, a cena non ci sarà nessuno, ma, se vuoi, posso chiamare i miei colleghi e dirgli che resto a casa" propose Carmen, quando si decise a parlare con Mason.
Lui stava mettendo a posto la sua roba e cercava l'erba che si era portato di nascosto, nella valigia.
"Non importa, sono abituato a stare solo in casa" replicò con disinteresse.
Era arrivato da qualche ora a Pacific Grove ma conosceva già qualcuno che avrebbe potuto dargli un po' di soldi, se avesse fatto qualche lavoretto per lui.
"Sei sicuro? Potremmo guardarci un film, Blake adora la Marvel, c'è un sacco di roba sui supereroi che scommetto ti piacerebbe" insistette Carmen sorridendo, pensando a quanto Blake fosse tenero da bambino, quando guardava ripetutamente tutti i film di Spiderman.
"Non mi piacciono i supereroi" disse Mason, che trovò finalmente l'erba e sorrise.
Non era vero che quei film non gli piacevano, solo che odiava l'idea di passare la serata con qualcuno che avrebbe voluto fare tutto tranne che stare realmente con lui.
"In effetti siete così diversi tu e Blake" sussurrò Carmen e appoggiò la testa contro la porta chiusa a chiave.
Si chiedeva come avrebbe fatto ad evitare che i due ragazzi continuassero a odiarsi, e concluse che non sarebbe mai stato possibile; viaggiavano su due binari paralleli, destinati a non incontrarsi.
La conversazione tra i due terminò e Carmen andò a prepararsi per la cena con i colleghi, mentre Mason indossò la sua giacca di pelle pesante e prese l'erba, mettendosela in tasca, pronto a sgattaiolare dalla finestra.Spazio attrice:
Preferite il personaggio di Blake o quello di Mason?
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Nothing Left
Teen FictionMason Barlow si trasferisce da San Francisco a Pacific Grove, spinto dalla madre quando i suoi genitori scoprono che sta entrando in un brutto giro. Arrivato in città si ritrova a dover combattere contro suo cugino, il quale ormai non nutre più fidu...