Capitolo 8: "Diario Fantasma"

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Tornai a casa per pranzo da solo, io e Max passammo l'intera mattinata nella foresta a parlare e recuperare il tempo perso. Quando entrai in casa capii quanto avessi bisogno di qualcuno, ma non pensai a Max. sbirciai fuori la finestra, quanto basta per non farmi vedere e la vidi, anche lei affacciata, i gomiti appoggiati sul bordo della finestra che tenevano la sua testa. Stava guardando proprio verso di me, così chiusi le tende e uscii di casa. Appena mi vide entrò subito dentro e spense le luci: "Oh andiamo pensi davvero che non ti abbia vista?" bisbigliai mentre mi incamminavo in città. Passai di fronte al magazzino del cacciatore, lui era seduto di fronte la porta d'ingresso mentre puliva il suo moschetto, mi notò e mi urlò dicendo di avvicinarmi: "Hey ragazzo, mi ricordo di te, tu sei quello che mi ha controllato il magazzino" continuò con voce rauca, annuii e poi continuò: "se solo sapessi tutto quello che ho perso." Mentre guardava il terreno, poi si girò verso il magazzino e indicò il punto dove si trovava il ritratto di Angel: "Vedi figliolo, quello è l'unico ricordo che ho della mia cara bambina". Spalancai gli occhi e con voce tremante gli chiesi: "C-Come la sua bambina?!", lui mi guardò e disse con voce malinconica: "Era bellissima la mia Angel". Non credetti a ciò che sentii in quel momento.

- "Era sua figlia?"

- "È mia figlia"

- "Oh mio Dio scusi il fraintendimento"

Tirò un sospiro e poi mi invitò ad entrare insieme a lui in magazzino: "Vieni, ti mostro una cosa". Entrai, ero dietro di lui e mi guidò fino ad uno scaffale. Poi prese un quadernetto pieno di polvere e me lo porse chiedendomi di tenerlo, non mi disse nient'altro e mi chiese di uscire...beh questo sì che è strano. Penso sia stato il momento più strano e casuale della giornata.

- "Credo che tu abbia sentito tutto"

- "NON POSSO CREDERCI"

- "Joey, tu ne sai qualcosa?"

- "Non so, non l'ho mai visto quel quaderno, torniamo a casa"

Entrai in casa e subito dopo in camera, soffiai sulla copertina del quaderno: era un quadernetto color arancio con una copertina rigida. Non sembrava avere nulla di particolare vedendolo, ma ci passai la mano sopra e riuscivo a sentire dei solchi sulla superfice piatta, lo guardai contro luce con la lampada della mia scrivania e spuntò la parola Diario. Cercai di aprirlo ma appena ci provai il diario prese fuoco all' istante...lo stesso fuoco di Joey, un fuoco che non consumava niente. Chiusi il quaderno e tornò tutto come prima.

- "Hai visto anche tu vero?"

- "Dobbiamo capire come leggerlo, per adesso meglio nasconderlo"

Lo lasciai sopra uno scaffale con altri libri così nessuno avrebbe sospettato di nulla. Sentii bussare alla porta, scesi di corsa e andai ad aprire...da una parte speravo che dietro la porta ci fosse lei, ma ero ancora arrabbiato e non avevo ancora voglia di vederla. Comunque sia andai ad aprire e...non trovai nessuno, mi affacciai da entrambi i lati ma non c'era segno di vita. Subito dopo aver chiuso la porta una sagoma apparve fuori la finestra, cominciò a correre verso la porta sul retro. Lo capii velocemente e mi ci fiondai anch'io. Aprii di scatto la porta e uscii di casa, ancora nessuna traccia della sagoma misteriosa. Sentii alle mie spalle la porta chiudersi violentemente. Così passai dalla finestra della mia camera. La prima cosa che feci fu guardare verso lo scaffale dove nascosi il diario e indovina un po'...era sparito. Controllai tutta la casa e non trovai nessuno neanche nelle vicinanze.

- "Complimenti idiota sono passati solo 10 minuti e l'abbiamo già perso"

- "Ah mi stai dicendo che è colpa mia?"

- "No! Tranquillo, ma dobbiamo trovarlo assolutamente, è tutto per me"

Sospettai subito di una persona in particolare. Mi incappucciai ed uscii di casa, due passi e bussai alla sua porta.

- "Ria apri la porta!"

- "Cosa vuoi da me ancora?"

- "Voglio parlare, andiamo apri"

Sentii dei passi avvicinarsi alla porta, la porta si aprì e la vidi, aveva un'espressione turbata, quasi triste

- "Posso entrare?"

- "Puoi benissimo parlarmi qui Kael"

- "Stavi girando intorno casa mia per caso?"

- "E perché avrei dovuto?

- "Dimmelo e basta odio quando fai cosi"

Aveva lo sguardo basso e non riuscivo a guardarla in volto, poi alzo lo sguardo, aveva il volto bagnato di lacrime e mi chiuse con forza la porta in faccia prendendomi in pieno volto. Caddi per terra, lei sentì il tanfo e apri subito la porta correndo verso di me urlando: "Kael mi dispiace! Non avevo intenzione di farti male, mi dispiace tanto perdonami". Mi aiutò ad alzarmi e mi fece entrare in casa, prese una bustina di ghiaccio e me la poggiò sul naso. "Sbaglio o non volevi più vedermi?", dissi con tono sarcastico e lei disse ghignando: "Taci, mi importa della tua salute stupido." Poi continuò a passarmi la mano sul volto. Io avevo le mani nella tasca della felpa, lei le guardò e poi disse a voce bassissima: "Perché te ne stai con le mani in mano" sperando che non sentissi...e invece: "Cosa dovrei fare dimmi un po'" le dissi guardandola negli occhi. Passammo un po' di tempo a guardarci in silenzio e non so perché le mie mani non erano più nelle mie tasche. Erano sulle sue guance, sulle sue morbide guance rosse, poi dissi: "Perché non riesco a stare lontano da te anche quando ci odiamo?" e lei con un filo di voce rispose: "Perché ci odiamo?".

Sorrisi e lei ricambiò, le nostre fronti si toccavano, non c'era più niente da fare non potevo più scappare da quel momento, ma non penso che l'avrei fatto. Mi allontanai cercando di evitarla ma lei si alterò e disse: "Oh no mio caro tu adesso vieni qui". Mi prese per i capelli e...WOW...mi erano mancate le sue labbra, le sue morbide labbra rosse. Mi era mancata e le ero mancato anch'io. Non riusciamo a stare lontani...proprio per niente.

- "Dormi da me stasera?"

- "Fammici pensare...Ok"

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