Sono passate diverse settimane dall'ingresso di Jasmine all'Ipm.
La detenzione è dura ma avere il mare a pochi passi la far star bene.
Il mare ti dà la spinta per sognare e ti aiuta a riflettere, è un bene che questo istituto penitenziario sia costruito in un punto così.Ha appena portato un paio di cuffie a Cardiotrap il "cantante" del braccio maschile, il cui vero nome è Gianni.
È cresciuto con un padre violento ed una madre troppo vittima e troppo debole per ribellarsi e difendersi.
È uno dei pochi innocenti del penitenziario, si è semplicemente trovato al posto sbagliato al momento sbagliato. È uno dei nipoti di Enzo.Uscendo dalla sua cella si trova ad assistere ad un momento particolare.
Una discussione tra suo fratello e Pino, altro componente della sua squadra, detto ó pazz, per via del suo carattere che lo spinge a cambiare comportamento da un momento all'altro.In realtà è una corazza per nascondere il suo animo ed il suo bisogno di essere amato.
Pino esce dalla cella di Ciro ferito sul torace col sangue che gli cola.
Si è ferito per mostrargli che ha molto più coraggio di lui e degli altri poi è uscito sbraitando.
Se l'è presa con Totò ma non con lei, unici presenti in corridoio.Totò è entrato nella cella di Ciro per chiedergli semplicemente come andavano le cose visto quello che era appena successo ma Ciro lo ha trattato malissimo.
Totò ha lasciato la cella, ha lanciato uno sguardo triste a Jasmine e si è allontanato.La ragazza entra nella cella del fratello, palesemente ancora provato per la discussione.
<< la devi e la dovete far finita 'e ve la piglià p Totò. Iss nun è a vostra valvola 'e sfogo. Pigliatella co chi ti fa arrabbiare, no p chi te dimostra ca te vo bene >> ringhia lei poi lo spintona.
Esce dalla cella e va a cercare Totò.Guarda nella cella che divide con Gaetano, altro soldato fedelissimo di Ciro da prima che entrassero all'Ipm, guarda in cortile, in sala comune, chiede a chi incontra.
Niente, non c'è. Alla fine sale in terrazza.
Lo trova lì da solo. Seduto con le spalle appoggiate al muro.
Le mani a coprirgli il volto e i gomiti poggiati sulle ginocchia piegate.
Ispira sollevata e si precipita lì.Si siede al suo fianco e prova ad abbracciarlo.
Alza la testa sconvolto.
<< che ce fai ca? >> le domanda.
<< ero preoccupata per te >>
<< ó ver? >> chiede conferma lui, non gli succede spesso, anzi, quasi mai.
Annuisce lei.<< agg rimproverato a fratimo p come t'é trattato. È no sciemo. Non si tratta male chi c dimostra ca ce vo bene >> gli spiega.
<< grazie Jas >> ammette.
Gli sorride e lo stringe nuovamente.
<< ma ci sono abituato. Fanno tutti accussì, ra semp. Mi credono no strunz. Quanno li faccio ridere vac buon ma quann se tratta 'e cose serie no cont cchiù niente >> le spiega.<< non si nu strunz. Si no ragazzo d'oro. Piano piano sto imparando a conoscerti >> lo rassicura.
Le sorride.
<< dai che oggi è un giorno bello, ci sono i colloqui >> gli ricorda.
<< pe me nun vene mai nisciun >> confessa lei.
Ennesima stretta al cuore che le fa provare.
Le ha già confidato di essere stato adottato.La famiglia non si presenta ai colloqui, il fratello si comporta come se lui non esistesse, gli amici lo trattano con superiorità, come se fosse stupido.
Prova tenerezza in questo momento ma ha già capito, in queste poche settimane, che non è così. È una persona meravigliosa.<< facimm accussì, facimm finta che so venuta io a colloquio pe te veré. Che ne pensi? >> propone lei.
Sorpreso sorride ed accetta la proposta.Le parla di tante cose, delle sue passioni, della sua famiglia adottiva, di quanto poco sa di quella d'origine, di quanto gli piace giocare a calcio.
È veramente riuscita a conquistare la sua fiducia e lo realizza più che mai quando arriva a raccontarle il perché è stato portato all'Ipm.
La ragazza ricambia il gesto parlandogli di lei e del perché è finita lì.
Poco dopo un agente li raggiunge, si lamenta dicendogli che li aveva cercati ovunque e poi li esorta ad andare a pranzo.
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Ti bruciavo dentro/Mare Fuori:
FanfictionVieni, stammi vicino... sì ma a distanza di sicurezza. Niente nella vita è scontato neanche quando sembra seguire il "giusto" corso perché basta molto poco al destino per manifestarsi.