43-After

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*quattro mesi dopo*

Come dimenticare tutto quello che è accaduto?

Andando avanti.

E se delle persone sono state uccise a causa tua?

Non c'è nessun metodo, ma devi andare avanti lo stesso.

L'inferno che ho provato dopo quel giorno di quattro mesi fa, non lo proverò mai più.

Perché peggiore non ce n'è.

Jeff è andato all'ospedale per un po' di tempo, ha dovuto portare otto punti sul fianco.

Io che gli tenevo la mano e giravo il viso per non vedere.

Sally, dopo quel giorno, ha perso la possibilità di rimanere incinta.

Una semplice caduta.

Io che ne ho passate di peggio non è accaduto niente, lei è caduta ed è successo.

Non è giusto.

Niente è giusto.

Che dire di Ben...

Non è riuscito a guardarmi in faccia per un giorno intero, forse due.

Non lo biasimo.

Mi ha sorpreso il fatto che dopo mi ha abbracciata ed ha pianto tra i miei capelli.

Io lo ho allontanato e gli ho detto che non mi meritavo di essere perdonata.

Lui mi ha mandata a fanculo ridendo e piangendo e mi ha stretta per ore.

Lui e Sally hanno deciso di adottare Edith.

La piccola Edith...

"Dove è mamma?" Chiese quel giorno.

Io non sapevo che dire, non avevo la capacità di parlare.

Arrivò Sally e la prese in braccio.

La abbracciò stretta e le disse: "Mamma è dovuta partire per un lungo viaggio, sai che mi ha detto?"

La bambina scosse la testa.

"Che ti vuole tanto bene e te ne vorrà per sempre"

"Quando potrò rivederla?"

L'innocenza nella sua voce mi fece correre via.

I funerali dello Slend... di Marcus furono una settimana dopo.

Nessuna foto sulla lapide, nessun fiore.

Solo una cravatta rossa sulla bara.

Per quanto riguarda Liu, non ci furono funerali, ovviamente.

Svanì nel nulla.

Dissero tutti che era finita.

Ma le visioni non facevano che aumentare.

Io che cadevo nel vuoto e atterravo tra le braccia di un uomo con delle cicatrici in volto ed un cappotto nero.

So chi era quell'uomo.

E non c'è bisogno che lo debba dire.

Vi starete chiedendo che fine fece Lowell.

Andò a chiamare rinforzi, o almeno cercò di chiamarli.

Tornò dopo che tutto era finito.

Si inginocchiò difronte a me e mi abbracciò.

Mi prese in braccio come da bambina e mi disse: "andrà tutto bene, piccola Clary."

Dopo due mesi circa le cose iniziarono a cambiare.

Quel giorno fu solo un ricordo.

Non avere lo Slender che girava come un fantasma per casa, non era lo stesso, ma non ci facevamo più caso.

Ben e Sally sono tornati a vivere nel bosco con la piccola Edith, che ora va a scuola ed è la più brava della classe.

Io e Jeff viviamo da soli, ancora per poco.

La pancia è cresciuta di molto, ed il piccolo o la piccola verrà fuori tra poco.

Forse oggi, domani, o tra settimane ancora...

Lowell se ne è tornato in Giappone, ed ha promesso di tornare per vedere il bambino.

Ora sembra essere tornato tutto alla normalità.

Sono sul letto sdraiata, Jeff anche a pancia sotto mentre legge un libro a voce alta, sperando che il bambino senta.

Nascondo le dita tra i capelli del ragazzo e faccio piccoli ricci con essi.

Quando sento un forte dolore alla pancia.

-Jeff...

Mi alzo a sedere con la mano sul ventre dolorante.

-Che succede?

- Il bambino Jeff!- urlo di dolore.

Lui mi prende in braccio e corre di sotto.

Mantengo una mano al suo collo.

Mi mette in macchina sui sedili posteriori, facendomi poggiare la testa al finestrino.

Corre al posto del conducente e parte di corsa, prendendo la strada per l'ospedale.

-Respira Clary, fai grandi respiri.

Inizio a fare come mi dice.

-Jeff- cerco di dire tra i gemiti di dolore, porto avanti una mano posandola sulla sua spalla.

Lui me la afferra e la stringe dolcemente.

Dopo poco arriviamo all'ospedale.

Mi riprende in braccio e corre verso l'entrata.

-Vi prego sta per nascere il nostro bambino! Portela in sala!

Una donna prepara l'occorrente e il mio furio marito mi posa sul "carrello" che mi porterà in sala operatoria.

Mi stringe la mano.

-Lei deve restare qui.-ci informa la signora.

-No!- diciamo all'unisono io e Jeff.

La donna spinge il lettino per il corridoio.

-Va bene, ma dovrai indossare tutto l'occorrente.

-Si! Tutto ciò che serve.

Arriviamo in sala e mi tolgono i panni, infilandomi velocemente una vestaglia.

Il dottore si posiziona davanti a me e le infermiere danno l'occorrente a Jeff.

Non riesco a dir loro di star lontane da lui, che è capace a vestirsi, perché le contrazioni si fanno sempre più forti.

-Spinga forte signorina- mi istruisce l'uomo difronte a me.

Faccio come mi dice, lasciando urli di dolore.

Sento la mano di Jeff sulla mia è la stringo forte.

Dopo varie spinte e gridi, un sorriso appare sul viso del dottore.

-Complimenti signori.

Jeff mi carezza i capelli arruffati e mi bacia la fronte sudata.

-È una femminuccia.

Dopo averla avvolta in fasce, me la poggiano sulle braccia.

Ha i capelli neri e la pelle chiara, gli occhi chiusi.

Trova con la sua manina il mio dito e lo stringe.

Jeff avvolge un braccio intorno a me e alla piccola.

-Ciao Azzurra Margaret...

Love KilledDove le storie prendono vita. Scoprilo ora