Capitolo 11

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Mi sveglio in un letto. Come ho fatto ad arrivarci non lo so, ricordo poco.
Ero troppo sbronza.
-Ma buongiorno bella addormentata- sento una voce che mi sveglia completamente.
-Huh?- borbotto ancora mezza addormentata. La voce vicino a me ridacchia, apro un occhio per capire chi è, anche se ho una mezza idea.

-Ashley?-
-Sì, tesoro, sono proprio io. So che sono irresistibile.- fa ondeggiare i suoi capelli lunghi e io sorrido, nascondendo la faccia nel cuscino.
-Ma dove sono?- chiedo con voce roca.
-A casa mia. Ieri sera ti ho trovata nella mia auto e stavi dormendo. Così non volendo disturbare i tuoi, ti ho portata qui.-
Ashley è seduto a gambe incrociate accanto a me e a volte sporge la testa per vedere il mio viso, che non accenno a muovere dal cuscino.
-Grazie Ash. Ma... come hai fatto a portarmi fino qui?- mi metto seduta, con una grande lentezza.
Ho male ovunque, l'alcool è ancora presente nel mio corpo e il fumo mi ha fatto venire male alla testa.

-Be' in braccio.- dice come se fosse ovvio e come se non fosse nulla di che.
-Non puoi averlo fatto, io sono pesante e tu sei... così, ehm, gracile?- mi allarmo. Sono decisamente più pesante di lui, mi sento in imbarazzo.
-Darcy, non ci provare- mi avverte. -Di fare?-
-Quella è l'espressione che assumi quando ti senti in imbarazzo. Non sei pesante, smettila di pensarlo. Ti fai così tante paranoie. Sta tranquilla.- mi rassicura.
Accenno un "sì" con la testa.
Mi guardo attorno: la camera è piena di poster di vecchie rock band ed è un po' disordinata, insomma, una vera camera di un adolescente.
Ci sono vari vestiti sparsi un po' ovunque. Una chitarra classica e un basso ai lati del muro.
-Mi piace la tua camera- dico con un sorriso. Lui abbassa lo sguardo e accenna un sorrisetto. Uno di quelli che fanno i bambini quando vengono elogiati.

-Ma dove hai dormito sta notte?- domando curiosa.
-Vicino a te, ero troppo fuso per tirare giù il letto degli ospiti.- si gratta il capo, evidentemente in imbarazzo.
-Va tutto bene, tanto noi due siamo amici.- lo rassicuro.
-Vieni, datti una lavata. In casa non c'è nessuno, quindi fai pure con calma.-
Mi accompagna alla porta del bagno e mi fa vedere dove c'è lo shampoo e il resto, trucchi compresi.
Lo ringrazio, lui scende le scale per andare al piano sotto e io entro in bagno.

- -
-Sembri rinata!- esclama il ragazzo tatuato seduto difronte a me.
-Hai dei trucchi che vanno benissimo, dove li compri?-
-Li prende mia mamma, poi io glieli rubo- ridacchia. Mi unisco a lui.
-Non ho altri vestiti...- noto, guardandomi allo specchio e vedendo che ho ancora quelli di ieri sera.
-Se vuoi posso prestarti una felpa da metterci sopra.- si alza e va verso il suo armadio. Prende una felpa nera e me la passa.
È una felpa dei My Chemical Romance, una band che adoro.

-Siamo proprio simili io e te.- scuoto la testa divertita.
-Allora: raccontami che hai fatto ieri sera con gli altri- si siede.
<stavi per drogarti>
-Sono stata con CC e gli altri per un po'. Poi volevo una sigaretta e così Jinxx, o Jake, non mi ricordo bene chi, mi ha detto che Abigail ne aveva così sono andata da lei.- raccontò, ignorando il mio subconscio.

-Poi...?- mi incalza. -Ho fumato fuori dalla casa. Quando stavo per rientrare Abigail mi si è presentata davanti e ci siamo sbronzate insieme-
Ashley ha uno sguardo un po' preoccupato. -che hai?-
-Nulla, solo una cosa su Abigail: lei non è esattamente una brava ragazza.-
È una cosa che già so, ma lo ascolto lo stesso.
-Lei, ecco, fa spesso "giochi" che sarebbe meglio non fare. Usa cose che è meglio non usare e ha amici che sarebbe meglio starci lontani.-

-Lo so, tranquillo. Mi hanno avvertita sul suo conto- dico -Ma altrimenti non è una cattiva persona. È gentile e disponibile.- finisce.
Segue un breve silenzio.
-Darcy- dice d'un tratto -che è successo con Andy?-
Mi blocco. Non posso dirgli che stavamo litigando perché Abigail mi aveva offerto di drogarmi.
-Niente di che, stavamo solo discutendo.- faccio spallucce. -Come mai?-
-Perché vi ho visto e ho sentito Andy che gridava come un matto-
-No, era sempre per delle cose stupide e poi eravamo entrambi ubriachi. Chissà per cosa discutevano-

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