Capitolo 3

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Mi sveglio senza nemmeno il ricordo di essermi addormentata e mi metto a sedere sul letto. Ho ancora indosso i vestiti di ieri e ho ancora il trucco, ormai colato, sugli occhi.

Vado in bagno e mi faccio una doccia calda, tanto per sciacquare via un po’ di stanchezza e per rendermi presentabile.

-Buongiorno cara- mi saluta mia mamma, appena metto piede in cucina. Accenno un movimento con la testa e lei ridacchia. Sa perfettamente che la mattina sono così rincoglionita che nessuno deve parlarmi, se non di cose importanti tipo “torniamo a New York” oppure “Luke ci viene a trovare”.

Arriva Percy, anche lui mezzo addormentato e con il telefono in mano, quel ragazzo è seriamente dipendente da quel coso. Furbi i miei ad avergli regalato un iPhone.

- ‘Giorno, pesciolino mio- lo saluta la mamma, mettendo una fetta di beacon nel suo piatto. Percy va pazzo per il beacon, fosse per lui mangerebbe solo quello.

-Mamma, ti prego non chiamarmi così. Ho quattordici anni!- la riprende, sedendosi e iniziando ad ingurgitare la pancetta.

Io, dal canto mio, ho sempre amato la solita colazione, ovvero latte con i cereali.

-Cosa volete fare oggi? Vedere un po’ la città o iniziare a preparare le cose per la scuola?- chiede papà, entrando con il giornale sotto braccio dal salone.

-Io voglio stare per gli affari miei… cioè, preparare le cose per la scuola- fa il finto emozionato e poi torna concentrato sul suo amato cibo.

-Darcy?- chiede mia mamma. Mi stiracchio e dico –Non lo so, vediamo. Se ho voglia esco, altrimenti no.- lei mi guarda con aria abbattuta. So che ci sta male per il fatto che io non sia entusiasta quanto lei, e so benissimo che la sto tirando per le lunghe in maniera assurda, ma sono fatta così. Cocciuta.

Torno in camera e mi metto qualcosa di decente e mi risistemo il trucco. Accendo il telefono per vedere se qualcuno mi ha cercata.
<Chi vuoi che ti cerca? Si saranno già dimenticati di te> una vocina che non sentivo da alcuni anni torna a farsi sentire. Cazzo, no, non ancora. Scaccio quel pensiero dalla testa e la scuoto per far si che la voce, in un modo o nell’altro, vada via.

Il telefono segna due chiamate perse da Luke e un messaggio. Prima che richiamo Luke guardo il messaggio.

Da: Sconosciuto
Heei, ti va di venire a fare un giro oggi? Così ti ambienti un pochino. Se non vuoi ti capisco, sarai stanca. Ma era un’idea carina, almeno domani, quando andrai a scuola saprai quale strada prendere. ;)

Non capisco chi è, perciò guardo il numero e cerco di pensare chi possa essere. Ma ovvio, è Ashley!

Mi tiro una manata mentale per non averci pensato subito e gli rispondo.

A: Ashley
Ciao, certo mi farebbe molto piacere. Dove vuoi che ci troviamo? Dammi solo qualche minuto che mi preparo. :)

Invio e inizio a sistemarmi definitivamente. Decido di chiamare Luke più tardi, prendo la borsa e un cappello a bombetta che mi ha regalato Luke per il compleanno e scendo le scale.

-Dove vai così elegante?- scherza mia mamma dal salone. Sta stirando e sembra felice, forse dovrei proprio cambiare atteggiamento con lei, in fondo non è colpa sua se ci siamo trasferiti qui… infatti, perché è colpa del lavoro di mio padre, ma non posso essere arrabbiata con lei per tutta la vita.

Ho già avuto abbastanza problemi in passato, non voglio stare male di nuovo e tenere fuori dalla mia vita tutte le persone che mi vogliono bene.

-Esco a fare un giro, come ieri. Torno tra un po’, ti chiamo se sto fuori a mangiare qualcosa. Non so a che ora torno.- dichiaro e prendo una giacchetta di pelle nera.

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