Capitolo 1

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-Forza. Percy, Darcy, ci siete?- ci chiama la mamma mentre porta fuori le ultime valige dalla nostra casa, o meglio, quella che era la nostra casa.

Mi piaceva il nostro appartamento a due piani di New York. Era il mio mondo, lì sapevo come muovermi, avevo i miei amici, la mia intera vita, ma ovviamente, ai miei genitori non andava bene.

-Percy, sei sicuro di aver preso tutto? Guarda che non torniamo più qui.- gli ricorda la mamma -Sì mamma, ho preso tutto, non ti preoccupare.- fa spallucce lui.

-Darcy, tutto bene? Contenta di partire?- chiede mio padre. Indossa una camicia nera e un paio di jeans blu scuri. E' strano non vederlo con uno dei suoi completi da lavoro, devo dire che mi piace di più così... sembra più un papà.

Salgo in macchina e aspetto che gli altri carichino la macchina per poi partire. Non voglio dilungare questo "arrivederci" ancora per molto, fa già abbastanza male, non voglio dilungarlo.

Mi torna in mente il giorno in cui i miei genitori mi sono venuti a prendere a scuola dicendo che la cerimonia del diploma non l'avrei fatta con i miei compagni. E' stato brutto, molto.

'La cerimonia la farai domani, perché dobbiamo partire tra due giorni. Mi dispiace avertelo detto così all'improvviso, ma è stato tutto molto veloce. Inizierai il college dove ci stiamo per trasferire.' Aveva detto mia madre, Dio che rottura che è a volte quella donna.

Sento un ticchettio sul finestrino, alzo lo sguardo per capire se è mio padre che rompe o Percy che vuole fare lo spiritoso. In realtà è Luke, apro la portiera e lo faccio sedere vicino a me.

-Ei- mi saluta debolmente -Ciao Luke. - ricambio.

-Non essere arrabbiata con me, io ci ho provato, lo sai- si mordicchia il piercing del labbro e tiene lo sguardo basso sulle sue mani.

Vorrei piangere, dirgli di farmi rimanere con lui, non voglio andare in un' altro posto, voglio restare a New York.

-Lo so. Ci hai provato.- rispondo piano, quasi sussurrando, lui sposta lo sguardo su di me e i suoi occhi azzurri come il cielo mi inondano.

-Se potessi ti terrei io, ma non dipende da me- detto questo sposta la sua mano suoi miei capelli e io mi lascio accarezzare.

-Vorrei che venissi anche tu...-

-Anche io, ma non posso mollare il college.- dice e si mette a sedere in modo composto. Alza lo sguardo al tettuccio della macchina e sospira, mentre io guardo il suo petto alzarsi e abbassarsi.

-Lukey, amore, noi dobbiamo andare, o perdiamo il volo. Promettimi di chiamare qualche volta, okay?- lui si alza dal sedile e abbraccia la mamma e accenna un "sì" convinto con il capo.

Infine saluta il papà e poi si allontana per far passare la macchina e ci saluta con la mano non prima di avermi mandato un bacio volante e aver appoggiato la mano sul finestrino in modo da farla combaciare alla mia.

Una lacrima mi riga la guancia sinistra e non la fermo mentre la macchina si allontana, in direzione dell'aeroporto.

Cincinnati, Ohio.

Ecco dove la mia famiglia vuole trasferirsi.

Io sono nata a New York e lì ci sono cresciuta, ed è strano dopo diciotto anni passati lì cambiare Stato.

La mia famiglia è una di quelle classiche famiglie unite, compatte, impenetrabili.

Mia mamma, Lavinia Martin, è una donna in carriera, fa l'avvocato ed ha molto talento.

Mio padre, David Lawrence è il proprietario di una banca. Per fortuna non sono l'unica figlia che hanno, prima di me c'è Luke.

Luke assomiglia molto a nostro padre, saranno i capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo, o forse l'atteggiamento molto raffinato e compatto.

Poi ci sono io, Darcy, una classica ragazza, con nulla di speciale. Capelli neri e occhi castano, tendente al verde alla luce del sole, corporatura media e altezza media, giusta per una ragazza di diciotto anni.

Infine c'è Percy, ha quattordici anni, è un ragazzo molto sveglio, leggermente dislessico, ma con un ottimo cervello. Ecco, lui non si sa da dov'è uscito: ha i capelli neri come la pece e due occhi verdi come due smeraldi e labbra rosee e piene.

E' proprio un bel ragazzo. Nel carattere assomiglia molto a nostra madre.

-Mamma, quand'è che arriviamo? Sono stufo- si lamenta Percy. Per lui è stata dura lasciare New York, ora dovrà iscriversi in un nuovo liceo e iniziare tutto da zero... be' anche io.

-Tranquillo, pesciolino mio, tra qualche ora siamo arrivati- lo informa la mamma, ma lui alza gli occhi al cielo.

Papà è concentrato sulla strada, ma vedo che ad un certo punto prende la mano di mamma nella sua e le rivolge uno sguardo dolce e lei sorride. Ho sempre amato vedere i miei volersi bene.

Mi infilo le cuffiette e metto "Drown" dei Bring Me The Horizon. Posso dire quasi con assoluta certezza che sono il mio gruppo preferito.

Ma prima che possa rilassarmi cullata dalla magnifica voce di Oliver Sykes sento il telefono vibrare, lo alzo per accendere il blocca schermo e vedo che è Luke.

-Ciao Lukey- dico e sento il mio fratellone ridacchiare dall'altro capo della linea -Ehi sorellina, come procede il viaggio?- chiede, noto una certa curiosità nella sua voce.

Lui non è partito con noi... purtroppo, i miei hanno deciso che poteva restare a New York e finire lì il college, mi ricordo quello che hanno detto 'Lucas ormai è adulto, ha ventun anni, può cavarsela da solo.'

-Bene, c'è solo un po' di traffico e tra poco dovremmo arrivare. Sono stanchissima, l'aereo mi ha distrutta.-rantolo grattandomi il naso con il dorso del dito.

-Povera la mia sorellina- mi prende in giro -sono felice per voi. La casa è così vuota, mancate già- la sua voce si abbassa.

Luke è il membro della famiglia con cui vado più d'accordo, fin da bambini lui mi proteggeva sempre, era molto dolce con me e io l'ho sempre considerato il mio eroe.

Mi ricordo anche che da piccola, un giorno dissi a mia mamma 'voglio sposare Luke, mamma' e lei si era messa a ridere e mi ha detto che non potevo, perché siamo fratelli.

-Be' fate buon viaggio. Saluta tutti da parte mia. Mi manchi, sorellina. Ti voglio bene.-

-Okay. Anche tu Lukey, ti voglio bene- riattacco. Una fitta di nostalgia mi pervade e stringo la felpa grigia che sto indossando. La sua.

Rimetto la musica e la voce di Oliver mi invade.

-Isabelle...- mi chiama qualcuno, ma non riesco a capire -Darcy Isabelle...- capisco che è mio padre, ma la voce è confusa per via di quella del mio idolo che la sovrasta.

-Darcy Isabelle Lawrence, mi senti?!- sbotta di colpo facendomi sussultare. Mi tolgo una cuffietta con malavoglia.-Eh? dimmi- rantolo, lui scuote il capo senza distogliere lo sguardo dalla strada.

-Ti ho chiesto se sei pronta per il tuo primo giorno di scuola, dopodomani-

Sinceramente? No. Volevo restare a New York, con Luke. Ho diciotto anni, per l'amor di Dio, sono quasi adulta, sarei potuta benissimo restare con lui, tra l'atro lui è molto responsabile, non ci sa sarebbero stati problemi. 'No tesoro, tu vieni con noi. Povero Percy, non ha nessuno. Luke ci verrà a trovare lo sai benissimo. Ora non discutiamone più, per cortesia' aveva detto la mamma e la sua voce mi ronza in testa, come una fottuta zanzara.

-Diciamo.- rispondo infine a mio padre, che annuisce e accende la radio.

Per quanto possa mancarmi New York, e tutta la mia vita lì, sono un po' emozionata di andare a vivere a Cincinnati.
Ma questo non lo saprà nessuno.

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