- Non ero per niente pronto a svelarle il mio segreto, come lei non era pronta a saperlo. Tremavo dalla paura di perderla. Le mostrai il braccio di Joey, poi le gambe e il torace, arrivando al volto. Lei incominciò a piangere mentre si portava una mano sulla bocca per zittire un urlo.
Tornai in me, mi avvicinai per tranquillizzarla, ma lei mi fermò alzando la mano verso di me, bisbigliando: "Ti prego, vattene via, non avvicinarti mai più a me". Incominciai a piangere implorandola di farmi spiegare, mi misi in ginocchio di fronte a lei. Si allontanò ripetendomi di uscire di casa. Mi alzai a testa bassa e mi diressi verso la porta, mi voltai un attimo prima di uscire di casa e la guardai, era di spalle, non riusciva neanche a guardarmi.
La giornata passò come un fulmine. Mi sentivo distrutto, spento, privo di qualsiasi emozione esclusa la tristezza.
- "Adesso sei contento vero?"
- "Kael, hai fatto la cosa giusta"
- "Giusta per chi?! Di sicuro non per me"
- "Adesso lei è al sicuro, molto più sicura"
- "Lasciami in pace"
Infilai una mano in tasca, presi la penna di Angel e la lanciai fuori la finestra. Era la fine della mia felicità. Quel piccolo piacere che non ho mai provato della maledetta felicità. Ero distrutto e non sapevo come andare avanti, non avrei voluto neanche farlo. Guardai fuori la finestra, era già buio e pioveva. Pensavo a tutto quello che passavo con Joey. Uscii di casa e andai a riprendere la penna dalla strada, faceva freddo. Non rientrai subito a casa, ma mi sedetti sul marciapiede a guardare la casa di Ria, le luci erano spente: "Sarà riuscita ad addormentarsi?" dissi con un filo di voce. Un brivido mi attraversò la schiena, sentii un respiro profondo in lontananza, guardai infondo la strada e c'era ancora lui...il licantropo. Lo sguardo diretto verso di me, gli occhi luminosi come due fari che mi puntavano e i suoi denti affilati che non aspettavano altro che trapassare la mia carne. Si muoveva piano verso di me, poi piano accelerava il passo. Mi alzai e mi posizionai al centro della strada, l'avrei ucciso sul serio questa volta. Aspettavo che arrivasse il più vicino possibile per poi lasciargli un buco nello stomaco. Non ero trasformato ma l'avrei colto di sorpresa una volta arrivato. Era quasi il momento quando saltò fuori il lupo dagli occhi di ghiaccio correndo dritto verso la bestia, balzò verso di lui azzannandogli il collo. Non sembrava fosse un problema per lui, le lo prese e lo lanciò via. Corsi verso la sua direzione prendendolo al volo, lo poggiai sul ciglio della strada e controllai se avesse qualche ferita. Mi alzai e mi girai verso la bestia, poi gli urlai: "Allora? Cosa vuoi da me?", ricevendo nessuna risposta. Mi girai di nuovo verso il lupo, aveva le orecchie basse e ringhiava verso la bestia, lo accarezzai e provai a parlarci: "Ascolta, non so se mi capisci, ma stanne lontano ok?". Smise di ringhiare e corse in direzione opposta alla bestia.
- "Siamo solo noi due, fatti sotto bastardo"
- "Se solo tu non fossi così tanto amato"
- "..."
Perché ogni cosa che diceva non la capivo? Mi misi in posizione di battaglia...e lui invece si allontanò, sparì dalla strada e scappò verso la foresta. Non potevo lasciarlo libero e lo inseguii. Mi portò lontano, molto lontano dalla città, a stento riuscivo a inseguirlo. Arrivò in una capanna nel cuore della foresta. Mi trasformai ed entrai per farlo definitivamente fuori: "Non sai da quanto aspettavo questo momento" dissi a voce bassa. La capanna era buia e non riuscivo a vedere nulla. Sentii un colpò di fucile dietro di me, non c'era nessuno, ma avevo un dardo anestetizzante dietro la schiena. Non feci fiato che caddi per terra. Non sapevo cosa mi sarebbe successo. Mi risvegliai in una stanza completamente vuota legato ad una sedia con delle corde metalliche che conducevano scosse. C'era una figura in penombra che parlava, la sua voce mi era familiare
- "Benvenuto"
- "Chi sei?"
- "Credo che tu sappia molto bene chi sono Kael Walsh"
- "Perché non esci allo scoperto? Così posso vedere la faccia dell'uomo che voglio morto"
- "Basta così, sono il tuo caro amico...David Ducky, è bello vederti di persona...quindi tu sei quel mostro di cui tutti parlano?"
C'era qualcosa di strano...David Ducky sapeva del mio potere e mi aveva preso, ma la sua voce era familiare, come se non fosse sua.
- "L'ultima volta non abbiamo avuto l'occasione di parlare civilmente"
- "Non ti ho mai visto, cosa intendi dire?"
- "Poveraccio, non riesci proprio a capire vero?"
Avanzò verso l'unica luce nella stanza, non riuscivo a credere a quello che vidi.
- "Sei il padre di Ria?"
- "Oh vedo che ti ritorna la memoria"
- "Come hai potuto fare questo a tua figlia?"
- "Sinceramente non mi importa nulla di lei, a me interessi tu Kael"
- "Non posso aiutarti"
- "Beh...so come farti cambiare idea"
Aveva una mano in tasca, la tirò fuori con la penna al suo interno. Spalancai gli occhi e provai a tagliare i cavi con Joey...ma non riuscivo a trasformarmi. Si mise a ridere e poi disse: "Non riesci a chiamare il tuo amico? Beh non puoi, è qui dentro adesso, non sei altro che una persona normale, un piccolo moccioso indifeso". Ero nel completo panico e non sapevo come uscire da quella situazione.
- "Questa è la mia richiesta, voglio che tu uccida Rianne"
- "Sei praticamente impazzito? Pensi davvero che possa riuscire a farlo?"
- "So io come farlo"
Fece cadere la penna sotto i suoi piedi e poi la schiacciò. Si liberò il fuoco nella penna che venne dritto verso di me, mi sentivo cambiato, quello non era Joey, non ero più io.
- "Tu da oggi sarai il mio animale domestico, dovrai obbedire a ogni mio comando intesi?"
Mi alzai in sua direzione, sembravo alto, più robusto, riuscivo a sentire i denti sulle mie labbra...e un vuoto negli occhi. Joey era diventato una parte di me. Sono nato...sono l'ibrido
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Another Soul
Science FictionUn ragazzo di nome Kael Walsh viene maledetto da una lettera trovata nella foresta di Wallwood City...la sua vita cambierà per sempre