11. Vertigini

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In pochi giorni la notizia della loro relazione si era diffusa a scuola e ormai tutti pronunciavano il nome di uno solo se accompagnato dal nome dell'altro.
A Simone e Manuel non dava fastidio, anzi. E poi, non avevano fatto assolutamente nulla per nascondere la loro relazione, non ne vedevano il motivo.

Avevano ricevuto dei commenti stupidi ma se lo aspettavano. Manuel era sempre pronto ad attaccare, non voleva far sentire male Simone, non dopo ciò che aveva passato, non a causa della loro relazione: doveva essere una cosa bella sotto tutto gli aspetti e se già era stato pronto a difenderlo quando lo conosceva appena, adesso lo era il triplo.

In classe di Simone gli avevano fatto mille domande, lo avevano anche preso in giro perché aveva attestato che non si sarebbe mai messo con Manuel, nemmeno nella prossima vita, aveva detto. E Simone aveva riso, era impossibile non farlo.
E poi, ultimamente, nessuno glielo toglieva dal viso, il sorriso.
Aveva ragione Jacopo: Manuel riusciva a restituirgli la luce di cui aveva bisogno.

Simone arrivò presto in classe, si sedette al suo banco e aspettò che i banchi attorno a lui si riempissero.
Aveva dormito poco e male a causa degli incubi che ogni tanto faceva, non li aveva dimenticati i suoi vecchi compagni né aveva dimenticato le cose che gli avevano detto o il modo in cui lo trattavano, le botte. E gli capitava di svegliarsi in una pozza di sudore e con l'ansia a mille.

Proprio mentre si teneva il viso tra le mani, cercando la forza per affrontare quelle ore di lezione che lo aspettavano, sentì qualcuno avvicinarsi e appoggiare qualcosa sul suo banco.

«Buongiorno» era Manuel, lo salutò con un bacio tra i ricci

Simone aprì gli occhi e vide un Bacio Perugina appoggiato sul suo tavolo, sorrise e si voltò a guardare Manuel «E questo?»

«Mi madre ne aveva 'na scatola a casa e l'ho rubato»

«Buongiorno» rispose Simone prima di sporgersi verso le labbra dell'altro

«Sicuro ce sta dentro la frase de 'nfilosofo, scommetti?»

«Scopriamolo»

Simone scartò con cura il cioccolatino e tirò fuori la carta con la frase, tipica dei Baci Perugina.
Manuel era dietro di lui che aspettava con ansia che Simone leggesse quel bigliettino che, in realtà, aveva inserito lui con cura la sera prima, quando aveva pianificato tutto.

Vieni a cena con me stasera?
- Manuel

Simone sorrise, sentì le guance andargli a fuoco. Si voltò a guardare il ragazzo dietro di lui «Te l'avevo detto: è 'nfilosofo» disse Manuel ridendo

«Non lo conosco» scosse la testa, non la smetteva di sorridere

«Lo spiegherà presto tu' padre, vedrai» scombinò i ricci di Simone «Quindi?»

«Mh, forse ho un impegno stasera» scherzò Simone

«Il treno della fortuna passa 'na volta sola, lo sai?»

«Quindi devo pe' forza?»

«Me sa de sì»

Simone rise «Certo che ci vengo» disse, poi, seriamente

«Nun me posso permettere qualcosa de serio però c'ho 'na mezza idea, tu devi solo sapè che t'aspetto al garage»

«Non vedo l'ora» Simone sorrise «Non importa dove siamo, l'importante è essere insieme. No?»

Simone conosceva bene i problemi economici di Manuel, infatti non pretendeva nulla e poi era vero: a lui importava solo di stare insieme al suo ragazzo.

Manuel annuì e gli accarezzò la guancia, Simone aveva la testa piegata all'indietro verso di lui.

Manuel notò il suo sguardo stanco e spento «Tutto bene, Simo?»

Inaspettato || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora