Dorian Potter

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Era come se tutta la mia vita
si fosse concentrata in un perfetto
istante di gioia colorata di rosa.
(Oscar Wilde -
Il ritratto di Dorian Gray)

***

Lily sapeva che esisteva una sola persona al mondo in grado di farla sentire felice come faceva James, e era proprio quel bimbo minuscolo che apriva e chiudeva le manine, mentre cercava di acchiappare i piccoli animaletti che volavano tra loro.

Harry era stato un raggio di sole che si era fatto spazio tra le ombre e le nuvole più fitte. Lily ricordava bene la paura che le aveva attanagliato la gola e le aveva fatto mancare l'aria quando sul bastoncino di plastica erano comparse due linee, eppure era bastato guardare James negli occhi per comprendere che il timore di quella gravidanza avrebbe potuto essere superato se lui fosse rimasto al suo fianco.

A lungo Lily si era definita una madre cattiva, snaturata, egoista, che pensava più alla sua felicità, piuttosto che alla vita sacrificata che avrebbe condotto il suo bambino. Eppure, dopo mille incertezze, Lily non era più riuscita a ignorare la pancia che cresceva e quel rumore sordo del suo cuore - tu-tum, tu-tum, tu-tum - che le riempiva le orecchie e, in un certo senso, la rasserenava, nonostante il clima non fosse dei migliori.

Aveva pianto e singhiozzato troppe volte, più di quante ne volesse ammettere, chiusa in bagno con il rumore dell'acqua a coprire il suo dolore, mentre James ignaro continuava a tirare avanti quello stralcio di vita. Lily ricordava quel distacco innaturale che aveva riservato a suo marito - amore della sua vita - mentre la paura che potesse leggere spavento e terrore in quel nocciola che l'aveva sempre tranquillizzata, la sgretolava pezzo per pezzo, staccando con crudeltà ogni piccola percezione di emozione.

Lily aveva passato mesi ad ignorare, a ripudiare quel senso materno che cercava di sbocciare tra i resti delle avversità e della guerra che si svolgeva nel suo petto. E alla fine, tra le lacrime e il senso di colpa che ormai le azzannava le emozioni, le sensazioni e il cuore, aveva sussurrato a James di essere incinta.

Incinta.

Aveva impiegato tutte le sue forze per allontanare quel pensiero, quella piccola vita che cresceva nel suo ventre, tanto che ammetterlo a voce alta aveva ridotto al minimo i rumori del mondo.

James l'aveva fissata in silenzio, tra le ombre della stanza da letto, mentre si stavano per coricare. Non aveva accennato al minimo movimento, ferma sotto lo stipite della porta della loro camera, fissava il marito con gli occhi inondati di lacrime, le stesse che una dopo l'altra le solcavano le guance quasi con irruenza.

E poi si era alzato delicatamente, con passo lento, e, con una tenerezza che impregnava i suoi gesti, le si era avvicinato, con un tatto in grado di renderla gelato al sole, le aveva lasciato un bacio sulla fronte e l'aveva abbracciata.

Lily non era in grado di definire quanto tempo fosse rimasta stretta tra le braccia del marito, mentre nuovi singhiozzi si rincorrevano e altre gocce di dolore cadevano sulla maglia del pigiama di lui.

Quelli li ricordava come i peggiori momenti che avesse mai affrontato. James non l'aveva spinta a parlare, tanto meno costretta a scegliere, entrambi volevano che quella nascita non fosse nulla di forzato, nessun vincolo silenziosamente imposto.

Solo una volta entrata nel quarto mese, Lily e James decisero che sarebbero stati una famiglia, qualcosa che avrebbero protetto con le unghie e con i denti, un amore sbocciato come una speranza per la nuova vita, per il futuro.

E così avevano cominciato a vivere serenamente - per quanto reso possibile dagli attacchi di Voldemort e seguaci - il loro periodo da neogenitori. Avevano comprato un carrozzino, erano stati alla villa dei Potter - abbandonata dalla morte di Euphemia e Fleamont - per recuperare alcuni dei giochi che la madre di James aveva conservato diligentemente nella stanzetta del figlio, avevano poi condiviso la notizia con gli amici e con l'Ordine, e si erano rinchiusi in quella bolla di fittizia felicità che avrebbero cercato di preservare anche con l'incantesimo più oscuro al mondo.

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