Persuasione

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Come riesce a trasformare
poche semplici parole
in una promessa
così allettante?
(E. L. James)

***

Al Purple Light non mancava mai un sottofondo musicale. I ragazzi delle età più disparate si rifugiavano lì per cercare di ottenere il loro piccolo momento di successo, e Belly, una signora sui sessant'anni che fumava come una ciminiera, li guardava masticando una gomma da dietro il bancone con le sopracciglia aggrottate.

Belly era una donna particolare, dura, tosta e per niente flessibile. Aveva i capelli tra un grigio e un biondo, gli occhi più chiari del mondo - tanto da sembrare che le pupille fossero trasparenti - e una bandana rossa sulla testa. Spesso indossava camicie bianche dalle maniche arrotolate, mettendo in mostra tutti i tatuaggi che faceva da quando aveva compiuto la maggiore età.

Li guardava con un minimo di approvazione, forse disgusto misto a sufficienza, eppure a Hugo faceva ridere. Che fosse per la sua presenza costante tutte le sere non lo sapeva, ma Belly sembrava che l'unico che sopportasse fosse proprio lui.

Hugo non dava problemi, non litigava con nessuno, non faceva risse, pagava prima di bere e non importunava nessuno. Ma Belly era proprio particolare anche per questo, se anche lui si fosse seduto in qualche angolo del bar lo avrebbe scorto in ogni caso.

Sedeva al bancone, un braccio poggiato sul piano, mentre con la mano stringeva il boccale di birra. Goccioline di condensa cadevano lungo il vetro del bicchiere e gli bagnavano la mano. Belly mormorava qualcosa sul gruppo di quella sera, lamentandosi della scomparsa del talento e del desiderio di quei mocciosi di esibirsi anche a notte tarda.

Hugo sorrideva non sapendo cosa rispondere. Cosa era necessario dire in quei casi? Sicuramente se ci fosse stata sua madre lo avrebbe saputo.

Belly sbuffò asciugando un boccale di birra, mentre Hugo bevve un sorso della sua. Fu in quel momento che tutte le sue convinzioni, le sue certezze e le sue sicurezze caddero come un domino. Dalla porta principale entrò una ragazza. Portava i capelli corti neri, gli occhi erano paragonabili a due ghiacciai e indossava con sicurezza il vestitino di lana più stretto che avesse mai visto - Lily ne indossava di cose aderenti, ma nulla aveva mai raggiunto quei livelli. Le labbra sembravano boccioli di rose, aggraziate da un rossetto chiaro, ai piedi sfoggiava un paio di tacchi neri e a tracolla portava una borsetta minuscola.

Hugo credette che tutto il genere maschile si fosse girato ad ammirarla. Aveva subito capito che quella ragazza era la femme fatal per eccellenza e, peggio ancora, anche lei sapeva di esserlo.

La vide accomodarsi a tre sgabelli di distanza da lui, aveva accavallato le gambe e chiunque era rimasto ammaliato dalla sua pelle dorata. Sembrava che avesse fatto un bagno nella perfezione liquida e Hugo non riuscì a distogliere lo sguardo dalla sua figura.

Ma poi lei si era girata e, accorgendosi di lui, aveva ricambiato lo sguardo. Hugo sperò di non essere arrossito. Si voltò e provò a ignorare la sua presenza rilucente.

Per tutto il resto della serata, Hugo aveva notato un viavai che aveva lei come destinazione, poco dopo però tutti si allontanavano con uno sguardo di disappunto. Lei sorrideva vittoriosa mentre tirava su con la cannuccia il drink che aveva ordinato.

Solo quando Belly cominciò a cacciarli, Hugo ebbe la possibilità di parlarle. L'aveva trovata all'angolo della strada che fumava una sigaretta, incurante del freddo che camminava tra le strade e i vicoli della città.

Hugo la superò - vittorioso di non essersi girato a guardarla -, ma venne bloccato dalla sua voce pochi secondi dopo.

«Ti voglio dare un consiglio», disse. La voce era sensuale proprio come se l'era immaginata. «Quando guardi una ragazza, non abbassare lo sguardo come se ti fossi pentito. Altrimenti non riuscirai a ottenere l'esito sperato» Spense la sigaretta e la gettò in uno dei cestini appositi. Gli si avvicinò, il rumore dei tacchi sui sampietrini che accompagnavano la camminata. «Sai, è un vero peccato», aggiunse facendo schioccare la lingua contro il palato. «Eri esattamente il gesto di cui avevo bisogno questa sera» Provò a superarlo, ma Hugo - sciolto dal ghiacciaio dell'imbarazzo - la fermò.

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