Dopo essere andati ad una festa, Manuel e Jacopo tornarono a casa di quest'ultimo, si erano organizzati per dormire insieme visto che l'indomani non ci sarebbe stata scuola.
Simone era rimasto a casa, non aveva nessuna voglia di andare a quella festa e stavolta non era per colpa di Manuel.
Faceva di tutto pur di evitare la gente, la vicinanza con chiunque lo faceva sussultare, ogni minimo movimento di qualcuno accanto a lui lo faceva sussultare, anche se quel movimento proveniva da Jacopo o da suo padre - persone che sapeva non gli avrebbero mai fatto del male.Manuel si era interessato al suo stato di salute, si erano anche scambiati i numeri, e ogni tanto inviava messaggi all'altro per chiedergli come stesse.
Aveva paura di essere invadente quindi lo faceva di rado e con una scusa stupida, non sapendo che a Simone, invece, facevano molto piacere sapere i suoi messaggi - anche se non dava a vederlo -.Come quasi ogni notte, Simone non riusciva a dormire e - come ogni volta che succedeva - scese al piano di sotto e si mise a guardare il giardino dalla finestra della cucina.
Il buio, il silenzio e la luna lo calmavano. Era come se anche i suoi pensieri si spegnessero, insieme al mondo che lo circondava.
E preferiva di gran lunga quel silenzio, quella solitudine piuttosto che il mondo violento in cui viveva.
Appoggiò la testa al vetro e chiuse gli occhi respirando a fondo.Manuel, in quel momento, si alzò dal letto montato in modo improvvisato da Jacopo accanto al suo e, stropicciandosi un occhio, scese al piano di sotto in silenzio. Dopo tutto l'alcol che aveva bevuto aveva bisogno di un po' d'acqua fresca e, vista la confidenza con Jacopo e le volte in cui era stato un quella casa, si sentiva libero di poterlo fare in autonomia senza dover svegliare qualcuno.
Quando entrò in cucina e vide la sagoma di Simone fece un balzo, non si aspettava di trovare qualcuno in giro e in più era ancora un po' sbronzo e addormentato.«Mortacci tua, Simò. M'è preso un colpo» Manuel si diresse verso il frigo
«E tu che ci fai qua?» Simone si voltò immediatamente verso di lui
«Dormo qua stanotte, non lo sapevi?» chiese prima di prendere un bicchiere e versarsi l'acqua
«No, non ne avevo idea» riprese a guardare fuori
«Non riesci a dormire?» chiese Manuel dopo aver bevuto l'acqua tutta d'un sorso, Simone scosse la testa «E che fai qua?»
«Mi godo il silenzio, il mondo fermo. Guardo fuori, la luna, e mi concentro sulle piccole cose belle che il mondo ha ancora, prima che diventi di nuovo giorno e il calvario inizi e le cose belle svaniscano»
«Facciamo durare queste ore il più possibile, allora» Manuel andò accanto a lui
«In che senso?»
Manuel gli chiese di seguirlo con un gesto del capo, prese la coperta che tenevano sempre sul divano e, insieme, uscirono fuori in giardino cercando di fare il minor rumore possibile.
Andarono insieme sul retro della casa, lì dove si trova la piscina - ormai fuori uso.«Ma che dobbiamo fà?» chiese Simone
«Niente, è questo il bello» Manuel si sdraiò e incitò Simone a copiarlo, dopo distese su di loro la coperta e portò le braccia sotto la nuca «Da qui il silenzio è più bello, non trovi?»
Simone chiuse gli occhi e si godette i rumori della notte, i versi degli insetti, il rumore di qualche auto in lontananza «Sì, qui è più bello» ammise «Ma tu non hai sonno? Sarete sicuramente tornati pochi minuti fa»
«Mezz'ora fa, circa»
«E stai qua?» Simone rise
«Tu' fratello russa, meglio qua a sentì il silenzio» disse Manuel e Simone si voltò per guardarlo per qualche secondo
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Inaspettato || Simone x Manuel
FanfictionSimone ha da sempre avuto una vita difficile in quanto molto introverso, timido. Non riesce a relazionarsi con gli altri e il suo unico amico è sempre stato il suo fratello gemello Jacopo, il quale è tutto il suo opposto: di amici ne ha molti, tra c...