Christmas Eve

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Che cos'è il Natale?
È la tenerezza del passato,
il valore del presente
e la speranza del futuro.
(Agnes M. Pharo)

***

Molly e Arthur Weasley amavano il Natale. Forse erano le luci, i colori, i canti allegri che riempivano poi la loro casa in quei giorni, ma più di tutto era l'atmosfera. Avrebbero potuto giurare che ogni incontro con figli e nipoti fosse sempre magico, eppure l'unico momento in cui si sentivano ancora giovani e pimpanti era proprio il giorno di Natale.

Avevano entrambi quasi raggiunto la soglia dei novant'anni e, per quanto loro vivessero in totale autonomia la loro vita, i dolori nelle ossa e le forze che venivano meno cominciavano a farsi sentire sempre di più.

Molly odiava non riuscire a stare bene, a non alzarsi presto e cucinare per un numero discreto di persone ogni giorno diverso. Una volta erano i più piccoli, una volta erano mogli e mariti, qualche volta i figli e altre ancora chiunque avesse voglia di mangiare con i due anziani.

Arthur, invece, continuava quella vita ordinaria che gli era stata concessa dopo la pensione. Sedeva sulla poltrona e leggeva il giornale, spolverava la sua collezione di paperelle di gomma - che sua moglie aveva ritenuto inutili - e nel pomeriggio costringeva Molly ad abbandonare le quattro mura per passeggiare a Diagon Alley, o Hogsmeade, o addirittura nella Londra babbana - secondo lui molto più affascinante.

Cercavano di non farsi schiacciare dalla pigrizia dovuta all'età, o dai dolori che giorno dopo giorno facevano capolino, ricordando loro di essere anziani. Ma poi con l'inizio di dicembre ogni dolore, distorsione, raffreddore e mal di schiena, spariva magicamente. Ginny più di una volta li aveva presi in giro - appoggiata da George - sostenendo che le vacanze natalizie non portassero solo allegria, ma anche rimedi alla vecchiaia.

Eppure per i due anziani era inevitabile sentirsi bene durante il mese del rosso, dei maglioni con l'iniziale e cibo a volontà.

Con gli anni l'abitudine delle loro nipoti, di presentarsi alla Tana, era sfumata nell'aria, c'era chi aveva bambini o mariti e compagni ad aspettarli a casa, e sebbene ciò avesse un po' incrinato il cuore della signora Weasley, a richiudere quei buchi di mancata tradizione erano proprio i suoi figli e le sue nuore. Essi erano a conoscenza del fatto che la prole avesse una famiglia di cui occuparsi, ma la tradizione era la tradizione e Fleur aveva ritenuto poco corretto venire meno a quell'abitudine che riempiva di gioia e allegria la grande casa.

Così il giorno della Vigilia la Tana era regnata dal caos più totale.

«Ancora? Come devo spiegarti che lo zio Louis non è un tela da dipingere?»

Victorie guardava sua figlia di sei anni seduta a cavalcioni sulle gambe dello zio, mentre con le manine scavava nella sua valigetta dei trucchi per bambini non distogliendo lo sguardo dalla mamma. Victorie lo sapeva bene come quel luccichio tinto di orgoglio e di sfida non avrebbe permesso nemmeno a un rimprovero di incrinarlo, era testarda sua figlia e lei più volte aveva sbuffato quando Teddy le aveva ricordato quanto la bambina le somigliasse sotto tutti i punti di vista. Suo marito, invece, era più cedevole e non erano capitate occasioni in cui non avesse preferito il silenzio, anziché rimproverare quella bambina che sprizzava spavalderia e sicurezza da tutti i pori; d'altronde Dominique le faceva da babysitter da diversi anni, perciò forse non era insolito che fosse così.

Sperava, allo stesso tempo, che il suo secondogenito - nato solo l'anno prima - mantenesse quel carattere più mite e arrendevole della sorella. Remus era un bambino tranquillo, piangeva raramente e la maggior parte del suo tempo lo trascorreva riservando sorrisi a tutti, con un accompagnamento musicale di mormorii, versetti e piccoli lamenti per scendere dalla seduta o dal passeggino.

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