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Aprí gli occhi guardando l'orario, ero sudato!
L'orologio faceva le 2:30 del mattino.
Mi svegliai spaventato a causa di un sogno ricorrente che da qualche tempo non riusciva a lasciarmi, probabilmente causato dal mio essere così ansioso ed associale.
Andare a scuola era diventato sempre più difficile a causa degli attacchi di panico che mi provocavano la nausea, io emetofobico! che per star bene dovevo masticare quelle merdose caramelle in continuazione per tenere la bocca impegnata e pure la mente, stare concentrato o il semplice parlare con qualcuno non esisteva più come azione nella mia testa.
Mi domandavo ogni giorno come cazzo avessi fatto ad arrivare a tanto.
Con lo sguardo rivolto al soffitto mi lasciai trasportare dal ticchettio dell orologio che rimbombava tra i muri dell appartamento. Rimasi così per un po ma ormai privo di sonno mi alzai velocemente aprendo il mio armadio, indossai una maglietta nera con sopra una felpa del medesimo colore over-size mi aiutava a non sentirmi troppo stretto, dovevo essere libero di respirare. Indossai poi, dei pantaloni di tutta grigi e scarpe comode ed infine misi gli auricolari e uscì di casa.
Mi incamminai senza una meta precisa ascoltando tutte quelle canzoni che sembrassero capirmi per qualche ragione. Sentí anche qualche brivido di freddo farsi spazio lungo la mia schiena a causa dell umido notturno..
Io, Han Jisung in preda alle sue ansie che ormai lo seguivano anche durante le notti e nei suoi sogni.
Feci qualche chilometro senza rendermi conto di quanto lontano fossi arrivato forse, più del previsto, alzai lo sguardo e mi ritrovai a metà del Seoul bridge, mi tolsi il primo auricolare ed iniziai a respirare quell'aria così pulita a pieni polmoni godendo di quel bellissimo silenzio di cui necessitavo.
Ero davvero una persona sola ma per mia scelta, la realtà è che dopo aver capito la mia sessualità decisi di allontanarmi da ogni singola persona per non rimanere ferito qualora fossero andati via da me. Mossa stupida! rimasi male quando non vidi nessuno tornare indietro nemmeno per un "come stai", con il tempo e l'abitudine pensai fosse comunque meglio.
Staccandomi dai miei pensieri mi misi seduto su una panchina Con lo sguardo rivolto verso il mare che non mi accorsi nemmeno di non essere più solo a causa di una voce poco più lontana da me, che mi fece voltare.

<<Hey>> disse

Non risposi ma rimasi un po sorpreso. Che non fosse stata nella mia testa?

Ok Jisung! la tua mente sta finendo di rovinarsi più di quello che già è.

Poi nuovamente

<<cosa ci fa un ragazzo così carino come te solo, in questo ponte e per lo più Con lo sguardo perso?>>

A quel punto mi alzai avvicinandomi alla ringhiera e parlai

<<c-chi sei?>> dissi balbettando.

Sobbalzai quando il ragazzo uscí dall interno della recinzione che dava verso il fiume. Mi spaventai talmente tanto da portarmi la mano al petto potendo quasi toccare il mio cuore talmente stesse battendo velocemente.
Guardai il viso del ragazzo che si trovava esattamente fronte a me e ne rimasi abbagliato dalla sua bellezza, aveva un giubbotto nero in pelle con una maglia bianca infilata nei pantaloni che fasciavano da dio le sue coscie, i capelli arancioni e le labbra un poco carnose socchiuse, naso a punta e occhi stupendi ma tristi.

<<piacere, Mi chiamo Lee Minho.>>

Tentennai un poco, mi sembrava al quanto strano dovermi presentare ad uno sconosciuto, non ricordavo nemmeno l'ultima volta che lo feci. Poi con un respiro profondo tesi la mano.

<<i-io sono Han>> stupido Han.

<<Solo Han?>> disse il ragazzo

<<Han Jisung >> Mi affrettai a dire.

Ero così così ansioso che iniziai senza volerlo a darmi dei piccoli pizzicotti al collo, non so, mi aiutava a mantenere il controllo. Il ragazzo di fronte a me non fece nemmeno tanto caso alle mie azioni ma fece solamente un piccolo sorriso.

Come un cuore che scoppia. || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora