Capitolo 0

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Just give me a reason, just a little bit's enough
Just a second we're not broken just bent, and we can learn to love again...

Just give me a reason - P¡nk ft Nate Ruess

•••

Quindici anni prima...

Jamie era seduto sul primo scalino della veranda di casa sua, attorcigliandosi lentamente una ciocca dei suoi lunghi capelli castani, osservava suo fratello maggiore Evan e il suo migliore amico chiacchierare mentre si lanciavano l'un l'altro il pallone da football.

In realtà, la sua attenzione da tredicenne che non era ancora giunto a patti chiari con la sua sessualità e con i suoi ormoni in subbuglio era concentrata maggiormente su Michael, piuttosto che su suo fratello.

Michael era... magnetico e lui aveva una cotta pazzesca per quel ragazzo sensuale e misterioso da sempre, forse. 

Nella sua testa confusa da tredicenne era giunto ad un'unica conclusione: quel figo di Michael non se lo sarebbe mai calcolato di striscio sia perché era troppo piccolo sia perché lo considerava anche lui come se fosse il suo fratellino acquisito.

Fratellino acquisito un corno. Lui non aveva voglia di abbassare i pantaloni a Evan per vedere cosa ci fosse sotto, gli venivano i brividi di disgusto al solo pensiero, ma aveva voglia di abbassarli a Michael.

Lasciò perdere la ciocca di capelli che gli ricadde accanto ad un occhio; si intrecciò le mani sotto al mento e continuò ad osservare quei due che si erano appena diplomati e che stavano discutendo su cosa fare durante quelle ultime settimane di libertà che gli erano rimaste prima di partire per il college.

Jamie stava capendo sulla sua pelle cosa significasse andare in depressione al sol pensiero di non avere più tutti i giorni dentro casa quei due.

Gli sarebbe mancato vederli entrambi davanti la sua scuola quando lo venivano a prendere.

Gli sarebbe mancato trovare Michael senza maglietta nel suo bagno. Ecco, quello gli sarebbe mandato particolarmente.

Sussultò e un piccolo gemito di dolore gli sfuggì dalle labbra quando il pallone gli finì in testa per poi rotolare tra i suoi piedi.

"Stai sognando ad occhi aperti, piccolo J? Hai incontrato una ragazzina che ti piace?" lo prese in giro suo fratello.

Si massaggiò il capo e si soffiò le ciocche di capelli dagli occhi.

Guardò truce suo fratello, che se la sghignazzava con le braccia incrociate al petto, mentre dentro di sé cresceva la voglia di prendere la rincorsa per saltargli addosso così da farlo cadere con il culo per terra.

Prese un respiro profondo e si calmò solo quando vide il mezzo sorriso sulle labbra perennemente imbronciate di Michael.

"Stai zitto. Non ho incontrato nessuna ragazzina," bofonchiò, continuando ad adocchiare con la coda dell'occhio Michael.

Aveva inarcato appena un sopracciglio e lo fissava con una strana luce nello sguardo, il quale gli procurò un brivido lungo tutta la spina dorsale.

Lo vide muoversi verso di lui e di scatto si ritrovò a raddrizzarsi con la schiena. Una ventata del suo profumo mischiata ad un leggero sentore di sudore dovuto all'attività fisica gli arrivò alle narici.

Qualcosa in mezzo alle sue gambe troppo ossute si smosse.

Michael gli arrivò di fronte e, continuando a scrutarlo, si abbassò lentamente per prendere il pallone.

Wherever You are (Red Moon Saga 0)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora