Epilogo

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Michael raggiunse Jamie a letto, era intento a leggere una versione per DSA de Il piccolo principe. Era tutto concentrato e aveva una graziosa ruga di concentrazione in mezzo alle sopracciglia.

"A cosa stai pensando, Michael?" gli chiese, mantenendo gli occhi sul libro, che si muovevano mano mano che andava avanti con la storia.

Ormai, dopo tanti anni, Michael non si meravigliava più dell'empatia di Jamie. Avrebbe potuto sbancare nell'arte della chiaroveggenza.

"Indovina?" lo sfidò.

Jamie mise il segnalibro tra le pagine dove era giunto a leggere e chiuse la sua copia de Il piccolo principe, la posò sul suo comodino e puntò i suoi grandi occhi castani su Michael.

"Stai pensando a Mason."

"Bingo," rispose lui, incrociando le caviglie e piegandosi le braccia dietro la testa per poi mettersi a fissare il soffitto.

Da quando Michael aveva rivisto Mason, aveva quell'immagine di lui sulla sedia a rotelle marchiata a fuoco nella mente.

Ultimamente, era anche ritornato ad avere quei dannati incubi sul giorno dell'incidente; erano così realistici e vividi che gli sembrava ogni volta di riviverlo ed era doloroso. Talmente doloroso che si svegliava nel cuore della notte ed ogni singola volta si trovava sul punto di mettersi a singhiozzare per il male che sentiva.

Era un male fisico, era un male mentale, era un male che non gli dava tregua.

D'istinto, si portò la mano sulla parte sinistra dell'addome, in alto, dove sapeva che si trovava la cicatrice che gli era rimasta dopo l'esportazione della milza.

Lui ed Evan erano vivi per miracolo. Timothy non ce l'aveva fatta. Anche l'autista di quel camion era morto sul colpo.

Timothy era stato un ragazzo sano, forte, eppure non ce l'aveva fatta.

Strinse il tessuto della maglietta con forza e serrò le palpebre. Certe volte gli sembrava ancora di sentire le urla di dolore della madre e della sorella di Timothy.

"È colpa tua! È colpa tua, cazzo! Timothy non c'è più, ed è solo colpa tua! Avresti potuto evitarlo quel cazzo di camion!" gli aveva urlato Mason contro, poco dopo essersi svegliato dal coma farmacologico a cui lo avevano indotto i medici subito dopo l'operazione che aveva avuto per la rimozione della milza.

Avvertì la mano piccola di Jamie incastrarsi dietro la sua nuca per poi iniziare a massaggiargliela.

"Mike... devo ritornare a ripeterti che non è stata colpa tua?"

Michael negò con il capo, mantenendo gli occhi chiusi. Poco dopo sentì Jamie sospirare.

Michael aveva fatto soffrire anche lui. Non solo Jamie aveva perso da poco suo fratello, ma lui aveva contribuito ad addolorarlo, avendo la brillante idea di partire di nascosto per Madrid.

"Sai, sono giunto ad una conclusione, Rivera," gli disse il suo fidanzato, all'improvviso, dopo attimi trascorsi in un pesante silenzio.

Dal tono di voce che stava utilizzando, Michael comprese che voleva provare a risollevargli il morale.

"Quale sarebbe?" gli domandò con un borbottio, socchiudendo gli occhi e provando a godersi il tocco delicato di Jamie dietro la nuca.

"La festa di oggi, non facevi una cosa del genere da anni. Non ti ho mai detto nulla sulla tua amicizia con Thomas perché mi sembra un ragazzo a posto, anzi, ne sono certo, ma sono sicuro che ti sei avvicinato a lui perché un po' ti ricorda... Mason. Hanno lo stesso animo tormentato, la sfiga in amore..."

Wherever You are (Red Moon Saga 0)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora