Capitolo 3 "Un vantaggio dannato"

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- "ANNUNCIO: CERCASI GUARDIA FORESTALE". Trovai questo volantino attaccato ad un pilastro poco lontano da casa mia, lo lessi con attenzione e decisi di chiamare il numero dell'accampamento dei Ranger, che proteggevano Wallwood da animali selvaggi. Furono molto disponibili e gentili e accettai l'incarico. Ero pronto a tutto pur di essere rispettato dalla gente della città e volevo rendere felice Ria ad ogni costo. Per me non era una cosa nuova andare in giro in piena notte. Joey però, mi rese le cose molto complicate per colpa della metamorfosi che avveniva ogni notte e spesso dovevo lavorare da solo e ai confini della città. Una notte ero al lato sud-ovest di Wallwood e stavo controllando un vecchio magazzino che aveva ricevuto diverse visite da predatori durante la settimana; cosa molto strana dato che il magazzino è chiuso da tutte le entrate e le finestre sono tutte chiuse. Passai dal proprietario, che mi consegnò le chiavi dei lucchetti. Nel mentre pensavo:" Sto tizio dev'essere riservato per avere tre lucchetti per una sola porta." Non mi importò abbastanza, alla fine dovevo fare solo il mio lavoro. Entrai nel magazzino, era abbastanza in disordine. Diedi una controllata veloce all' esterno; era tutto ok, quindi lasciai la porta del magazzino aperta. Lì dentro si moriva di caldo e avevo bisogno d' aria. C'erano molti scaffali pieni di strumenti musicali, c'era un grammofono e un manichino da disegno. Le pareti erano piene di gocce di colore e su una delle ante di un armadio c'era il ritratto di una ragazza. La fissai profondamente, era come se mi parlasse. Rimasi completamente stregato da quel dipinto. Mi ripresi a seguito di un rumore che proveniva da un angolo del magazzino. Mi paralizzai dalla paura e un brivido mi scese lungo la schiena. Un lupo era entrato dalla porta di ingresso e stava strappando un sacco di sabbia. Mi notò all' istante ma rimase anche lui fermo. Riuscivo a vedere i suoi occhi bui come la notte che brillavano alla luce della luna piena. Sembravano due sfere di cristallo.

Feci veloce un passo indietro e incominciò a ringhiare, sperai che Joey si presentasse al più presto prima che venissi azzannato. In un attimo mi saltò addosso e mi prese il braccio.

Urlai per un po' quando realizzai...che non sentivo dolore, eppure quel lupo stava cercando di squarciarmi il braccio ma non sentivo nulla di tutto ciò. Joey usò l'altro braccio per aiutarmi e graffio una zampa del lupo. Salto via e scappò mentre ero ancora a terra. Il mio braccio uscì illeso da quell'attacco, così chiusi a chiave e me ne andai al più presto. Mentre tornavo a casa pensavo a come sia stato possibile che il lupo non mi avesse neanche graffiato seppur la pressione del suo morso. Tornato a casa mi voltai verso la casa di Ria, le luci erano spente ma...notai un paio di gocce di sangue davanti la sua porta, così mi spaventai e bussai. Ria aprì la porta e sembrava molto stanca; con un filo di voce mi disse:" Cosa ci fai qui a quest'ora?". Tirai un sospiro di sollievo dato che stava bene e poi le raccontai l'accaduto." Mi dispiace averti disturbato in piena notte però mentre passavo ho visto queste." mentre indicavo le gocce. Lei spalancò gli occhi come se avesse visto un fantasma e disse balbettando:" B-Beh sarà stato q-qualche animale ferito che p-passava di qui". Sembrava strana ma era molto stanca quindi le diedi la buonanotte e tornai a casa. Il mattino seguente venni svegliato dal suono assordante delle sirene dell'ambulanza, che sembrava aver parcheggiato davanti casa, così mi vestii in fretta e uscì di casa per capire cosa stesse succedendo. L'ambulanza era parcheggiata al lato opposto della strada...davanti casa di Ria. Attraversai la strada senza neanche guardare, stavo quasi per essere investito da un'auto che passava di lì. La porta era aperta e un dottore aspettava davanti l'ingresso con un quadernetto mentre scriveva le cause d'incidente. Mi allarmai ancora di più e chiesi di entrare. Fu gentile a lasciarmi passare e corsi dentro urlando il nome di Ria, ma al suo posto rispose una voce maschile che mi disse di salire al piano di sopra. Una volta arrivato in camera sua c'erano due infermieri che stavano fasciando il braccio di Ria, nel mentre incosciente per la perdita del troppo sangue. Domandai urlando cosa fosse successo e uno di loro disse:" la ragazza presenta un profondo graffio sul braccio. Ha perso una grave quantità di sangue e c'è bisogno di una trasfusione." poi continuò:" non sappiamo però chi sia stato a chiamare il pronto soccorso dato che dalle analisi risulta che è restata incosciente quasi da 3 ore, comunque non si preoccupi figliolo, non è in pericolo, ha solo bisogno di una trasfusione d'urgenza". Li ringraziai ma non volevo lasciare Ria sola così decisi di accompagnarla in ospedale. Durante il tragitto in ambulanza mi sedetti vicino a lei, le accarezzai la guancia dolcemente." Scusa se non ti sono stato vicino, è solo colpa mia, perdonami...non abbandonarmi ti prego" le sussurrai mentre mi lasciai ad uno sfogo di pianto. Continuai ad accarezzarla e cercare di esserle più vicino possibile. Arrivati in ospedale mi ringraziarono e mi chiesero gentilmente di attendere fuori la sala; a malincuore annui e mi sedetti. Tutti mi fissavano in modo strano, mentre io a testa bassa continuavo a piangere e pregare perché andasse tutto per il meglio. Dopo un'ora il dottore uscì dalla sala con un'espressione rilassata, si avvicinò e disse:" Signor Walsh, sono felice di informarla che è andato tutto per il meglio". alzai lo sguardo ancora in lacrime e corsi in Sala. Dormiva tranquilla, stava bene. Mi avvicinai piano al letto e mi appoggiai ad un lato di esso. Le presi la mano e le lasciai un bacio sulla guancia mentre le sussurrai:" sono felice che tu stia bene. Non avrei sopportato di perderti". Una lacrima le scese lungo il viso e sorrise:" non abbandonarmi mai" mi sussurrò con un filo di voce, si alzo e mi abbracciò, le asciugai le lacrime: "Mai".

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