7. Cedere alla paura

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Simone era ufficialmente un alunno della 3B del liceo in cui il padre insegnava.
Dante aveva parlato alla preside e lei aveva subito avviato le procedure in modo da ufficializzare il prima possibile il trasferimento.

Una volta sicuro, Dante aveva parlato ai suoi alunni del figlio, descrivendoglielo anche un po'.
I ragazzi immediatamente vollero il numero di Simone per aggiungerlo sul gruppo classe, nonostante lui non fosse ancora andato a scuola.
Quando gli arrivò la notifica si trovava ancora a Glasgow, stava facendo colazione e aveva sorriso nel vedere come i suoi nuovi compagni lo stessero già tempestando di messaggi di benvenuto.

Quando fu ora di conoscerli si sentì nervoso, sperando di fare loro una buona impressione, ci teneva che le cose andassero bene quella volta.
Alcuni di loro avevano anche già iniziato a seguirlo su Instagram, avevano fatto di tutto pur di farlo sentire accolto.

Simone venne accompagnato da Dante nella sua nuova classe, avrebbero avuto filosofia alla terza ora ma volle comunque aiutare il figlio a trovare l'aula.
Avevano molto parlato dopo il suo rientro da Glasgow e, a parte aver già cercato qualche bravo psicologo a Roma, Simone gli aveva confessato la sua paura di essere classificato come lo strano, aveva paura di ricadere di nuovo nella vecchia situazione.
Ma Dante lo aveva tranquillizzato.

«Ragazzi, prima che venga la prof di matematica, ci tenevo a presentarvi personalmente Simone» disse attirando l'attenzione di tutti e stringendo le spalle al figlio, Simone alzò una mano in segno di saluto e tutti subito gli sorrisero assalendolo di domande

Dante lo lasciò, sapendo fosse in buone mani

«È proprio identico a Jacopo» commentò Aureliano stupito

«Eh grazie, sono gemelli» rispose Giulio

Simone rise, ci avrebbe impiegato un po' a ricordare i nomi di tutti «Conoscete Jacopo?»

«Jacopo è 'ngrande, in tutte le feste sue me so' divertito 'na cifra» disse Matteo

«Te non ti vedevamo spesso, però» disse Chicca

«No, non sono amante delle feste in realtà» Simone scosse la testa

«E che ti piace fare?» chiese Laura

«Suonare il piano, ad esempio»

«No, che figo!» commentò Monica

«Davero suoni?» chiese Luna «Te voglio troppo sentì, nun ce l'hai 'nvideo?» Simone scosse la testa «Prima o poi me fai sentì però»

«Certo, con piacere» Simone sorrise

«Ma che stai a fà ancora in piedi? Scegliti un banco, ce ne stanno 'nsacco liberi» disse Chicca

«Ci hanno già dimezzati al biennio, di questo passo alla maturità ci arrivano solo Laura e Giulio» disse Aureliano facendo ridere tutti

«Tu come sei a scuola? Studi?» chiese Monica

«Sì, abbastanza»

«Allora Simo se mette qua vicino al banco mio» Matteo glielo indicò «Vie qua, d'oggi in poi divento l'ombra tua» gli tolse lo zaino dalle spalle in modo amichevole ma Simone sussultò per quel gesto che poteva sembrare brusco, troppo veloce e Matteo se ne accorse, ricordò ciò che il professore aveva raccontato e provò a rassicurarlo «Scusa, t'ho fatto male?»

«No, scusami è che..»

«Nun te preoccupà, mh?» Matteo non gli fece completare la frase e gli offrì un sorriso gentile

Quando la prof della prima ora arrivò tutti si sedettero ai propri posti e Simone non perse occasione per mostrare le sue doti in matematica, anche perché era l'unico che sapeva come rispondere alle domande della professoressa.
Matteo continuava a ripetergli fosse diventato il suo nuovo migliore amico e quella cosa faceva molto sorridere Simone.
Nella sua vecchia scuola lo emarginavano anche per quello, invece qui poteva notare come tutti si incoraggiassero e sostenessero a vicenda, era proprio un bell'ambiente e sperava di entrare a farne parte il più presto possibile.

Inaspettato || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora