1) La morte di Cesare

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Me sto a fa' i cazzi miei, quando d'un tratto una guardia entra nella mia stanza, dicendo: <<Ave, Ottaviano, vi disturbo?>>

Non mi disturba affatto, ma un politico non può ammettere di starsene lì con le mani in mano: <<Sì, disturbi, però dimmi tutto>>.

<<Hanno ucciso Cesare>>.

Carissima guardia, sei molto sintetica, ESPRIMITI MEGLIO, PER FAVORE.
<<Chi?>>. Se qui non faccio le domande io, nessuno va oltre, comunque.

<<Bruto e Cassio>>.

Da Bruto c'era da aspettarselo, ma da quel rompi cassio di Cassio Longino... è sempre in mezzo alle palle.

Io e Marco Antonio, il luogotenente di Cesare, abbiamo deciso di incontrarci davanti ad un tavolo con sopra due bei bicchieri di vino, che poi tanto belli non erano, quel vino sapeva di colla.

<<Mi dispiace per la morte di tuo padre>>.
Davvero, Marco? DAVVERO?

<<Anche a me, sai?>>

<<Immagino... sei suo figlio adottivo>>.

<<Esatto, per questo ne sono dispiaciuto il doppio. Sono anche il suo pronipote, quindi ne sono dispiaciuto il triplo. Ma parliamo di te, piuttosto... cosa farai ora che mio padre è morto?>>.

<<Non so... diventerò imperatore, quindi credo che...>>.

<<ED È QUI CHE TI VOLEVO, BASTAR...>> Ho pensato ad alta voce, proverò a rimediare: <<Era proprio su questa sedia che volevo vederti seduto, sai? L'ho fatta lucidare a posta per te, cosa ne pensi?>>.
Perfetto.

<<Oh... grazie, Ottaviano, te ne sono grato>>.

<<Non c'è di che, Antonio>>.

<<Quindi lo hanno assassinano Bruto e Cassio... sai altro?>>

<<No, ed è per questo che andremo da Cicerone a chiedergli ogni singolo dettaglio>>. La mia mente è piena di idee, proprio come quella di mio padr... patrign... prozi... di Cesare.

Arriviamo da Cicerone, fra noi tre può avvertirsi un po' di scazzo. Io e Antonio ci odiamo, ma dobbiamo comunque collaborare, in compenso abbiamo in comune l'odio verso Cicerone (no, non è vero, io lo amo).

<<Ave, Ottaviano... ave Marco Antonio>>.

<<Senti, Cicy, è inutile che fai il finto tonto e il finto buonista. Dicci cosa è successo>>. Mi piace essere diretto, lo ammetto.

<<A riguardo di cosa?>>. CICERONE, PERÒ SEI PROPRIO UN COGLIONE.

<<Di come nascono i bambini>>.

<<Oh, bene, allora, immaginate di preparare una zuppa, gli ingredienti sono una melanzana ed una patata, quest'ultima ha un buco e...>>

<<Ma te usi la testa soltanto per tenere a distanza le orecchie dagli occhi? So che eri presente quando è stato assassinato Cesare, voglio sapere ogni singolo dettaglio>>.

<<Non so se...>>

<<Ordini dell'imperatore>>. Sì, ragazzi miei, il trono spetta a me.

<<Dell'imperatore?>> Marco intanto sta a rosicà, E LASCIAMOLO ROSICÀ IGNORANDOLO.

<<Va bene, se lo dice l'imperatore, non posso tirarmi indietro:
I congiurati circondarono Cesare che sedeva. Cimbro Tillio si avvicinò di più e a Cesare, che rifiutava e rimandava ad un altro momento, lo afferrò per entrambe le spalle e lo prese dalla toga; poi Cesare disse: "Questa è violenza!". Uno dei Casca colpì la parte posteriore poco sotto il collo. Cesare prese il braccio di Casca e lo trapassò con lo stilo, ma non poté proseguire perché fu frenato da un altro colpo. Quando si accorse che era colpito da ogni parte con i pugnali, avvolse la testa nella toga, nello stesso tempo con la mano sinistra si coprì fino alla parte più bassa delle gambe, affinché cadesse. Così fu colpito con 23 pugnalate e dal primo colpo gli uscì solo un lamento; tuttavia Cesare disse a Bruto: "Anche tu, figlio?". Giacque esanime, mentre fuggivano tutti qua e là, finché fu messo nella lettiga e tre servi lo portarono a casa. Tra le tante ferite, come mi ha detto il medico Antistio, non ne fu trovata una mortale, se non quella che aveva ricevuto nella parte più vicina al petto. Era stata intenzione dei congiurati quella di trascinare nel Tevere il corpo di Cesare, confiscare i beni, annullare gli atti, ma rinunciarono per timore dei console Marco Antonio e del maestro dei cavalieri Lepido.>>.

<<Lo hanno sicuramente ucciso per timore che ogni singolo potere sarebbe stato accentrato a lui>>. Per non parlare di Bruto, che cazzo di "figlio" è? Fortuna che io non sono un tipo vendicativo: <<E i due cattivoni dove sono, adesso?>>

<<In Oriente, vogliono radunare un esercito e fare ritorno a Roma>>. Grazie dell'informazione, Cicy, ma sai troppe cose per i miei gusti.

<<Ora che si fa?>> BELLA DOMANDA, MARCO ANTONIO.

<<Si va da Emilio>>. Er mejo de tutti.

<<Lepido?>>. SÌ, MARCO.

<<Esattamente>>.

<<Cosa hai intenzione di fare?>>

<<Faremo la storia, questo è poco ma sicuro>>.

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