-Incominciai a non capire più cosa stesse succedendo...che strano sogno stavo vivendo? In quale film ero finito? Non c'era nulla di normale in tutto ciò.
Non capita certo tutti i giorni di ritrovarsi una seconda anima nel proprio corpo...beh a meno che non si parli di casi si doppia personalità, ma Joey non mi apparteneva e dovevo liberarmene al più presto. Passarono circa due mesi dall'incidente con Max, adesso lui è apposto ma preferisce non starmi più così tanto vicino...non lo biasimo. Durante tutto questo tempo ho continuato a parlare con la voce nella mia testa e sembrava sempre, passasse tutto così velocemente. Il vero problema era il calar del sole. Il contatto con la luce della luna mi rinchiudeva in uno stato di trance e intorno a me diventava tutto buio. Sembrava sempre passare un attimo ma appena riaprivo gli occhi venivo accecato dai primi raggi solari che oltrepassavano i fori delle persiane chiuse delle finestre. La cosa mi spaventa e sembra farmi male psicologicamente, al mio risveglio ero rilassato, ma molto assonnato, eppure non mi spiego il perché dato che rimango praticamente incosciente tutte le notti. Dopo tutti quei pensieri sono uscito di casa. La gente in giro alle strade mi buttava occhiatacce, altri si allontanavano o coprivano gli occhi ai bambini. Notai una persona dall' altro lato della strada che mi urlava contro dicendo cose senza senso: "NON DOVRESTI CAMMINARE PER QUESTE STRADE MOSTRO, DEVI SOLO VERGOGNARTI, SE POTESSI TI SBATTEREI IN CELLA A VITA". Ne presi piena consapevolezza e voltai un angolo. Era un vicolo buio senza luci ma pieno di gente senza tetto o elemosinatori, spacciatori e alcolizzati. Ero un semplice deviato sociale, camminavo sempre incappucciato, alla gente della città non importava nulla di me, non ho mai commesso crimini e quel giorno mi sentivo un criminale. Spesso uscendo di casa incontravo una ragazza molto carina, Rianne, che sembrava avere le mie stesse abitudini ma sembrava molto più estroversa. Un giorno ci provai a parlare e mi confessò che sapeva del modo in cui la fissavo, non le sembrava strano e per fortuna si fece una risata, da quel giorno mi interessai molto di più a lei anche se a volte sembrava preferisse stare sola. Eravamo simili e questo mi rendeva felice. Insomma...non sono mai stato attratto così da una ragazza. Quel giorno mentre tornavo sotto la pioggia di insulti che mi tormentavano, si affacciò dalla finestra e mi chiede se mi andasse di passare la serata con lei. Sorrisi ma rifiutai. Non avrei sopportato che le facessi del male. Uscì fuori casa e si sedette sui gradini, facendomi un accenno di mettermi accanto a lei. Esitai all'inizio ma accettai. Parlammo un po' e mi chiese: "Come mai la gente continua a trattarti come se fossi spazzatura?"; io abbassai lo sguardo e le parlai di tutto ciò che ho passato negli ultimi mesi. Mentre continuavo a parlare poggiò la testa sulla mia spalla e disse: "Non ti vedrei mai come un mostro, qualsiasi cosa tu abbia dentro di te, non lasciare che la gente pensi questo. Tu sei più di quello che pensi". Mi bloccai...non riuscivo a parlare, le parole mi rimasero in gola e non riuscivo a muovermi. Mi sentivo solleticare la guancia mentre una piccola lacrima attraversava il mio viso. Penso non se ne accorse, ma la lacrima fini nel suoi capelli. Le passai la mano dietro la schiena e la poggiai sulla sua spalla. Durò poco dato che dovevo tornare a casa, ma niente e nessuno avrebbe rovinato quel momento magico. Non meritavo quell'attimo di felicità per quanto bello fosse. Tornai a casa sotto i suoi occhi e mi salutò con la mano prima dii chiudere la porta. Corsi in doccia e aprii l'acqua. Nel mentre pensavo alle parole che mi aveva detto Ria. Stavo sul divano quando sento: "Kael, oggi ho visto e sentito tutto", e io risposi: "Ascolta...quanto hai intenzione di tormentarmi ancora?", Con un ghigno rispose: "Beh non avresti dovuto strappare quella lettera, è solo colpa tua se sono ridotto in questo stato Limitato". Continuò: "Ascolta so benissimo cosa si prova, ad essere sotto giudizio da tutti, anche se non hai fatto nulla", poi risposi: " Ah davvero? E come lo sai? Io penso che tu non sappia un bel niente, non so come hai vissuto e non so cosa hai passato." Un piccolo momento di silenzio e poi con tono rilassato incominciò: "Quando ero un ragazzino ho sempre cercato di attirare l'attenzione di una Ragazza molto carina; ho fatto di tutto pur di farmi piacere ma non è mai successo. Andando avanti sono diventato sempre più chiuso e riservato, non parlavo con i miei genitori, non avevo più amici e solo per una ragazza. Quando sono diventato adulto decisi di smetterla con quell'atteggiamento e cambiare vita. Non è stato per niente facile. Una sera scrissi una lettera a quella ragazza, una lettera che non avrebbe mai letto. Decisi di farmi un giro tra i boschi per respirare aria pulita e...Morii...persi il controllo dell'auto e mi schiantai...mentre bruciavo, pensavo a lei, solo lei e non vidi più nulla." Io rimasi sconvolto dalle sue parole ma quello che mi fece gelare il sangue, era che quell' incidente accadde quindici anni fa come raccontò in seguito. Parlò di essere rimasto cosciente dentro quella lettera scritta con tutto l'amore che aveva per lei. Quelle fiamme non avrebbero smesso mai di ardere fin quando esisteva il suo sentimento. Fiamme che non rovinarono mai il bosco, fiamme che restavano al suo posto. "Le parole di Ria devi tenerle strette a te come se dovessi tenere stretta Ria." Mi disse con aria di coraggio e io gli risposi senza pensarci due volte: "Lo farò". Quella sera pensai a Joey come quasi un amico. La mattina seguente decisi di cambiare e incominciare...una nuova vita.
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Another Soul
Science FictionUn ragazzo di nome Kael Walsh viene maledetto da una lettera trovata nella foresta di Wallwood City...la sua vita cambierà per sempre