Sola

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Stella se stai leggendo questo sappi che il dramma non è il mio forte e che alla fine non sono riuscita a shiftare perché sentivo qualcuno toccarmi e stranamente leggera quindi ho avuto paura.
——

Uscì da quella stanza sbattendo la porta lasciandomi lì da sola.

Avevo paura? Sì.

Volevo scappare? Sì.

Potevo? No.

Hatsue: non sono brava a consolare ma presumo che qualcuno verrà a cercarci, no?

Akemi: lo spero.

Entrò nella camera una persona alta, muscolosa e vestita elegantemente.

??: signorina, il signor Koroki mi ha riferito che può fare un giro della villa per esplorare.

Mi slegò e mi misi in piedi.

Akemi: tu chi sei?

Gohan: sono Gohan e lavoro per il signor Koroki.

Akemi: oh, ok. Allora io vado.

Uscii da quella porta.

Mi accorsi che mi trovavo in una villa enorme. C'erano guardie dappertutto. Era abbastanza all'antica e c'era anche un'enorme giardino.

Andai a prendere una boccata d'aria.

Ovviamente il giardino era circondato da dei muri alti in modo da non farmi scappare.

Però una scintilla di speranza di uscire da questo posto mi venne quando vidi l'albero vicino a quelle mura.

Se mi fossi arrampicata sarei potuta arrivare in alto e scappare.

Però avevo paura del fatto che potesse dire la posizione del covo alla polizia. Sarebbe stato da egoisti scappare, ma avevo paura di quello che quel pazzo avrebbe potuto farmi.

Avevo deciso: sarei scappata e subito dopo avrei avvisato la LOV di evacuare il covo.

Senza farmi notare dalle guardie mi arrampicai sull'albero, mi aggrappai ai rami ed iniziai ad avvicinarmi al muro.

Proprio quando stavo per riuscirci il ramo su spezzò ed io caddi per terra, strappandomi per sbaglio la felpa che avevo addosso.

Hatsue: ritenta un'altra volta.

Mentre mi cercavo di mettere in piedi alzai lo sguardo e per poco non gelai.

Koroki era lì. Mi guardava con occhi furiosi.

Rabbrividii.

Hatsue: siamo nei guai cara.

Akemi: p-posso spiegare.

Koroki: qui non servono spiegazioni. Se con le buone non funzionano allora proverò con le cattive.

Akemi: cosa v-

Non mi lasciò finire la frase che mi prese il polso trascinandomi dentro la struttura.

Mi portò in una stanza buia e fredda, totalmente diversa dalle altre di quel posto.

Le pareti e il pavimento erano fatti di cemento.

Qui c'è una scena un po' violenza quindi se non volete leggerla andate direttamente al prossimo capitolo che uscirà non so quando.

Mi legò i polsi a delle manette attaccate alla parete.

Nel mente stavo tremando come una foglia.

Avevo fatto una gran cazzata, ed ora ne avrei pagato le conseguenze.

Koroki: mi hai fatto arrabbiare, sai?

Akemi: m-mi dispiace...

Koroki: le tue scuse non servono a nulla.

Mise dei guanti neri e prese un coltello.

Koroki: sei proprio una bella ragazza ed hai proprio una pelle morbida, sarebbe un peccato se questo coltello la tagliasse, non credi?

Akemi: n-non lo faresti mai.

Koroki: ne siamo sicuri?

Nei suoi occhi si leggeva pura follia.

Si avvicinò a me ed iniziò a fare un taglio sopra il collo nel punto sotto il mento.

Bruciava e faceva male.

Delle lacrime iniziarono a scendere fitte.

La lama fredda lentamente lacerava la pelle calda.

Continuò con dei tagli sulla schiena.

Stavo urlando? Sì.

Lui si fermava? No.

Quando finì ammirò compiaciuto il suo lavoro.

Probabilmente avevo perso troppo sangue ed avevo l'impressione di star per svenire.  Tutto era sfocato.

Sentivo anche la testa pesante.

Koroki: non è ancora il momento di svenire, ricordati prima che se mai tenterai di nuovo di andare via la lama del coltello potrebbe finire sul tuo collo.

Annuii, essendo l'unica cosa che potevo fare.

Se ne andò lasciandomi lì nel mio sangue.

Ahahzhjxksmsjxhjxjsksm è stata una tortura scrivere quest'ultima parte.

Perfect family? BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora