Secret

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So che è un segreto,
perché lo sento sussurrare dappertutto.
(William Congreve)

***

Lily Evans adorava i segreti, non che ne avesse - riteneva che la sua vita fosse troppo piatta e monotona per averne -, ma li vedeva pulsare tra le mura del castello, graffiare le labbra dei custodi e nascondersi negli antri più bui del proprio essere.

In fondo le piacevano, non credeva fossero un peso, piuttosto una parte intima e profonda di qualcuno che veniva condivisa, uno spicchio di quella persona che aveva dimostrato di fidarsi.

Lily era definita dalle sue amiche la custode d'eccellenza, ogni segreto e confidenza entrato in suo possesso veniva messo al sicuro, protetto da facciate di indifferenza e neutralità. Se Lily custodiva un segreto, nessuno lo avrebbe saputo.

Riusciva a essere così neutra di fronte alle situazioni che nemmeno il Veritaserum avrebbe funzionato su di lei, o almeno così credeva Alice.

E forse, per la sua innata indole di custode, riusciva a percepirli da lontano. Ne sentiva l'odore, ne vedeva i colori, e l'agitazione - seppur minima - negli occhi dei suoi interlocutori si muoveva come un mare in tempesta. Perciò, quando Severus cominciò a sostenere che Remus Lupin nascondesse qualcosa, lei già lo sapeva.

Tutti e quattro nascondevano qualcosa, cercando di proteggerlo come uno dei più grandi misteri del mondo. Non c'era bisogno che Severus mostrasse tutta la sua smania nei confronti dei Malandrini, d'altronde era un segreto e nessuno dei due aveva il diritto di sapere cosa stessero omettendo.

Un segreto era un segreto, si diceva Lily, eppure lo considerava tale fin quando non cominciavano a sussurrare.

Avrebbe tanto voluto dire a quei quattro che dovevano essere meno istintivi, meno sull'attenti e, soprattutto, meno sospettosi, perché più di una volta li aveva visti sussurrare fitto fitto tra loro, dandole così la certezza che non fosse per qualche stupido scherzo.

I segreti si manifestano, agitano gli animi e i visi si contraggono in smorfie di elusione, si comincia a sudare, qualche volta balbettare, e la mano tra i capelli di James Potter diventava un gesto meccanico - non più naturale come quando ci provava con lei, o con qualsiasi altro essere di genere femminile -; proprio come il sorriso sghembo di Sirius Black, che cominciava ad essere incrinato e non più rilassato; o ancora la postura di Remus, la sue spalle iniziavano immediatamente a incurvarsi in avanti, come se fosse vittima di una trasformazione; per non parlare poi di Peter Minus che volgeva lo sguardo a scatti da destra a sinistra sperando di trovare un appiglio per cambiare discorso.

Dunque era ovvio che stessero nascondendo qualcosa, ma Lily non voleva mettersi in mezzo, e nemmeno offrire ai Malandrini un motivo in più per comportarsi in maniera ancora più strana.

Così non faceva altro che scoraggiare Severus dall'indagare e cercare di carpire qualche informazione, perché qualunque fosse il segreto, era certa che non sarebbe finita bene. E avrebbe fatto bene a seguire il suo stesso consiglio.

Invece aveva trascorso l'intera settimana a osservarli, analizzando ogni dettaglio e ruga d'espressione. Sembrava che fossero più agitati del solito, davano risposte sconnesse, informazioni incoerenti, e spesso avevano finito per mostrare maggiore irrequietezza di quanta non ne avessero mai mostrata.

C'era qualcosa che non andava, era palese, come il fatto che Severus volesse pedinarli, eppure Lily - in cuor suo - sapeva che avrebbe dovuto preservarli, altrimenti si sarebbero fatti scoprire. D'altronde Severus aveva cominciato a trascorrere troppo tempo con Avery, Mulciber e Rosier, e perciò dubitava fortemente che Severus avrebbe mantenuto un segreto dei Malandrini.

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